NEW del 06 agosto 2006

 
     

Reati finanziari : rapporto britannico suggerisce pene piu' pesanti
di Giulia Alliani

In una lettera al Corriere della Sera di qualche giorno fa, il professor Victor Uckmar, uno dei maggiori esperti italiani di scienze delle finanze a livello internazionale, faceva notare che "il Regno Unito, seguendo quanto gia'  legiferato negli Stati Uniti (Financial Times, 25 luglio 2006) inasprisce pesantemente le pene (da 10 a 14 anni di prigione) per i reati in materia finanziaria" mentre "noi ci accingiamo ad alleviarli con l'indulto" e invocava "almeno un po' di coerenza nell'ambito comunitario".

Il messaggio del professor Uckmar si riferiva ad un rapporto sulle frodi appena pubblicato in Inghilterra: "Fraud Review - Final Report", realizzato da un team di esperti, e presentato dall'Attorney General, Lord Goldsmith. Nella sua introduzione Lord Goldsmith scrive: "Il reato finanziario non e' mai un reato senza vittime. Gli studi del ministero dell'Interno indicano che la frode, per i danni che provoca, e' seconda solo al traffico di droga, mentre e' provato che, grazie alla frode, si finanziano il terrorismo, il traffico di droga e quello di essere umani".

Anche gli esperti che hanno redatto il rapporto, prima di entrare nel merito della questione, ci tengono a porre l'accento sui danni creati dai reati di tipo finanziario: "Tutti noi siamo vittime delle frodi - scrivono - perche' come conseguenza dei reati finanziari paghiamo prezzi piu' alti nei negozi, interessi piu' alti per i nostri mutui, premi piu' alti per le assicurazioni. Le frodi fiscali significano tasse piu' alte. Le vittime di frodi subiscono a volte perdite devastanti che colpiscono le loro pensioni e i loro risparmi, rovinando loro la vita. Anche imprese oneste possono essere portate alla bancarotta dai truffatori. Spesso i truffatori approfittano dell'ignoranza e della dabbenaggine della gente per ricavarne denaro".

"Un po' di precauzione e un sano scetticismo nei confronti di offerte che sembrano un po' troppo convenienti per essere vere - suggeriva la prefazione al rapporto sulle frodi - sarebbero utili per evitare di cadere vittime di truffe. Anche le imprese e il settore pubblico potrebbero difendersi adottando gli opportuni sistemi di controllo, e assicurandosi che vengano posti in atto senza trascuratezze. Tuttavia, nonostante le precauzioni, non sara' mai possibile eliminare totalmente qualsiasi tipo di frode. Ci sara' sempre qualcuno che riuscira' a truffare: in questi casi perseguire il reato con maggiore intransigenza si rivelera' utile per renderlo meno conveniente e bloccare o ridurre il fenomeno".

E infatti, nella stesura del rapporto, gli esperti inglesi non hanno remore nell'invocare pene piu' pesanti: "Le sentenze di condanna nei casi di reati in materia finanziaria trattati dal Serious Fraud Office (in cui, per definizione, la frode grave ammonta ad almeno 1 milione di sterline) irrogano in media pene che prevedono tre anni di carcere. Si tratta di una pena molto inferiore a quella che verrebbe inflitta per reati di appropriazione di altro tipo, ma per valori simili. Questo vale per tutti i livelli di frode. Le pene basse sono un insulto alle vittime e veicolano il messaggio che rubare del denaro con l'inganno e', in un certo senso, piu'accettabile che rubarlo in altri modi. Il problema e' in parte costituito dal fatto che la pena massima per la frode e di soli 10 anni, mentre la pena massima per il riciclaggio di denaro, un reato che presenta alcune caratteristiche comuni a quello di frode, e' di 14 anni. Il Rapporto suggerisce che la pena massima si allinei sui 14 anni per entrambi i casi".

Il Rapporto sulle Frodi raccomanda infine, "a causa delle lunghezza delle indagini e dei processi per frode, di ricorrere piu' spesso ai riti alternativi, che prevedono un accordo tra accusa e difesa che comprenda un'ammissione di colpa per una specifica accusa e formuli una proposta di pena da rivolgere al tribunale giudicante. Non si tratta di trovare la scorciatoia per evitare il tribunale, - sottolineano i redattori - l'imputato ammette la propria colpa, accetta una condanna, e a volte la sconta anche in carcere". E dunque "spesso l'accordo ha per risultato un migliore e piu' rapido risarcimento delle vittime rispetto a quanto avverrebbe al termine di un regolare processo penale, dal risultato incerto".

Sarebbe utile se cio' avvenisse anche in Italia, dove tuttavia i ridotti termini di prescrizione dei reati, e la speranza di indulti, inducono quasi sempre le difese ad evitare il ricorso ai riti alternativi. Non resta che augurare una miglior fortuna alle vittime inglesi, sempre che i propositi del Rapporto sulla Frode vengano implementati affidandoli alle persone piu' adatte.

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