NEW del 09 ottobre 2006

 
     

Telecom : Assoprovider chiede pluralismo e trasparenza
di osservatoriosullalegalita.org

Pluralismo e trasparenza. Li chiede l'Assoprovider sulla questione Telecom Italia al nuovo capo dell'azienda, il prof. Guido Rossi.

"Siamo certi che la presenza di Guido Rossi alla guida di Telecom Italia sia una garanzia di riequilibrio verso l'applicazione delle regole che sono previste nel mercato delle Comunicazioni - dice l'associazione delle imprese della comunicazione digitale - ma notiamo che da Telecom Italia continuano ad arrivare proposte che vanno in direzione opposta alla liberalizzazione. Da questo punto di vista, ci auguriamo che il prof. Rossi capisca che la proposta di scorporo del solo rame che va da casa dell'utente all'armadio di strada, ultima novità proposta dall'a.d. di Telecom Italia, Riccardo Ruggiero, non va nella direzione che serve al paese".

Quando in Italia si parla di Comunicazioni, commenta Assoprovider, "l'interesse numero uno da tutelare è il pluralismo: pluralismo e trasparenza in un paese moderno, sono alla base del funzionamento della democrazia, gli interessi specifici delle singole parti, concorrenti, ex-monopolista, banche, consumatori, vengono dopo. Eppure questi elementi nel mercato delle Comunicazioni italiano non trovano applicazione, a differenza di quanto avviene in altri mercati molto meno 'strategici' per il nostro paese. Se si liberalizza il mercato delle mele, il vantaggio per il consumatore finale sarà mele più buone e a prezzo più basso, se si liberalizza il mercato delle Comunicazioni, il vantaggio è un futuro da cittadino libero. Lo diciamo da associazione di concorrenti di Telecom Italia, ma pensiamo di avere il diritto di dirlo anche come cittadini".

Poiché le infrastrutture di telecomunicazioni, così come quelle energetiche e dei trasporti, rientrano nei cosiddetti monopoli naturali, un certo grado di controllo pubblico su tali infrastrutture-monopoli è inevitabile, argomentano i provider "ma in Italia chi si permette anche solo di argomentare questa tesi, mondialmente riconosciuta come verità incontestabile, viene considerato alla stregua di un bestemmiatore. Telecom Italia ha dichiarato apertamente di essere interessata alla TV via cavo (su IP), e questo significherebbe che in un futuro molto prossimo in Italia avremmo un editore di TV via cavo che parte con il 75 % dei clienti in portafoglio, clienti che non si è conquistato con programmi di qualità sul libero mercato, ma che ha già acquisito con la sua dominanza nel mercato delle adsl".

Il dibattito sullo scorporo della rete fissa di Telecom Italia è iniziato molto prima delle ultime sventure settembrine e vede la sua giustificazione nella ricerca di una soluzione finalmente efficace agli enormi problemi che il mercato delle Comunicazioni ha in Italia, dopo molti anni dall'avvio della c.d. liberalizzazione, con i rischi democratici conseguenti. "Persino la prudente AGCOM - dicono i provider - si è finalmente mossa in questa direzione nella sua ultima relazione annuale. A fine settembre 2006 Telecom difende se stessa, giocando a fare la vittima di complotti orditi ai suoi danni, in una posizione italocentrica, ed i politici, sempre al di sotto del proprio ruolo, usano i presunti complotti contro la vittima Telecom Italia per colpire la parte opposta perdendo l'ennesima occasione storica per preparare un futuro di pluralismo vero nelle Comunicazioni ai cittadini che li hanno eletti, scordandosi di garanzie, intercettazioni etc".

Lo scorporo della rete fissa dal resto di Telecom Italia deve servire, secondo Assoprovider, a garantire la vera liberalizzazione del mercato ed il pluralismo conseguente nelle Comunicazioni, non a rimpinguare le casse. Ma la proposta di Ruggiero "non garantisce il pluralismo delle Comunicazioni, ovvero fare gli interessi generali di tutti i cittadini italiani: oggi abbiamo due soli editori TV via etere, RAI e Mediaset, a cui si aggiungerebbe un solo fornitore via cavo", ne' "offre una valida risposta allo scandalo delle intercettazioni telefoniche: Telecom Italia ha mostrato di non essere in grado di governare neppure quanto della sfera della privacy dei cittadini-clienti è in suo possesso; questo è avvenuto non certo nella zona degli ultimi cento metri di rame, ma molto più in alto, nei centri direzionali dell'azienda" e inoltre e' facile discriminare i clienti dei concorrenti quando questi chiedono accesso ai suoi servizi e contenuti.

Infine, notano i provider, "basta guardare le denunce e le condanne ricevute da Telecom Italia dai tribunali e dalle autorità, per capire che non è vero che il baricentro dei problemi della filiera rappresentata da una azienda-complessa come Telecom Italia cade negli ultimi cento metri di rame. La multa dell'Antitrust per l'affare Consip, la condanna del Tribunale di Milano , hanno ad esempio riguardato comportamenti anticoncorrenziali pianificati dalle direzioni commerciali ai massimi livelli, approfittando della posizione di incumbent scorporare solo cento metri di rame non li impedirebbe in futuro".

"Dunque per noi - concludono i provider - lo scorporo non deve riguardare gli ultimi cento metri di rame, ma si deve estendere fino alle centrali telefoniche. Ci auguriamo che il prof. Rossi, per dimostrare che veramente le cose stanno cambiando voglia chiarire cosa ne pensa della proposta Ruggiero; certo lo scorporo avverrà con tempi più lunghi, ma vista la solerzia di Ruggiero, una risposta chiarificatrice sulle reali intenzioni deve intervenire subito".

Speciale etica e politica

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