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NEW del 16 novembre
2005
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Etiopia:
decine di oppositori a rischio pena di morte Centinaia di persone, tra cui molti membri e sostenitori della Coalizione per l'unita' e la democrazia (CUD), il sindaco di Addis Abeba, il direttore delle politiche della ONG Action Aid, numerosi giornalisti, avvocati e parlamentari, sono state arrestate in Etiopia a seguito delle manifestazioni di protesta contro il risultato delle elezioni del 15 maggio scorso. Amnesty International lancia l'allarme sulla preoccupante dichiarazione del primo ministro etiope Meles Zenawi che il 5 novembre ha paventato la pena di morte per tradimento per 58 persone tra quelle attualmente in arresto. Gia' durante le manifestazioni - assolutamente pacifiche, ricorda l'organizzazione internazionale per i diritti umani - la polizia aveva aperto il fuoco uccidendo 30 persone e ferendone 150. Amnesty International ha sottolineato che queste persone sono prigionieri di coscienza ed ha dichiarato di temere che "nel corso della detenzione in attesa del processo possano essere torturate", per cui ha lanciato un appello in cui chiede alle autorita' etiopi di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutte le persone arrestate durante e dopo le manifestazioni di inizio novembre. Inoltre in questi giorni Amnesty International si e' rivolta al sindaco di Roma, Valter Veltroni, chiedendogli di sollecitare l'immediata scarcerazione del sindaco di Addis Abeba e alla Farnesina, richiedendo un immediato intervento nei confronti del governo etiope affinche' siano rilasciati tutti i prigionieri di coscienza. L'Etiopia e' in questo momento in tensione con l'ONU per via di movimenti militari ai confini con l'Eritrea, mentre il primo ministro enawi e' sostenuto da Tony Blair, che lo considera un esponente dei nuovi riformatori africani, suscitando le proteste dei giovani di Addis Abeba. ___________ NB:
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