NEW del 12 settembre 2005

 
     

Gaza : cambio Israeliani - Palestinesi , sinagoghe non demolite
di Mauro Giannini

I primi Palestinesi sono entrati nelle ex colonie di Gaza mentre l'ultimo soldato israeliano lasciava la striscia. Intanto Tel Aviv ha decisio di non abbattere le 22 sinagoghe abbandonate, sebbene i Palestinesi abbiano avvisatodi non poter garantire la loro difesa.

La decisione - anticipata venerdi' dalla sospensione dei lavori di demolizione ordinata dal ministro della difesa Shaul Mofaz - e' stata presa in seguito a forti pressioni di influenti rabbini e col voto favorevole di 14 ministri e contrario di 2, nonostante il governo avesse ottenuto il parere favorevole della Corte Suprema a seguito di una consultazione con l'ANP. Si hanno gia' notizie di saccheggi delle prime sinagoghe, che una forza palestinese insufficiente non e' in grado di presidiare.

Le operazioni di ripiegamento dell'esercito israeliano si cono invece concluse senza incidenti, segnando l'evento con una cerimonia cui ha partecipato il capo delle forze armate israeliane Dan Jalutz. Gli ufficiali israeliani hanno issato la bandiera al valico di Kissufim, principale punto di accesso alle colonie del Gush Katif, rase al suolo ed e' stato suonato l'inno di Israele.

Il generale Dan Harel ha tenuto un breve discorso, sottolinenando che gli Israeliani lasciano i territori "a testa alta" in quanto questo ritiro "completa l'applicazione del piano di disimpegno approvato dal governo e dal parlamento". L'esercito isralìeliano ha lasciato il territorio attraverso il passaggio Magen 13.

Le forze dell'ordine palestinesi sono entrate nelle 21 colonie soprattutto nel blocco di Gush Katif, nel sud. Nella notte gruppi di manifestanti palestinesi entusiasti erano gia' entrati nelle ex colonie, a dispetto del cordone sėdi sicurezza realizzato dalla polizia palestinese. Anche attivisti di Hamas, con bende verdi, erano fra questi.

A Kfar Darom, centinaia di giovani palestinesi hanno saccheggiato la sinagoga, infrangendo vetri, bruciando le piante all'ingresso e salendo sul tetto. A Netzarim dei giovani hanno tentato di incendiare il luogo di culto ebraico. Un funzionario palestinese aveva qualificato come "ridicole" le motivazioni con cui gli Israeliani hanno deciso di mantenere in piedi le sinagoghe, aggiungendo che cio' non ha nulla a che fare con la religione, e che si tratta di un fatto politico.

Nonostante i prevedibili incidenti, il presidente palestinese Abu Mazen ha parlato di "giornata di gioia per il popolo palestinese", dicendo che da piu' di un secolo non se ne era avuta una simile.

Anche se il ritiro israeliano e' stato un gesto storico, ancora molto resta pero' da fare, secondo le autorita' palestinesi.

Speciale pace e diritti umani

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