6 febbraio 2007

 
     

Violenza calcio e Catania : informativa di Amato alla Camera
di Mauro W. Giannini

Chiusura dgli stadi non a norma, responsabilizzazione delle societa' sportive rispetto agli impianti, cessazione del passaggio di pacchetti di biglietti fra societa', interdizione efficace, aggravamento dei reati, estensione della "quasi flagranza" alle 48 ore sulla base dell'identificazione effettuata dalle telecamere e dal sistema video, modifica del divieto di assistere alle partite nel senso di estenderlo anche ai minorenni resisi protagonisti di un fatto pericoloso allo stadio. Questi i provvedimenti che il ministro dell'interno Giuliano Amato ha presentato alla Camera durante l'informativa del sulle vicende di Catania che hanno visto l'eplosione di violenza allo stadio ed hanno avuto come conseguenza la morte dell'ispettore capo Filippo Raciti.

Amato ha spiegato che la partita era riconosciuta a forte rischio e si era pensato in un primo tempo di differirla, poi di farla svolgere il 2 febbraio alle 15, anziché il 4 febbraio, data giudicata inopportuna. Successivamente al prefetto giungevano sollecitazioni a differire la partita alle ore 18, sia dal segretario generale della Lega Calcio che dall'amministratore delegato del Catania, per cui si fissava la data del 2 alle 18. Per lo svolgimento di questa partita, venivano impegnati 1.350 operatori delle forze dell'ordine.

Il ministro ha spiegto la dinamica dei disordini (vedi). Riguardo a Raciti, ha detto che dopo essere stato colpito da qualcosa - forse, una spranga, un masso -, ha continuato a lavorare, ma il contatto con la bomba carta ha provocato un trauma che lo ha condotto in ospedale, ma il fattore determinante della morte è stato l'effetto dell'oggetto che lo aveva colpito. Non sono noti ancora i responsabili del gesto. Ad oggi sono state arrestate 33 persone (34 con il custode dello stadio), di cui 22 adulti e 11 minorenni ritenuti responsabili di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamenti aggravati ed altro.

Il ministro ha detto che sono stati ispezionati i luoghi, lo stadio, eseguite perquisizioni anche nelle sedi dei circoli di tifosi e nelle abitazioni dei principali responsabili dei circoli. Sono stati sequestrati stupefacenti, oggetti idonei all'offesa, spranghe, catene, bastoni e poi vi è stato l'ultimo reperto all'interno dello stadio che ha portato all'arresto del custode. Sono state, inoltre, visionate le videoregistrazioni effettuate dalle telecamere dislocate all'interno dello stadio e nelle sue adiacenze ed è grazie a questo che sono avvenute diverse identificazioni.

Il procuratore di Catania - ha detto Amato - ha affermato che, allo stato, non può escludersi che i gravi disordini siano stati espressione di un preordinato attacco che ha avuto come unico e reale obiettivo le forze di polizia, nei confronti delle quali, già nel recente passato, si sono dovute registrare reiterate manifestazioni di violenza verbale e fisica.

Il ministro ha parlato per Catania di "situazione specifica", una città nella quale "i quartieri periferici sono diventati... una sorta di Bronx in mano, in parte, alla povertà e alla mancanza di lavoro e, in un parte, alla criminalità... molti dei bambini e dei ragazzi che vivono in taluni quartieri di Catania hanno i genitori, il padre dentro oppure in procinto di andarci oppure che ne è da poco uscito, e per loro lo «sbirro» è il nemico".

Tale psicologia e' poi alimentata da moduli di vita nei quali ciascun ragazzo "finisce per cercare l'identità nell'esercizio della violenza e nell'autoaffermazione di sé, nei modi che sono possibili nell'ambiente in cui vive. Questo ci porta al tema generale della violenza, che certo non nasce negli stadi, finisce per connettersi con gli estremismi politici e trova alimentazioni diverse in situazioni diverse".

Amato ha detto che "il calcio finisce per essere uno dei grandi catalizzatori di questa violenza... In realtà, l'attenzione c'è stata, perché nel corso degli anni il fenomeno ha acquistato una sua corposità, e nella scorsa legislatura vennero adottate misure indiscutibilmente forti e capaci di una loro efficacia, tanto che oggi possiamo senz'altro dire che una parte dei fenomeni che ci troviamo a fronteggiare sono dovuti alla non ottemperanza complessiva a quelle misure... ci accorgiamo, però, anche dei limiti che queste hanno dimostrato e della necessità, oltreché di portare all'ottemperanza, anche di raddrizzare ciò che non ha funzionato e di collocare in un orizzonte che finora è mancato la prospettiva dell'utilizzazione degli impianti sportivi".

Le misure sono il prefiltraggio e l'ingresso selezionato degli spettatori, il biglietto nominativo, la possibilità di controllare elettronicamente all'ingresso la corrispondenza tra il nome scritto sul biglietto e la persona che entra, la separazione delle tifoserie negli stati, la videosorveglianza. In più, occorre organizzare la partenza, il viaggio e l'arrivo delle tifoserie della squadra ospite e a questo sono dedicati appositi decreti e circolari ma non tutto ha funzionato ha detto il ministro, ricordando che molti impianti sportivi non solo sono rimasti lontani rispetto agli adempimenti dei requisiti indicati dai decreti Pisanu "ma chiaramente molte società hanno dimostrato di non avere alcuna intenzione di farlo". Gli standard previsti dal decreto Pisanu valgono per stadi dai diecimila spettatori in su e diversi stadi sono certificati per 9.999 spettatori.

Il tentativo di organizzare i movimenti delle tifoserie - ha detto poi Amato - ha finito per portare a nuove violenze lungo il tragitto: "I treni, dopo questi viaggi, concorrono ... al disavanzo delle Ferrovie dello Stato! Il ministro ha dato il totale dei feriti nelle forze di polizia: 338 nel 2004-2005, 158 nel 2005-2006, 228 nel 2006-2007. Diminuisce, invece, il totale dei feriti civili. È aumentato, inoltre, il totale degli arrestati, da 118 a 136, e il totale dei denunciati, da 293 a 564. Quindi, c'è stata una ripresa di questi fenomeni e Catania gioca un ruolo di primo piano: su 24 incontri disputati, ve ne sono stati 10 con incidenti, per un totale di 147 feriti, di cui 118 tra le forze dell'ordine.

Amato ha detto "basta" all'apertura degli stadi in deroga, con impianti non a norma, aggiungendo "Abbiamo il dovere verso le forze dell'ordine e verso i nostri cittadini di resistere a queste pressioni, di mantenere il senso delle proporzioni, di sapere che non solo la vita che si è persa e quelle che non vogliamo si perdano, ma anche il diritto alla serenità delle famiglie italiane che la domenica vogliono andare allo stadio valgono di più degli interessi economici che pretendono che lo spettacolo continui come se nulla fosse accaduto". Perciò, un versante sul quale il Governo intende intervenire subito, e che rientra nella responsabilità del ministro per le attività sportive, sarà quello di costruire un sistema impianti sportivi-società sportive, che ne abbiano la integrale responsabilità.

Amato ha confermato la decisione di lasciare gli stadi vuoti finché non saranno a norma. Ha poi parlato dell'esenziale funzione educativa, ma anche dell'importanza della punizione per comportamenti trasgressivi ripetuti.

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