09 febbraio 2009

 
     

Pena capitale : Swearingen potrebbe essere innocente, ma...
di Claudio Giusti*

Larry Swearingen potrebbe essere innocente, ma per salvarsi deve dimostrare che Melissa Trotter, la donna per il cui omicidio è finito nel braccio, non è stata uccisa l’otto dicembre 1998, giorno della sua scomparsa, ma dopo il 10, poiché lui (come Alan Gell anni fa) avrebbe un alibi di ferro: era in prigione.

Purtroppo, al contrario di quanto accaduto per Gell, questa istanza è venuta fuori troppo tardi. Non è stata presentata nei modi e nei tempi previsti dalla procedura d’appello ed ora è procedural defaulted e Swearingen sarebbe morto se la Corte d’Appello del Quinto Circuito Federale non avesse, all’ultimo minuto, fermato l’esecuzione concedendogli una rarissima estrema possibilità.

Ora Swearingen deve spiegare come mai la prova che lo potrebbe salvare, cioè che Melissa Trotter sia morta dopo il 10, non è stata trovata a suo tempo nonostante gli sforzi profusi. Inoltre deve dimostrare che, valutata nel complesso di tutte le altre prove, quest’ultima è così forte da fare annullare il processo.

E’ evidente che questa sia, come quella di Troy Davis, un missione impossibile. La notizia della sospensione dell’esecuzione è stata salutata con entusiasmo dal Movimento Abolizionista italiano, ma è improbabile che siano state un paio di interviste e un po’ di lettere al Board of Pardons a convincere il più conservatore dei circuiti federali, quanto piuttosto alcuni articoli comparsi sulla stampa texana (alzi la mano chi è solito scrivere ai quotidiani statunitensi).

Purtroppo questi articoli chiedevano di fermare l’esecuzione per il motivo sbagliato. Non perché la pena di morte è una vergogna, ma per il timore che potesse essere uccisa una persona innocente; e in effetti, intanto che si dibatteva del caso Larry Swearingen, nove disgraziati sono stati uccisi con serena coscienza, perché loro erano colpevoli.

A parte forse Steve Henley che, fino all’ultimo istante dei suoi vent’anni nel braccio della morte, ha invano protestato la propria innocenza.

“We do not address the merits of Swearingen’s claims and only consider whether to excuse his procedural default of failing to raise them in his first federal habeas petition. This court may authorize a successive habeas petition only if the application “makes a prima facie showing that the application satisfies the requirements of this subsection.” 28 U.S.C. § 2244(b)(3)(C). The relevant portion of the subsection requires that a claim be dismissed unless:

(i) the factual predicate for the claim could not have been discovered previously through the exercise of due diligence; and (ii) the facts underlying the claim, if proven and viewed in light of the evidence as a whole, would be sufficient to establish by clear and convincing evidence that, but for constitutional error, no reasonable factfinder would have found the applicant guilty of the underlying offense.”

In Re: LARRY RAY SWEARINGEN UNITED STATES COURT OF APPEALS FOR THE FIFTH CIRCUIT.

* membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio

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Non ci sono innocenti nel braccio della morte