NEW del 06 febbraio 2006

 
     

Caricature Maometto : interviene Kofi Annan , nuovi incidenti
di Gabriella Mira Marq

Anche Kofi Annan e il rappresentante OSCE per i media sono intervenuti sulla controversa vicenda delle vignette danesi su Maometto.

Il segretario generale dell'ONU ha ieri detto di comprendere il senso di offesa dei Musulmani ma ha chiesto di non ricorrere alla violenza come reazione. Il suo portavoce, Stephane Dujarric, ha dichiarato a New York che "il segretario generale e' allarmato dalle minacce e dalla violenza, compresi gli attacchi alle ambasciate che si sono verificati in Siria e nel Libano e i fatti avventi in altri Paesi nei giorni scorsi". Annan ha detto di condividere il dolore di molti musulmani alla pubblicazione delle caricature che considerano un insulto alla loro religione, ma, sottolinea il portvoce, "desidera sottolineare che tale rancore non puo' giustificare la violenza, soprattutto se diretta contro persone che non hanno responsabilita' o possibilita' di controllo sulle pubblicazioni in questione".

Il portavoce ha ripetuto che Annan sollecita che i Musulmani accettino le scuse date dal giornale danese, risposta che sarebbe "nello spirito di una religione nota per i suoi valori di misericordia e di pieta'" e lascino alle spalle questo episodio. Attraverso il suo portavoce, il segretario generale inoltre ha fatto appello a tutte le parti in causa, specialmente i governi e i leader "affinche' facciano di tutto per ridurre le tensioni e per evitare azioni o dichiarazione che potrebbero aumentarle". "Ora, piu' che mai e' tempo che persone di tutte le fedi e comunita' camminino in uno spirito di dialogo e di rispetto reciproco".

Difende invece il dritto dei giornali a pubblicare le controverse caricature il rappresentante OSCE per la liberta' dei media, Miklos Haraszti. Egli ha dichiarato qualche giorno fa: "Comprendo che la sensibilita' di coloro che professano le proprie tradizioni siano state ferite da queste vignette. Ma il diritto a mettere in discussione tutte le fedi e' esso stesso una tradizione riconosciuta nei Paesi democratici". "Quando e' raccomandato il rispetto per le tradizioni, esso eve essere reciproco. Cio' che molti dimostranti ed alcuni governi chiedono e' una interferenza dello Stato nel lavoro dei media. Tale azione contraddirrebbe i fini fondamentali dei 55 Stati memnbri OSCE". Haraszti ha detto anche che l'OSCE raccomanda un giornalismo responsabile, ma crede che i governi non debbano intromettersi.

Intanto la Lega araba-europea, che opera in Belgio e in Olanda, ha pubblicato sul suo sito Internet disegni che mettono in dubbio l'Olocausto degli Ebrei, appellandosi alla liberta' di parola. In un messaggio sul sito si legge: "Dopo le lezioni di liberta' di parola e tolleranza che Arabi e Musulmani hanno ricevuto in questi giorni - si legge sul sito - e dopo che molti altri giornali europei hanno pubblicato le vignette sul Profeta Maometto, l'Ael ha deciso di entrare nell'affare delle vignette ed esercitare a sua volta il diritto alla libera espressione artistica".

E ancora: "Ci teniamo a sottolineare che i nostri disegni, esattamente come quelli pubblicati sui giornali europei, non intendono assolutamente offendere nessuno ne' devono essere cnsiderati come dichiarazioni contro un gruppo, una comunita' o un fatto storico. Semplicemente riteniamo sia arrivato il momento di rompere i Tabu' e attraversare quella linea rossa dietro la quale non intendiamo piu' stare".

In Libano - dove migliaia di Musulmani hanno dato alle fiamme il consolato danese e lanciato sassi contro una chiesa maronita per protesta contro la pubblicazione di caricature del profeta Maometto - si e' dimesso il ministro degli interni Hassan Al Sabaa.

Dopo il direttore di France Soir, anche un giornalista malese, del quotidiano "Sunday Tribune", e' stato costretto alle dimissioni per aver pubblicato una delle vignette su Maometto. Il giornale ha chiesto scusa per la pubblicazione.

In Italia, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sull'assassinio in Turchia del sacerdote Andrea Santoro. Ankara ha affermato trattarsi di un incidente isolato e il ministro degli esteri turco Abdullah Gul in una nota ha detto di sperare che "non si ripeta e che non crei danno al clima di tolleranza che regna nel nostro Paese".

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