18 ottobre 2007

 
     

USA : condanne a vita per i ragazzini con processi non equi
di Rico Guillermo*

Mentre l'Europa chiedeva all'Iran di sospendere l'esecuzione per un giovane condannato a morte per un delitto forse non commesso e comunque avvenuto quando aveva 16 anni, un rapporto di Equal Justice Initiative mostrava che negli Stati Uniti almeno 73 giovani fra i 13 e i 14 anni sono stati condannati all'ergastolo senza possibilita' di parola dopo un processo svoltosi come se fossero adulti. E il numero cresce a 2225 se si considerano i ragazzi minori di 17 anni.

In undici Stati americani, si definisce giuridicamente "juvenile" un minore di 17 anni. In tre Stati, ci si riferisce invece ad una persona sotto i 16. Negli altri Stati ad un minore di18 anni. In base a tale distinzione, i juvenile vengono processati in tribunali minorili e possono essere offerte altre speciali protezioni. Ad esempio, i loro nomi sono tenuti riservati quando accusati di un reato e un genitore o tutore deve essere presente durante l'interrogatorio di polizia.

Per molti reati (soprattutto quelli piu' violenti), l'eta' in cui un minore puo' essere processato come un adulto puo' essere inferiore ai 18 anni di eta' o (meno spesso) al di sotto del 16 [Gaines, Larry K and Roger Leroy Miller. "Criminal Justice in Action" 4th ed., Thompson Wadsworth Publishing, 2007. Pg 495). La Corte suprema degli Stati Uniti ha poi recentemente dichiarato nella sentenza Roper contro Simmons che l'esecuzione e' incostituzionale per i 'juvenile'.

La relazione di Equal Justice Initiative documenta tuttavia la pratica di condannare dei ragazzi a morire in prigione con pochissimi controlli e revisioni e le storie traumatiche dei bambini condannati. Quasi tutti i 73 ragazzi di 13-14 anni condannati a vista sono attualmente privi di rappresentanza legale e nella maggior parte di questi casi non sono stati mai verificati la correttezza e la costituzionalita' delle condanne.

La maggior parte delle sentenze imposte erano obbligatorie: il giudice non poteva prendere in considerazione l'età del bambino o la sua storia di vita. Alcuni bambini sono stati accusati di crimini che non comportano omicidio e in certi casi nemmeno lesioni. Molti sono stati condannati per offese dove i reali autori del reato erano adolescenti piu' anziani o adulti. Quasi due terzi sono ragazzini di colore.

Tutti questi casi sollevano importanti questioni legali, penali e morali. EIJ ritiene che la condanna al carcere fino alla morte di giovanissimi sia troppo dura e violi il diritto internazionale e la Convenzione sui diritti del fanciullo (ratificata da tutti i paesi del mondo tranne gli Stati Uniti e la Somalia), nonche' la Costituzione degli Stati Uniti, in particolare l'ottavo emendamento, che vieta pene crudeli e inusuali.

L'organizzazione ha preso in carico una decina di questi casi per contestare le loro condanne e chiedere un nuovo processo a breve con una condanna a pene che consentano di uscire sulla parola. Inoltre mira a sensibilizzare la publica opinione e i politici per riformare le politiche e le procedure che generano una mancanza di speranza per i detenuti piu' piccoli.

* si ringrazia Claudio Giusti

Speciale giustizia USA

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