NEW del 04 maggio 2005

 
     

ANM chiede stralcio norme bancarotta da decreto competitivita'
di red

L'Associazione Nazionale Magistrati esprime preoccupazione per le norme sulla bancarotta contenute nel decreto sulla competitivita' in Commissione Bilancio del Senato. Il testo della legge di conversione del decreto contiene alcuni interventi in materia di giustizia: la modifica delle norme e del processo in tema di fallimento e bancarotta e la introduzione di disposizioni che incidono significativamente sul processo civile.

In una nota l'ANM ha ribadito ieri "la sua assoluta contrarietà" al metodo con il quale è stata approvata, con un maxi-emendamento, una delega al governo a legiferare "in materie delicatissime, quali le procedure concorsuali, il processo civile ed il giudizio civile dinanzi la Corte di Cassazione" ed ha espresso preoccupazione per la possibilita' che venga chiesta la fiducia anche su questo provvedimento.

Le Toghe si dicono preoccupate per "le norme sul giudizio di Cassazione, che provocheranno un ulteriore incremento del contenzioso e la conseguente dilatazione dei tempi dei processi, compromettendo così l'attuazione del principio della ragionevole durata sancito dalla Costituzione".

Sulle modifiche alla disciplina del codice di procedura civile, i Magistrati ritengono che "la possibile estensione a tutte le controversie civili del rito societario provocherà la dilatazione delle questioni di costituzionalità già pendenti, con il pericolo di bloccare l'intero settore" e che nasceranno problemi "anche per le norme in materia di bancarotta, a causa del la riduzione delle pene e, di conseguenza, dei termini di prescrizione, che comporteranno il rischio che rimangano impuniti anche fatti di estrema gravità con danni per le persone offese".

I magistrati ricordano che "sui temi della riforma della procedura civile serve un confronto ampio, per quanto rapido, che possa portare in breve tempo all'approvazione delle modifiche necessarie, su cui era già in corso un dibattito approfondito nella competente sede della Commissione Giustizia del Senato".

L'A.N.M. chiede quindi di poter incontrare i gruppi parlamentari e chiede che in Parlamento vengano stralciate dal d.d.l. tutte le norme in materia di giustizia. La stessa necessita' dello stralcio era stata avanza dai consiglieri togati del CSM Luigi Marini e Giuseppe Salmè qualche giorno fa in una lettera al Sole 24 ore.

Dopo aver rilevato che "il C.S.M. ha più volte segnalato nei suoi pareri che lo strumento del decreto legge non dovrebbe essere utilizzato per modificare norme di ordinamento giudiziario" sulle modifiche in materia fallimentare i magistrati rilevavano che le modifiche proposte incidono su aspetti importanti e presentano in tema di bancarotta, soluzioni non convincenti e non accompagnate dal consenso degli operatori.

Ma lo strappo maggiore - a giudizio dei due consiglieri, e' costituito dal fatto che in sede di conversione venga introdotta una delega a procedere ad una riforma "organica" del processo civile, e "non sembra davvero accettabile che una riforma processuale, ampia e non condivisa da tutti, sia affrontata in un dibattito parlamentare compresso e, forse, neutralizzato da un voto di fiducia in sede di conversione di un decreto legge avente oggetto diverso".

Speciale Giustizia


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