08 giugno 2008

 
     

Rifiuti : gestione ottimale e delimitazione della provincia di Napoli
di Massimiliano Trematerra*

L'art. 23 d. lgs. n. 22 del 1997 ("gestione dei rifiuti urbani in ambiti territoriali ottimali") stabilisce che gli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti urbani sono le Province. A questa disposizione di carattere generale cui si potrebbe derogare con legge regionale, fa eco per la Campania - regione ove il servizio di gestione dei rifiuti è da quattordici anni commissariato e la cui legiferazione in materia non avrebbe, dunque, alcuna efficacia - l'art. 9 d.l. n. 90/2008 in fase di conversione in legge.

Tale norma autorizza la realizzazione di discariche in siti individuati secondo il criterio dell'ambito territoriale ottimale e, precisamente: una discarica per ogni territorio provinciale ed una per ogni capoluogo di provincia. Per ammissione degli stessi organi di governo, si confronti dichiarazione dell'onorevole Mantovano alla trasmissione "Anno zero" di giovedì 5 giugno scorso, gli unici due siti di Napoli non intensamente urbanizzati e quindi compatibili con l'allocazione di una discarica, sono Pianura o Chiaiano, ma il primo viene già da una trentennale utilizzazione a questo scopo.

Occorre allora osservare che la provincia di Napoli occupa una superficie territoriale di 1171 Km quadrati, pari allo 8,6% della superficie regionale, ma in questo territorio si concentra il 50% dell'intera popolazione, ossia 3.097.430 persone, con una densità abitativa di 2645 persone per km quadrato e, cioè, con 2,6 persone a metro quadrato! Questo, contro le 426 unità a km quadrato della Campania e le 206 dell'intero territorio nazionale. Il picco massimo di densità è a S. Giorgio a Cremano: 14460 abitanti per km quadrato (14 persone a metro quadrato!).

E' evidente che l'attuale delimitazione territoriale della Provincia di Napoli è in violazione di legge e va urgentemente riveduta. In tema di revisione delle circoscrizioni provinciali, l'art. 16 della legge n. 142 del 1990, ora trasfuso nel testo unico enti locali (d. lgs. n. 267 del 2000), stabilisce che debba essere assicurata la corrispondenza del territorio provinciale a criteri quali l'ampiezza, l'entità demografica e le attività produttive, per consentire una programmazione dello sviluppo a favore del riequilibrio economico, sociale e culturale.

Purtroppo, la Costituzione (art. 133) stabilisce che il mutamento delle circoscrizioni provinciali nell'ambito di una regione è stabilito con leggi della Repubblica su iniziativa dei Comuni, sentita la Regione. E' stabilito, cioè, che sia la legge della Repubblica e non la legge regionale a disporre ogni modifica dell'assetto territoriale delle Province, per quanto la Regione sia chiamata ad esprimersi in sede consultiva. Per giunta, la norma prevede che ogni modificazione debba avvenire su iniziativa dei Comuni. Tale iniziativa deve conseguire l'adesione della maggioranza dei Comuni dell'area interessata che rappresentino la maggioranza della popolazione complessiva dell'area, con delibera assunta a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati.

Rinviando ad altra sede interessanti considerazioni circa le modalità di procedura per modificare con urgenza la circoscrizione territoriale della provincia di Napoli, bisogna ora soffermare l'attenzione su dati di carattere storico - giuridico. L'immemoriale estensione del territorio di Napoli, prima come municipium, in seguito come ducato, quindi come capitale di regno, poi di vicereame, ancora nuovamente di regno, finalmente come Comune e contestualmente Provincia, è un dato a tutti noto e, pertanto, non occorre soffermarcivisi ulteriormente.

Bisogna, invece, ricordare che l'ordinamento giuridico preunitario conosceva l'istituto giuridico dell'immemoriale o "ab immemorabili" che, sul piano della prova, consentiva ad un soggetto giuridico di dimostrare l'attuale diritto a possedere un bene giuridico, spesso un territorio o un relativo diritto di servitù, sulla base del possesso antecedente da tempo immemorabile. L'attuale limitata estensione territoriale della provincia di Napoli trae origine dalla scelta del legislatore repubblicano di istituire la provincia di Caserta (rectius: Terra di lavoro), alla quale è stata assegnata una vastissima porzione di territorio.

Ad onor del vero, tale provincia era già stata istituita dal legislatore nazionale alla fine dell'ottocento, ma venne in seguito, dopo qualche decennio, soppressa con legge statale del 1927 (R.D. 2 gennaio 1927). Secondo autorevoli storici come C. Jadecola (Nascita di una provincia. - Roccasecca, ed. Le Tre Torri, 2003), la scelta strutturale di sopprimere la provincia di Caserta sembra essere riferibile all'assetto territoriale: la provincia era considerata troppo grande e non lasciava alla città di Napoli un retroterra adeguato al ruolo di "perla del Mediterraneo" che il regime voleva praticamente e propagandisticamente esaltare.

Ora, nell'attuale momento - non solo di emergenza rifiuti, ma soprattutto - di tensione civile, dovuta al rischio che i cittadini del quartiere Chiaiano di Napoli e dei Comuni di Marano e Mugnano ad esso adiacenti si scontrino violentemente con le forze dello Stato, per difendere l'unico sito, poiché altamente urbanizzato (a solo un chilometro e mezzo dall'intera zona ospedaliera della città), che è stato possibile individuare sul territorio, si avverte pienamente l'esigenza di un allargamento della base territoriale della provincia.

Infatti, con una diversa distribuzione territoriale, discariche come quella di Mondragone o di S. Maria La Fossa, quest'ultima individuata dal predetto art. 9 come sito relativo alla gestione dei rifiuti di Caserta, rientrerebbero nell'ambito territoriale ottimale della provincia di Napoli. Gli organi politici dei Comuni napoletani dovrebbero, a nostro avviso, essere immediatamente sensibilizzati sulla necessità di dare luogo all'iniziativa legislativa in questione per addivenire in tempi celeri ad un provvedimento di legge della Repubblica, che possa impedire lo scempio di Napoli.

* membro del comitato tecnico-giuridico dell'Osservatorio

Speciale rifiuti

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