08 luglio 2007

 
     

USA : Corte Suprema alle prese con la liberta' di informare
di Giulia Alliani

A proposito di pubblicazione di intercettazioni legali e illegali, mentre in Italia si discute se si debba punire severamente la pubblicazione di atti ormai depositati in tribunale, e conoscibili dalle parti, e in Europa una sentenza della Corte Europea ha condannato la Francia per avere inflitto una multa a due giornalisti che avevano pubblicato in un libro materiale coperto dal segreto istruttorio, ma di pubblico interesse, e' ora la volta degli Stati Uniti.

Un membro del Congresso, il Democratico Jim McDermott, ha dichiarato venerdi' scorso la propria intenzione di rivolgersi alla Corte Suprema per chiedere che essa decida se, in base al Primo Emendamento - che garantisce a tutti gli americani liberta' di parola e di stampa (1) - rientrasse nei suoi diritti consegnare a due giornalisti, rispettivamente del New York Times e dell'Atlanta Journal- Constitution, un nastro con una conversazione telefonica fra alcuni leader Repubblicani del Congresso, che era stata registrata illegalmente.

I contenuti della telefonata, risalente al 1996, riguardavano la strategia da adottare per fronteggiare le accuse rivolte al Repubblicano Newt Gingrich dalla Commissione per l'Etica della Camera dei Rappresentanti, e l'ascolto rivelava la violazione di un accordo concluso tra Gingrich e la Commissione. Nel gennaio 1997 i due quotidiani avevano pubblicato articoli sull'argomento riportando stralci della telefonata.

Si e' detto che McDermott non avrebbe dovuto permettere ai giornalisti di ascoltare la registrazione della conversazione, anche perche', come membro della Commissione Etica, aveva liberamente contratto un impegno alla riservatezza. Tuttavia McDermott aveva avuto la registrazione illegale non nell'ambito della Commissione, ma perche' gli era stata consegnata spontaneamente da due persone provenienti dalla Florida, che l'avevano realizzata con uno scanner, e gli avevano dichiarato di avere scarsa simpatia per Gingrich. I due, John e Alice Martin, furono successivamente condannati a pagare una multa.

Nel maggio di quest'anno la sentenza di una Corte d'Appello ha confermato che McDermott aveva acquisito la registrazione legalmente, ma che, essendo consapevole del modo illegale in cui i Martin l'avevano ottenuta, non avrebbe dovuto diffonderla e renderne partecipi i giornalisti. La decisione contenuta nella sentenza, tuttavia, non e' stata raggiunta all'unanimita' e McDermott ritiene che un punto importante come la possibile violazione del Primo Emendamento meriti ulteriore considerazione, soprattutto alla luce degli argomenti esposti dal giudice dissenziente, Sentelle, nella sua dissenting opinion.

Ha scritto infatti Sentelle che, cosi' come McDermott era consapevole che le informazioni provenivano da un'intercettazione illegale, allo stesso modo lo erano i giornali ai quali egli aveva 'passato' la notizia. Sentelle non vede differenze, dal punto di vista della costituzionalita', tra una regola che imponga delle limitazioni alla pubblicazione del contenuto della registrazione a McDermott e quella che le imponesse al Washington Post, o al New York Times, o a qualsiasi altro organo d'informazione.

Addirittura ogni singolo lettore che abbia appreso la notizia dai giornali sa che essa e' stata ottenuta grazie ad una intercettazione illegale. E potrebbe esistere una regola per cui nessuno negli Stati Uniti dovrebbe poter parlare di quella notizia perche', a un certo punto della catena di trasmissione dell'informazione, qualcuno non aveva il diritto di parlarne, e quindi alla catena manca un anello? Sentelle reputa non conforme al Primo Emendamento il divieto di pubblicare le notizie sia al livello dei lettori dei giornali, che al livello dei giornalisti, che a quello di un McDermott che informa i media. A meno che non si voglia fare una distinzione tra i diritti che il Primo Emendamento garantisce alla stampa e quelli che garantisce ai comunicatori non professionisti.

Si tratta di un punto particolarmente delicato, che ha suscitato la reazione preoccupata del mondo dell'informazione, tanto che la Corte ha accolto un appassionato "amicus curiae brief", in favore di McDermott, da parte dell'avvocato Theodore Boutrous Jr, in rappresentanza delle case editrici dei maggiori quotidiani degli Stati uniti, delle emittenti televisive, e delle principali agenzie di stampa. Secondo l'avvocato Boutrous il problema fondamentale che si presenta nella causa in questione, riguarda le circostanze nelle quali il governo puo punire la pubblicazione di notizie vere su questioni di pubblico interesse.

Si tratta di un problema che sorge spessissimo in casi in cui e' coinvolta la stampa. Storicamente, per tradizione, e normalmente, la stampa acquisisce, talvolta, informazioni interessanti da fonti che potrebbero averle ottenute o che potrebbero averle fornite in violazione della legge o di qualche obbligo legale. Il ragionamento della Corte crea la possibilita' che un giornalista che ottenga questo tipo di informazioni vada soggetto a qualche condanna, anche se il giornalista non ha commesso alcun illecito nell'atto di acquisire e pubblicare la notizia.

"Se confermato - scriveva l'avvocato - l'approccio adottato dalla Corte d'Appello distrettuale mettera' a repentaglio e blocchera' la trasmissione delle notizie, incoraggiando, d'altra parte, i tentativi del governo e di privati cittadini di punire la pubblicazione di notizie vere su argomenti di pubblico interesse". In un comunicato McDermott afferma: "quando i capi del governo stanno tramando per ingannarli, gli americani hanno il diritto di venire a saperlo, e questo e' quanto si e' verificato durante la telefonata del 1996 che coinvolgeva Newt Gingrich e John Boehner".

(1) Il primo emendamento garantisce la liberta' di parola e di stampa, di pacifica assemblea e di esercizio della propria religione. Testo: First Amendment to the United States Constitution: "Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the Government for a redress of grievances."

La Corte dei diritti dell'uomo condanna la Francia per violazione della liberta' di espressione

La sentenza con il parere in dissenso del giudice Sentelle

L'amicus curiae brief in favore di McDermott

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