NEW del 10 dicembre 2005

 
     

Caso Welby ed eutanasia : ancora polemiche e qualche passo
di osservatoriosullalegalita.org

E' fissata per martedì 12 dicembre alle 12 l'udienza del Tribunale di Roma (Prima sezione civile) sul ricorso presentato da Piergiorgio Welby per ottenere l'interruzione dell'accanimento terapeutico attraverso il distacco del respiratore artificiale sotto sedazione terminale. Infatti il suo medico aveva dichiarato la loro impotenza ad intervenire nel suo caso, essendo divisi tra l'obbligo di assicurare al paziente la decisione sulle cure e l'obbligo di soccorso, ed aveva suggerito il passaggio della questione alle autorita' giudiziarie competenti.

Intanto i digunatori che - alcuni da 16 giorni - stavano sostenendo le richieste di Welby per la nomina del nuovo comitato di bioetica che potesse occuparsi anche dell'eutanasia hanno sospeso lo sciopero della fame su richiesta dello stesso malato terminale la cui vicenda e' stata portata all'attenzione di tutta Italia grazie ad un video ed alla lettera inviata 78 giorni fa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Secondo i promotori - i responsabili dell'associazione Luca Coscioni, di cui Welby e' presidente - lo sciopero della fame, che ha coinvolto oltre 700 cittadini, parlamentari, medici e un Ministro, ha avuto finora l'obiettivo di ottenere dalle istituzioni una risposta su due punti sollevati dal co-Presidente dell'Associazione Coscioni: la nomina del Comitato Nazionale di Bioetica e, soprattutto, la possibilità per lui di interrompere senza dover soffrire la tortura che sta subendo.

Welby si era rivolto, secondo le sue stesse parole, "pubblicamente, personalmente, politicamente, al Presidente della Repubblica, quale supremo Garante del rispetto della Costituzione, della legalità repubblicana; per ottenere finalmente l'esercizio del mio diritto naturale civile politico personale ad una mia morte - naturale -. Solo modo possibile per conquistare (anche in Diritto) pace per questo "mio" corpo altrimenti sempre più straziato e torturato. Sequestratomi, per una kafkiana imposizione 'etica' dall'ordinamento e del potere burocratico, o anche a esso imposto".

Welby, accusato di "strumentalizzare" egli stesso la sua condizione per muovere a compassione, "per mendicare o estorcere" il diritto alla dolce morte, parla invece di "limpidi obiettivi ideali, umani, civili, politici". Il ministro della salute Livia Turco ha affermato di essere contraria all'eutanasia, ed ovviamente lo sono associazioni e politici cattolici.

Intanto il presidente di una delle piu' importanti associazioni contro l'eutanasia del Nord America, la Euthanasia Prevention Coalition, Alez Schandenberg, ha affermato che interrompere la ventilazione polmonare (quella che tiene in vita Welby) e' legittimo quando richiesto da un malato terminale. Il caso che ha sollecitato tale giudizio e' quello di Inmaculada Echevarria, una donna spagnola immobilizzata da oltre 20 anni a causa della distrofia muscolare e che ha ha chiesto pubblicamente il distacco del respiratore, una richiesta che ha aperto un acceso dibattito sull'eutanasia in Spagna.

Schandenberg ha affermato che interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiale causa la morte di una persona, ma spegnere il ventilatore non 'causa' la morte: "E' la sua condizione medica che causera' la morte". "Una persona deve avere il diritto di rifiutare i trattamenti medici da un punto di vista legale", ha detto Schandenberg.

In riferimento a questo giudizio, Pietro Yates Moretti, consulente dell'Associazione per i diritti dei consumatori rileva che "l'associazione presieduta da Schandenberg, di dichiarata ispirazione cristiana e uno dei gruppi di pressione piu' attivi contro la legalizzazione dell'eutanasia in ogni sua forma, riconosce a persone come Piergiorgio Welby il diritto di rifiutare la ventilazione polmonare e di lasciare che la vita termini naturalmente".

"Questo dimostra - chiosa Moretti - come le posizioni assunte da gran parte delle forze politiche italiane, dall'Ordine dei medici e dal ministro della Salute Livia Turco... siano estreme e massimaliste, superando di gran lunga le argomentazioni di associazioni cristiane che da anni lottano ad ogni pie' sospinto contro il diritto a morire senza soffrire".

Si attende intanto un pronunciamento sulla questione da parte del neoeletto Comitato di bioetica, presieduto dall'ex Presidente della Corte costituzionale e attuale Presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Francesco Paolo Casavola e composto da 35 membri (prima erano 52) di cui 14 donne, piu' i 5 Presidenti onorari, Giovanni Berlinguer, Adriano Bompiani, Francesco D'Agostino, Adriano Ossicini, Rita Levi Montalcini.

Per molti la nomina del Comitato e' una speranza almeno che si stabilisca un dibattito ad alto livello sulla delicata questione, mentre altri sono scettici, sia per il fatto che esso e' un organismo consultivo che non ha poteri e il cui parere non e' vincolante, sia per il fatto che la presidenza sia stata affidata ancora una volta ad un cattolico (prima era Francesco D'Agostino) e quindi il dibattito non possa essere affrontato con la necessaria indipendenza da qualsivoglia influenza confessionale tipica di uno Stato laico.

Sondaggi recenti hanno comunque mostrato come la larga parte dei cittadini italiani, anche cattolici praticanti e non sia favorevole all'eutanasia per Welby.

Speciale diritti

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Piergiorgio Welby: digiuno per risposte e per legge su eutanasia