NEW del 23 giugno 2006

 
     

Disobbedienti e tribunali degli Stati: quali diritti, quale diritto
da Domenico Ciardulli

Gentile prof.ssa Guma, Le sono grato per aver pubblicato il mio intervento su D'Erme e per aver voluto commentarlo. Ovviamente anch'io credo nella strada legale, tanto è vero che sono parte civile in processi come quello contro l'inquinamento elettromagnetico prodotto da Radio Vaticana e quello per l'intossicazione da salmonella in alcune scuole romane. Sono anche ricorrente in un giudizio amministrativo contro un concorso pubblico bandito dal Comune di Roma. Nei primi due casi c'è stata, a distanza di sei anni (per uno) e otto anni (per l'altro) una sentenza di condanna di primo grado sia della Radio Vaticana sia della ditta ristoratrice. Nel caso del TAR del Lazio, pur avendo avuto una sentenza favorevole a distanza di nove anni dal concorso, mi trovo bloccato dalla sospensiva del Consiglio di Stato.

La considerazione che verrebbe da fare sarebbe: Le responsabilità penali e amministrative, quando si tratta di poteri forti, anche quando siano accertate, spesso cadono in prescrizione o finiscono per fiaccare la tenacia dei comuni cittadini che non hanno le stesse risorse finanziaria e non vogliono bruciare nei tribunali la loro longevità. Ricordo il Petrolchimico, Ustica e tanti altri casi famosi che Ella certamente conoscerà.

Potrebbe replicarmi che esiste la Corte Europea di Strasburgo ma sarebbe interessante che l'Osservatorio indagasse su quali soggetti abbiano negli ultimi dieci anni avuto accesso alla Corte. E su quali temi. Si accorgerà che i temi trattati dalla Corte UE si riferiscono prevalentemente a casi di esproprio, ad interessi riguardanti ceti sociali medio-alti, ad imprenditori inglesi che hanno sposato la propria colf, e in pochi casi le sentenze hanno riguardato cittadini "normali". Evidentemente le procedure i costi non sono così brevi e semplici come sembra trasparire dalla sua nota. Anche perchè il ricorso alla Corte UE si può fare solo dopo l'ultimo grado dei tribunali interni. Molti ricorrenti sono arrivati alla sentenza, solo tramite gli eredi, perchè nle frattempo deceduti per vecchiaia.

Riguardo la disobbedienza civile e ai metodi di lotta basati simbolicamente sulla violazione di una legge, c'è una storia lontana che parla, da Ghandi ai diritti civili per la donna nell'Italia degli anni '70 conquistate ad esempio con l'arresto del medico Giorgio Conciani e di Adele Faccio i quali avevano praticato interruzioni di gravidanza contro quella legge proibizionista che ha causato tante morti nel sud per mano delle cosiddette "mammane" (che usavano il basilico e il ferro da calza). Le donne benestanti invece si rivolgevano tranquillamente ai cucchiai d'oro delle cliniche più famose. Eppure la legge, come dice lei, c'era ma evidentemente funzionava solo per una parte degli italiani e non per tutti.

Per concludere credo, gentile prof.ssa , che l'approccio alla realtà in una società complessa non può che essere quello della stessa natura umana, secondo un modello evoluzionistico e non secondo dogmi. I riferimenti fissi vanno bene ma non sempre i valori veri possono essere ingabbiati nell'operato di un giudice o nel dispositivo di una sentenza o di una legge. Grazie comunque dello scambio.

Voglia gradire un cordiale saluto.

Caro Amico, questa 'conversazione' e' interessante, perche' mi permette di chiarire il nostro punto di vista su alcuni problemi e fatti d'attualita', anche se le confesso che il tempo che l'associazione mi lascia non e' tantissimo, quindi non potrei perseverare su questa falsariga.

In primo luogo sono convintissima che lei scelga la via legale, ed a qualcuna delle vostre battaglie abbiamo anche dato il sostegno e la visibilita' che potevamo. Quello di cui parlo e' la giustificazione morale a certi atti di 'disobbedienza' di alcuni soggetti definiti 'nonviolenti' commessi in nome di un diritto. Tale giustificazione consente che persone come l'ex terrorista D'Elia e Francesco Caruso (no global assolto un mese fa in appello, per prescrizione del reato, dalle accuse per l'occupazione di un locale nella cittadella universitaria di Bologna) abbiano la strada spianata per il parlamento mentre ad esempio a Domenico Ciardulli - che si impegna da anni con difficili battaglie legali e che potrebbe quindi operare meglio sui problemi usando una carica pubblica - non venga concesso spazio. E che si parli da anni di Sofri quando sono migliaia i sofferenti nelle carceri di cui interessa poco o nulla ai nostri parlamentari. A me non sembra normale, percentualmente, per quanto sia consapevole del pentimento, della riabilitazione e della pena scontata (quando e' stata scontata, come nel caso di D'Elia).

E' il problema speculare a quello della giustizia. Nessuno nega infatti che la giustizia italiana sia lentissima ed in parte 'malata'. La stessa Corte di Strasburgo ha in piu' occasioni condannato l'Italia per la lentezza dei processi. In altri Paesi la giustizia e' evidentemente piu' veloce. Ma anche qui i cittadini hanno un'arma, quella del voto, per eleggere le persone giuste - non per esempio una massa di inquisiti e condannati o collusi - in modo che le scelte legislative e organizzative dello Stato siano adeguate. Molti cittadini italiani votano invece per convenienza, per scambio di voti, per "stupidita'" ideologica o altra ragione che nulla c'entra con la seria valutazione di chi siano le persone giuste per tirarci fuori dai guai, salvo poi lamentarsi delle conseguenze. E non si tratta solo dell'ultima legge elettorale a liste bloccate, perche' questa legge ed altre precedenti (come i finanziamenti ai partiti) le hanno fatte maggioranze di parlamentari inviati li' da noi.

Quanto a Ghandi, le sue motivazioni erano valide anche sul piano del diritto internazionale. La Gran Bretagna all'epoca era definita uno Stato coloniale, un Impero, ma in realta' era uno Stato occupante, che usava in diversi casi anche metodi brutali. Ghandi scelse la non violenza e la resistenza passiva, ma avrebbe potuto anche scegliere la resistenza armata e il diritto internazionale gli avrebbe dato ragione per quelle stesse ragioni per cui la moglie di Blair ha dichiarato di capire come mai un ragazzo palestinese voglia fare attentati. Diversa dalla resistenza passiva o attiva ad una occupazione e' quella attiva messa in atto in uno stato di diritto, come prendere a martellate la consolle di un aereo militare o prelevare beni di consumo da un supermercato. Liberta' di scegliere questi atti, ma dovere di affrontarne le conseguenze (come, in tema di aborti, faceva la Bonino).

Noto pero' che a suo tempo l'Ufficio stampa del Prc prese le difese dell'allora consigliere comunale Nunzio D'Erme e degli altri disobbedienti per gli "espropri proletari" di Roma e dei disobbedienti napoletani, tra cui Francesco Caruso, per l’iniziativa contro il caro-vita tenutasi il 27 ottobre ad Afragola. Cioe' un intero partito pensava che la via giudiziaria scelta nei confronti dei due fosse troppo pesante, ma che "una condizione di precarietà diffusa tra i giovani e che non può essere affrontata come problema di ordine pubblico o di codice penale, ma che deve essere valutata e risolta dalla politica". E allora che si diano da fare, con altre forze che in parlamento dicono di avera a cuore la sorte di questi giovani.

Come pure ricordo la solidarieta' dei partecipanti ad una conferenza stampa tenutasi alla Camera dei Deputati nei confronti dell'attivista 'nonviolento' che aveva preso a martellate le consolle di aerei da guerra olandesi del valore di alcuni miliardi ed era per questo stato condannato alla reclusione. Fra i solidali, il Sen. Luigi Malabarba, all'epoca capogruppo al Senato del PRC, l'On. Mauro Bulgarelli, dei Verdi, ed esponenti di gruppi della societa' civile, che affermarono che l'illegalita' non era l'azione dell'attivista, "ma il comportamento degli Stati che continuano a sviluppare le armi nucleari e ad accettarle sul proprio territorio, contro i trattati da essi stessi firmati. I parlamentari presenti hanno assunto l’impegno di redigere una mozione parlamentare, da presentare al Parlamento italiano e per conoscenza a quelli olandese ed europeo, che veda il più ampio coinvolgimento in solidarietà con Turi e per il disarmo nucleare subito".

La mia domanda e', con tutti gli strumenti che costoro avevano a disposizione (due parlamentari, quindi con ruoli incisivi, visibilita' adeguata per sensibilizzare l'opinione pubblica e stipendi da potersi permettere tutta la trafila legale fino ai tribunali degli Stati), per denunciare e combattere qusta illegalita', la scelta doveva cadere sul singolo cittadino che commette un'azione illegale? O questi parlamentari stanno solo 'fingendo' un interesse per la vicenda? Ed allora che non siano piu' votati.

Quanto agli aborti, non sono mai stata del parere che 'poiche' c'e' chi va all'estero'.... Anche per il sesso con i bambini si puo' andare all'estero, in Brasile o in Asia, ma non mi sembra un motivo per legalizzarlo.

Estremizzo perche' quando si comincia con l'ammettere un certo comportamento illecito non si puo' mai sapere dove si puo' andare a finire. Ed infatti non a caso i veri moderati ed anche quelli falsi, sono facilmente spaventati e spaventabili da chi fa certe scelte. E non lo sono perche' queste scelte, come si dice, fanno breccia nel conformismo (credo si noti che io sono tutt'altro che conformista, ed infatti la nostra associazione non ha le simpatie di nessuna lobby), ma perche' c'e' chi ritiene "l'azione fuorilegge" una giusta forma di protesta, e poi si ritrova a prendere le difese dei terroristi assassini in carcere. Sta succedendo con qualche terrorista condannata per omicidio cui si eprime solidarieta' non come carcerata, ma come 'compagna' (Blefari). Facciamo piu' legale un Paese praticando la legalita', pretendendo la legalita'.

Quanto alle sentenze de L'Aja o di Strasburgo, certo l'incidenza dei casi di normali cittadini italiani non e' elevatissima, e cio' accade sia, come diceva lei, per la nostra lentezza, sia perche' molti non hanno una visione 'europea' e non ce l'hanno nemmeno per quanto riguarda la giustizia. Fra le persone che si rivolgono a noi non molti sanno della possibilita' di ricorrere a questi tribunali superiori. Per quanto riguarda la spesa poi, come abbiamo detto, per il tipo di battaglie 'alte' ci sarebbero partiti, associazioni, lobby e parlamentari che potrebbero mettere mano al portafoglio. Se non lo fanno e' perche' si fregiano di queste battaglie senza sentirle veramente o perche' sono in qualche modo 'fuori' dalla societa', la rifiutano e ne rifiutano le regole o perche' infine non fa comodo e fa meno notizia.

Comunque, fra i casi su cui ha deciso la Corte dei diritti dell'uomo da febbraio a ieri, la maggior parte riguarda: custodia cautelare (Italia), diritto ad equo processo in caso di contumacia (due casi, Bulgaria e Italia), diritto di un ergastolano all'inseminazione artificiale (Regno Unito), divieto di discriminazione per sesso per l'eta' pensionabile (Regno Unito), durata dei processi e risarcimento (3 casi, Italia, Turchia e Grecia), recidiva (Francia), fecondazione in vitro (Gran Bretagna), rispetto della vita privata del detenuto (Italia), dipendente di azienda in liquidazione coatta amministrativa (Italia), liberta' d'espressione (Francia e Romania). In alcuni di questi casi il diritto del cittadino ricorrente sussisteva, quindi la Corte ha dato torto allo Stato che aveva abusato.

Nello stesso arco di tempo, fra i casi su cui ha deciso la Corte UE, si ritrovano: danni arrecati a singoli da violazioni del diritto comunitario, cassa di previdenza per i migranti, recupero dell'Iva, vari casi di non procedibilita' due volte per lo stesso reato, rifiuto dello Stato di considerare esperienza professionale o anzianita' di servizio, trattamento sanitario in altro Stato membro, tasse retroattive, appalti pubblici, eta' pensionabile di transessuali, casi di espulsione, congedo di maternita', tutela della salute dei lavoratori (piu' casi), libera circolazione delle persone (piu' casi), etc etc. Qui in alcune occasioni il promotore del procedimento contro gli Stati era la Commissione europea, ma sono stati esaminati anche vari casi riguardanti vicende di singoli cittadini e diritti di categorie di cittadini in condizioni di debolezza.

Non ho trovato molti casi di notabili o ricconi (che indubbiamente ci sono), mentre come vede c'erano carcerati, migranti, lavoratori e vittime del lento processo.

Forse dovremmo avere piu' fiducia nelle istituzioni internazionali, e per l'Italia - laddove possiamo - votare in base al merito.

Speciale diritti

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