NEW del 14 dicembre 2006

 
     

Olocausto e conferenza di Teheran : riflessione sulla verita'
di Rico Guillermo

L'Olocausto e' una verita', e tutte le affermazioni tendenti a negarlo sono false, ridicole e inutili. E' questo il senso di un intervento sul Boston Globe del professor Charles Fried, docente di legge ad Harvard ed autore di "Liberta' moderna e limiti di governo".

Fried - nel 1939 fuggito con la famiglia dalla Cecoslovacchia, lasciandovi i nonni e molti parenti poi morti a Theresienstad e ad Auschwitz - non si scompone piu' di tanto per la prevista conferenza di Teheran contro l'Olocausto. Infatti, dice, essa mira a negare una verita', e tutto sommato e' piu' grave il comportamento della Turchia sulla questione del genocidio armeno, in quanto punisce per legge chi ne parla, mentre Mahmoud Ahmadinejad cerca solo di negare cio' che e' realmente accaduto.

A giudizio di Fried, alcune delle domande che chi abbia un atteggiamento ostile ad Israele potrebbero fare riguardo all'Olocausto durante il congresso sono effettivamente serie. Ci si potrebbe ad esempio chiedere se la Shoah abbia giustificato lo stabilimento dei suoi superstiti in Palestina e se Israele abbia abusato dell'Olocausto per giustificare gli stanziamenti israeliani nei territori occupati.

Ma la domanda 'se l'Olocausto e' avvenuto' non fa parte delle domande serie, commenta Fried, che la ritiene confrontabile a chiedersi se la terra sia piatta. Il professore commenta che "anche se l'Iran certamente intende questo come affronto ad Israele e agli Ebrei del mondo... le vittime reali di questo oltraggio.. sono gli Iraniani ed il discorso razionale".

Secondo Fried, cio' che in effetti il Congresso di Ahmadinejad afferma e' che la verita' non ha posto nel mondo della politica" e induce a mettere in dubbio le affermazioni del presidente iraniano sul fatto che le ambizioni nucleari iraniane siano solo per scopi pacifici, visto che un uomo che nega la verita' risulta inattendibile.

Ma, chiosa Fried, "la logica distorta di Ahmadinejad sembra quasi da mente aperta rispetto alla proibizione penale rigorosa della Turchia su tutti i riferimenti al fatto che sia mai accaduto il genocidio armeno. Molti bravi autori e giornalisti turchi hanno sofferto persecuzioni recentemente per l'affermazione di cio' che nessuna persona ragionevole negherebbe. Tuttavia il genocidio armeno e' un fatto storico sicuro come l'Olocausto europeo di Hitler".

Tuttavia Fried critica anche l'atteggiamento opposto, quello del Canada e molti Paesi europei, che reputano un'offesa la negazione dell'Olocausto o del genocidio armeno, al punto di pensare all'introduzione di una legge penale, come recetemente in Francia. A suo giudizio anche in questo caso "la verita' ne soffre".

Uno Stato che proibisca di dire tali bugie, secondo il professore "degrada palesemente il valore della verita' tanto come coloro che affermano una bugia come loro politica nazionale". Infatti cio' assegna "alla politica e al potere ufficiale (con i relativi procuratori, giudici e processi) un'autorita' che puņ risedere soltanto nella tribuna del giudizio e della convinzione specifici".

"La verita' e' sopra la politica e giudica la politica, e questo perche' la politica non ha autorita' per affermarla. La verita' ufficiale e' una contraddizione in termini" - conclude Fried - "C'e' una verita' circa l'Olocausto e il genocidio armeno, il dubbio e' insensato, tuttavia questo giudizio non e' un giudizio della politica, ma della mente libera che giudica la politica".

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