24 gennaio 2007

 
     

Diritti nella lotta al terrorismo priorita' dei penalisti britannici
di Giulia Alliani

Mentre a Milano l'Unione Camere Penali dedicava un intero convegno all'assoluta necessita' di separare le carriere di pubblici ministeri e giudici, a Londra la Criminal Bar Association (Associazione degli Avvocati Penalisti), per nulla preoccupata della permeabilita' tra le carriere degli operatori della giustizia (a patto che ciascuno sappia esattamente quale ruolo sta svolgendo in un dato momento), organizzava una conferenza su "Sicurezza e Diritti", invitando come relatore Sir Ken MacDonald che, dopo una carriera come avvocato della difesa, nel 2003 e' felicemente approdato al Crown Prosecution Service (organismo che in Inghilterra rappresenta la pubblica accusa), nominato al vertice dell'istituto.

Oggi piu' di un quotidiano riportava in prima pagina alcune frasi del discorso di MacDonald, che si e' espresso in termini assai chiari, senza fare sconti al governo di Tony Blair sugli errori compiuti in materia di giustizia: "La Gran Bretagna - ha detto - non sta combattendo una 'guerra contro il terrore' e Londra non e' un campo di battaglia. Gli innocenti uccisi il 7 luglio 2005 non erano vittime della guerra, e i loro assassini non erano 'soldati', come essi si sono definiti, vantandosene, nei loro farneticanti messaggi video. Erano invece degli incapaci frustrati, e narcisisti. Erano dei criminali. E si erano costruiti un mondo fasullo. Su questo dobbiamo essere molto chiari. Una cosa del tipo 'guerra al terrore', a Londra, non esiste, come non esiste una 'guerra alla droga'. La lotta contro il terrorismo in Gran Bretagna non e' una guerra. Si tratta di prevenire il crimine, di far rispettare la legge, e di far vincere la giustizia a favore di coloro che sono stati danneggiati dalla violazione delle regole".

Per il capo del Crown Prosecution Service dovrebbe costituire un articolo di fede il fatto che i reati di terrorismo vengano discussi nei regolari tribunali penali e, a questo proposito, ha detto: "Volendo promuovere una cultura civile di rispetto dei diritti fra i cittadini, non andremo certo molto lontano se ci apprestiamo a mettere in forse un giusto processo, nel tentativo di ottenere un maggior numero di condanne, che saranno inevitabilemte meno sicure. E' ovvio che le condanne devono andare di pari passo con il rispetto delle leggi che ci siamo dati. Altrimenti finiamo con il sacrificare valori fondamentali, indispensabili per restare nella legalita', dalla quale dipende tutto il resto".

MacDonald ha fatto anche riferimento alla nuova legge inglese sulla detenzione senza incriminazione e a tempo indefinito, ritenuta incompatibile con la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, i cui capisaldi non vanno violati se non in presenza di 'minacce alla vita della nazione': "Ognuno giudichi da se' se davvero, come dice quel comma, la 'vita della nazione' e' in pericolo, e capira' quale rischio corriamo se decidiamo che lo e', quando invece non lo e'. Dobbiamo difenderci da questi crimini atroci senza abbandonare la nostra tradizione di liberta'".

A Milano, in attesa di un'Associazione degli Avvocati Penalisti che voglia dedicare un convegno all'argomento, ci ha intanto pensato il Liceo Parini, di via Goito 4, organizzando in aula magna, per il 30 gennaio, dalle 16 alle 18, un incontro sul tema "LOTTA AL TERRORISMO: EQUILIBRIO FRA SICUREZZA E DIRITTI", al quale interverra' il sostituto procuratore e direttore del dipartimento antiterrorismo della Procura della Repubblica di Milano Armando Spataro. L'ingresso e' libero fino all'esaurimento dei posti.

Speciale voli e prigioni CIA

Speciale terrorismo

Speciale diritti

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

Separazione delle carriere: marcia indietro in Gran Bretagna (1)

Separazione delle carriere: marcia indietro in Gran Bretagna (2)