23
giugno 1980 : il giudice Mario Amato ucciso dai terroristi
di Mauro W. Giannini
Il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Mario Amato, venne ucciso 26 anni fa in un agguato di matrice terroristica mentre si recava al lavoro.
Il volantino di rivendicazione dei Nuclei armati rivoluzionari diceva: «Oggi 23 giugno 1980 alle ore 8:05, abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati. Oggi egli ha chiuso la sua squallida esistenza imbottito di piombo. Altri, ancora, pagheranno».
36 anni, sposato, con un figlio, era appena uscito di casa. Da due anni - in un periodo di stragi e attentati - conduceva le principali inchieste sui movimenti eversivi di destra, avendo peraltro ereditato i fascicoli d’indagine dal giudice Vittorio Occorsio, ucciso il 10 luglio 1976 dal neofascista Pierluigi Concutelli.
Amato aveva annunciato al CSM che le sue indagini lo stavano portando "alla visione di una verità d’assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi". Ma era stato lasciato solo a svolgere le indagini, e oggetto di continui attacchi da parte del collega Alibrandi (padre del NAR Alessandro Alibrandi).
Poco prima di essere assassinato, Amato aveva chiesto un'auto blindata, che non ottenne. Per l'omicidio furono condannati gli autori materiali Gilberto Cavallini e Luigi Ciavardini e come mandanti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.
Le morti di Occorsio e Amato produssero misure di sicurezza che purtroppo non impedirono il sacrificio di altri magistrati negli anni successivi. Nel ricordo dei colleghi Amato e' un magistrato "che si era segnalato per generosità ed attenzione al fenomeno tali da preoccuparsi di avvertire altri colleghi per situazioni di pericolo personale" . Nei ricordi dei familiari delle vittime di stragi una "persona ricca di dignita', onestà e di un profondo senso dello Stato".
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