Italia
impegnata contro armi chimiche nel Mediterraneo
di Mauro W. Giannini
Il Vice Ministro degli Affari Esteri Ugo Intini ha aperto ieri a Roma il Seminario sull'Universalità della Convenzione di Parigi per il bando delle armi chimiche.
Il Seminario si e' proposto di caldeggiare la ratifica da parte di quegli Stati della regione mediterranea e mediorientale che ancora non hanno provveduto, quali Egitto, Iraq, Israele, Libano e Siria, dato che l'Italia e' impegnata - nel quadro dell'azione dell' Unione Europea - a favorire l'applicazione universale della Convenzione.
Al convegno, promosso dalla Farnesina, ha preso parte anche l'Ambasciatore Pfirter, Direttore Generale dell'OPAC, l'Organizzazione che ha il compito di dare attuazione alla Convenzione.
Il fatto che il Seminario si tenga a Roma riveste - ha osservato Intini - “un particolare significato”, poiché testimonia “il concreto sforzo dell' Italia affinchè armi di distruzioni di massa che hanno effetti devastanti sui civili vengano cancellate anche da quell' area per la cui pacificazione siamo particolarmente impegnati, anche con le nostre truppe”.
Nella valutazione di Intini, e' un segnale “incoraggiante” la presenza al Seminario di autorevoli rappresentanti dei Paesi mediorientali che, chiamati a svolgere un ruolo decisivo per la stabilità della regione, rimangono ancora estranei al regime della Convenzione di Parigi.
La Convenzione, oltre a proibire un'intera categoria di armi di distruzione di massa, prevede anche un sistema di verifiche molto accurate, esteso a tutti i prodotti chimici impiegabili a fini bellici, quindi la sua applicazione all'area orientale del Mediterraneo sarebbe un significativo apporto alla stabilita' nell'area.
L'Italia, che e' fra i Paesi che spende di piu' al mondo per le armi, ha pero' norme molto severe sui controlli relativi all'acquisto, uso e commercializzazione relativa ai materiali chimici che potrebbero essere utilizzati per la preparazione di armi chimiche, e che sono indicati in una apposita lista.
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