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NOTIZIARIO del 01
marzo 2005
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Ciampi
: rasserenare clima fra poteri , magistratura autonoma Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha lanciato ieri un appello ad una maggiore serenita' nei rapporti tra Istituzioni dello Stato ed un monito sull'indipendenza della Magistratura che deve essere sempre garantita. Il Capo dello Stato, in occasione dell'incontro con i nuovi uditori giudiziari al Quirinale, presenti il Ministro della Giustizia e diversi membri del CSM fra cui il vicepresidente Virginio Rognoni. Il presidente ha detto che il sistema della Giustizia "da tempo incontra difficoltà e che non sempre riesce a essere veramente e pienamente funzionale e rispondente alle esigenze della nostra società civile" e che il "nemico mortale della giustizia" e la durata eccessiva dei processi, "che spinge i procedimenti, sia civili sia penali, a ridosso del limite al di là del quale comincia il dominio della 'non giustizia'", della "giustizia negata con grave lesione dei diritti fondamentali dei cittadini e dei fondamenti stessi della democrazia". Ciampi si e' augurato che le linee indicate dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione nella sua relazione inaugurale dell'anno giudiziario "possano realizzarsi in un prossimo futuro. Mi riferisco alla necessità di rivedere e ripensare alcune procedure e all'accelerazione di programmi intesi a rendere più efficiente l'organizzazione giudiziaria anche mediante l'impiego diffuso e razionale dello strumento informatico". Il presidente ha richiamato l'attenzione "sia del Consiglio Superiore sia del Ministero perche' la durata delle procedure concorsuali sia la piu' breve possibile" ed ha ricordato che la formazione dei giovani magistrati "acquista oggi una dimensione piu' ampia nel quadro europeo in cui l'attivita' dei magistrati e' destinata a svolgersi", per cui e' apprezzabile l'inserimento nel programma dei corsi dei temi connessi allo sviluppo dello spazio giuridico europeo. Infatti, ha detto Ciampi, "la Costituzione europea, che i Paesi membri dell'Unione si apprestano a ratificare, fa riferimento esplicito alla necessità di forme di cooperazione sempre più intense, anche in vista del riavvicinamento delle normative, pur nel rispetto delle particolari culture giuridiche". Il presidente ha aggiunto che "al di là di soluzioni di problemi particolari" il progetto di riforma della Giustizia "vede una sostanziale condivisione delle finalità perseguite in ogni sede, dal Parlamento al Ministero della Giustizia, al Consiglio Superiore". Il presidente ha ricordato ai giovani magistrati che "la Costituzione detta regole chiarissime sulla salvaguardia della vostra funzione: autonomia e indipendenza da ogni altro potere (articolo 104) e soggezione alla sola legge (articolo 101)". "Sappiate, però - ha ammonito il presidente - che i primi garanti della autonomia e della indipendenza del vostro lavoro dovete essere voi stessi, con la vostra condotta, ispirata a coraggio e umiltà, sempre attenta ad evitare comportamenti non conformi all'etica della missione a voi affidata e pronta a riconoscere gli errori eventualmente commessi. Ha scritto Voltaire (Trattato sulla tolleranza) che 'l'onore dei giudici consiste, come quello degli altri uomini, nel riparare i loro errori'". Il presidente ha ricordato che, come affermato anche dal CSM, "le sentenze, le requisitorie, le ordinanze e tutte 'le pronunce degli Organi giudiziari di ogni ordine e grado possono essere criticati anche con toni forti'" ma "'l'esercizio del diritto di critica non deve tradursi tuttavia in prese di posizioni tali da delegittimare l'attività giudiziaria'". Ciampi ha ribadito che "la stabilità delle Istituzioni si fonda sulla divisione dei poteri e sul rispetto pieno e reciproco delle funzioni di ciascuno. Sicché sta ai magistrati così come a tutti coloro che sono investiti di pubbliche responsabilità non travalicare i confini istituzionali e non alimentare le tensioni". Il presidente ha suggerito ai Magistrati di "anestetizzare le vostre reazioni, anche davanti ad attacchi avvertiti come ugualmente diretti alle persone o all'intero ordine giudiziario. E' questo l'unico modo non soltanto di essere ma anche di apparire autonomi e indipendenti, rafforzando con ciò stesso la fiducia dei cittadini nella giustizia". "Per parte mia - ha promesso il presidente - sarò sempre garante attento e severo dell'autonomia e dell'indipendenza e strenuo difensore del prestigio della Magistratura" ed ha auspicato che "tra Parlamento, Governo e Consiglio Superiore della Magistratura si svolgano sempre e soltanto confronti e dialoghi costruttivi su tutti i temi cruciali concernenti il sistema Giustizia. Occorre ogni sforzo per rasserenare il clima".
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