11 gennaio 2008

 
     

Rifiuti a Napoli : cosa dice la relazione della commissione d'inchiesta
di osservatoriosullalegalita.org

Poiche' in questi giorni taluni hanno cercato di fare malainformazione demonizzando i cittadini campani per evitare che i politici nazionali e soprattutto locali (passati e presenti) si assumessero le loro responsabilita', riportiamo di seguito i passaggi piu' significativi della seconda relazione territoriale sulla Campania della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti (approvata il 19 dicembre 2007), da cui si evince che

- la gestione commissariale negli anni passati e' stata un peso morto in termini economici e burocratici

- la gestione commissariale e' stata veicolo di illegalita'

- l'ARPA si e' dimostrata inaffidabile sulla questione dei rifiuti

- la diffidenza dei cittadini sulle metodologie di scelta dei luoghi per le discariche e' pienamente fondata

- i consorzi per lo smaltimento dei rifiuti hanno costituito luoghi d'incontro fra malavita organizzata e malamministrazione.

La relazione parlamentare si apre ribadendo "il giudizio incondizionatamente negativo sull’apparato commissariale, le cui inefficienze strutturali si sono rivelate, lungo questi anni, di entita` tale da pregiudicarne, in modo irreversibile, operativita` ed efficacia. La struttura del Commissariato, infatti, ha finito sovente con il dirottare parti consistenti delle risorse per la propria auto-sussistenza, assumendo sempre piu' l’aspetto di un orpello inutile e dannoso".

"La storia del Commissariamento, inoltre, - prosegue la relazione - ha registrato numerose ed allarmanti vicende criminose che hanno visto come protagonisti rappresentanti anche apicali dell’apparato burocratico commissariale, tanto da contribuire a radicare nei cittadini campani una percezione di sostanziale inaffidabilita`, se non proprio di collusione con la criminalita` di impresa e di tipo mafioso, delle istituzioni preposte alla soluzione dell’emergenza-rifiuti".

Fra i casi piu' recenti, la vicenda relativa alla discarica sita in localita' Lo Uttaro del comune di Caserta, "tristemente emblematica di tale inefficienza collusiva". E' stata infatti l’Autorita' Giudiziaria ad accertare l'inadeguatezza ambientale del sito, usando pero' gli stessi atti giacenti presso gli uffici del Commissariato che questo avevano avuto a disposizione e ignorato (o voluto ignorare?).

Al quadro delle inefficienze, la relazione aggiunge "anche l’inescusabile ritardo con cui l’ARPA Campania – secondo quanto emerso nel corso della medesima indagine – e` intervenuta a segnalare le criticita` ambientali legate all’utilizzo del sito, con cio` venendo meno alla propria funzione di controllo tecnico neutrale, indispensabile presidio di trasparenza per le scelte della pubblica amministrazione".

Quanto ai consorzi per lo smaltimento dei rifiuti, "Le recenti attivita` di indagini della magistratura" in particolare nella provincia di Caserta, hanno, infatti, confermato quanto questa Commissione aveva gia' avvertito... a proposito del rischio che tali strutture, oltre a costituire inutili enti di intermediazione burocratico-clientelare, avrebbero potuto rappresentare come luoghi di incontro fra mala vita camorristica e mala amministrazione".

A giudizio della Commissione d'inchiesta, e' necessario invece "ridare pienezza decisionale alle province – anche con opportune modifiche della legislazione regionale – introducendo, nella cornice del menzionato Accordo di Programma quadro, piani provinciali per lo smaltimento dei rifiuti, indispensabili, innanzitutto, per superare le difficolta` legate al reperimento di siti da adibire a discariche e a strutture di servizio, causa prima delle ricorrenti emergenze nell’emergenza, cioe' della mancata rimozione dei rifiuti dalle strade, con le conseguenti inevitabili ricadute sulla vivibilita' e l’economia dei territori".

La relazione sottolinea che "L’apertura di nuove discariche, in particolare, non deve essere piu` avvertita come il frutto di scelte poco trasparenti e sprovviste dei necessari studi tecnici".

Da notare che ad oggi non e' stata eseguita in modo generalizzato la raccolta differenziata in Campania non per la mancata collaborazione di cittadini, ma perche' non e' stata proprio organizzata dagli enti locali, come si desume anche da quanto dichiarato da Prodi l'8 gennaio: "Per quanto attiene alla predisposizione delle occorrenti misure per la raccolta differenziata dei rifiuti, i Comuni campani dovranno elaborare il relativo piano nei prossimi due mesi. Essi avranno poi a disposizione 60 giorni per la realizzazione dello stesso piano. La mancata attuazione, da parte delle Amministrazioni comunali, di queste misure nei termini stabiliti, determinerà l’immediato commissariamento dei Comuni inadempienti".

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