NEW del 11 ottobre 2005

 
     

Viviane Reding : non toccare internet , regolare le TV
di Gabriella Mira Marq

La Commissione UE non intende regolare l’Internet per se', ne' la stampa on line o il blog personale. Lo ha dichiarato il commissario europeo Viviane Reding alle Commissioni congiunte Istruzione, Comunicazioni e Politiche UE riunite ieri a Palazzo Madama, perche', ha spiegato, "uno dei principi basilari dell'Unione europea e' infatti quello della libertà di espressione, da cui deriva l'importanza decisiva della libertà e del pluralismo dei media".

Parlando della revisione della direttiva "televisione senza frontiere" la Reding ha infatti sottolineato che la Commissione "parte dal presupposto che è necessario riconoscere l'importanza dei media e delle comunicazioni per una società inclusiva, democratica e libera. Il settore audiovisivo è l'industria culturale per eccellenza" ed ha detto che le sue politiche perseguono tre obiettivi principali: garantire la diversità culturale e il rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti dei consumatori, creare il miglior quadro normativo possibile per lo sviluppo del settore audiovisivo europeo, tener conto delle conseguenze della convergenza".

La proposta della Commissione intende disciplinare i servizi di media audiovisivi, ma non attività che non costituiscono servizi ai sensi del trattato, nè servizi che non abbiano un contenuto audiovisivo (ossia filmati), né servizi che, pur contenendo filmati, non sono servizi di media audiovisivi. Non riguardera' quindi la libera espressione in Internet, ma coprira' servizi sottoposti alla responsabilita' editoriale di un fornitore di servizi di media, il cui principale scopo sia l'offerta di programmi costituiti da immagini in movimento, con o senza suono, allo scopo di informare, divertire o istruire.

La nuova direttiva fornirà quindi un quadro flessibile per il mercato interno di servizi che possono essere chiamati sostanzialmente "servizi televisivi o di tipo televisivo". Tra questi servizi è necessario trattare in modo differenziato la trasmissione programmata, per la quale sarà mantenuto un quadro normativo per una radiodiffusione più moderna e flessibile, e i servizi a richiesta. Per questi ultimi la proposta della Commissione infatti incoraggia gli Stati membri che lo considerino opportuno a ricorrere alla coregolamentazione e all'autoregolamentazione come strumenti di attuazione della direttiva.

La proposta della Commissione è stata oggetto da sei mesi di discussioni in seno al Parlamento e al Consiglio durante le quali e' emersa la necessità di ulteriormente approfondire alcuni argomenti più sensibili, come le nuove disposizioni in materia di comunicazioni commerciali. La nuova proposta mira a sostituire norme nazionali disparate in materia di protezione dei minori, di lotta contro la pubblicità occulta e l'incitamento all'odio razziale, con norme minime di base, a livello europeo, di protezione applicabili ai servizi audiovisivi "a richiesta", armonizzando le legislazioni nazionali permettendo agli operatori di beneficiare pienamente del mercato interno. Gli operatori stabiliti nell'Unione dovranno rispettare esclusivamente le norme dello Stato membro in cui hanno la sede. La proposta non persegue una liberalizzazione radicale dell'attuale regime e mantiene in vigore le norme di tutela dei consumatori e dei contenuti culturali che erano state attentamente elaborate all'interno della direttiva originaria.

La Commissione non propone di aumentare il limite di pubblicità che resta fissato a dodici minuti per ora, ma pensa di normare l'aspetto della pubblicità attraverso l'inserimento di prodotti in trasmissione. Scopo complessivo e', secondo Reding, "garantire un livello adeguato di informazione dello spettatore (identificazione); garantire l'indipendenza editoriale, il che significa che occorre proibire l’integrazione del prodotto nel telegiornale e nei programmi di informazione; tutelare programmi che richiedono un'attenzione speciale, quali i programmi per bambini".

Su altri aspetti Reding ha detto che l'accesso in banda larga nel nostro Paese e' al di sotto della media dei 15 stati membri, mentre si riducono gli investimenti nella ricerca. Troppo alte invece le tariffe relative al roaming, che la Reding propone di abbassare. Il commissario UE presentera' formalmente le sue proposte di modifica dell'attuale quadro normativo all'inizio del 2007 ed ha chiesto per questo la collaborazione elle autorita' italiane, sottolineando l'intesa con l’AGCOM, con la quale condivide gli obiettivi politici di rinforzare il mercato interno anche da un punto di vista regolamentare e di esplorare la possibilità di istituire un'Autorità di Telecomunicazione Europea indipendente basata sul modello del Sistema europeo di banche centrali.

Secondo Il presidente dell'Autorita', Corrado Calabro', "la dimensione europea è la scala geografica e istituzionale più adeguata per tecnologie che forniscono servizi genuinamente transnazionali.... L’ipotesi di un Regolatore europeo, che lavori insieme con le Autorità nazionali indipendenti in un sistema simile a quello delle banche centrali, appare il più rispondente, perché salvaguarderebbe la qualificazione e l’esperienza, maturate sul campo, dei Regolatori nazionali e l’aderenza delle regole alle dinamiche di mercato nazionali, fornendo però nel contempo le linee-guida e gli indirizzi strategici alla cui stregua andrebbero coordinati i comportamenti delle singole Autorità, evitando distorsioni dell’ottica comune. L’ipotesi di un’Autorità indipendente europea snella, sul modello della Banca centrale europea, avrebbe il vantaggio di evitare sovrapposizioni eteronome e burocratismi".

Calabro' ha ricordato trattarsi di una proposta gia' avanzata da lui stesso nel febbraio scorso e ripresa nella sua relazione al Parlamento il 20 luglio.

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