NOTIZIARIO del 18 marzo 2005

 
     

Firme false : quali responsabilità penali e politiche ?
da Antonella Porro

Gentile dott.ssa Guma,

vorrei sapere cosa pensa di quanto sta accadendo con la lista di Alessandra Mussolini, Alternativa sociale.

Non è assurdo che esponenti del centrosinistra abbiano autenticato le firme per una lista di ispirazione fascista? E quali scuse possono accampare per aver autenticato firme false?

Antonella Porro

Risponde Rita Guma

In primo luogo, le responsabilita' - come in tutti i casi di indagini - vanno accertate dai magistrati. Indagato o informazione di garanzia non sono sinonimo di colpevolezza, dato che per la legge si e' innocenti fino a prova contraria.

Ove accertate, queste responsabilita' sono individuali, anche se i responsabili farebbero bene a dimettersi per evitare imbarazzi ai propri partiti e alle Istituzioni di appartenenza, come e' sempre stato invocato per altri illustri indagati per questi e altri reati (che non si sono dimessi, ma anzi, continuano a sedere nelle Istituzioni).

Sul piano legale, l'autenticatore abilitato attesta di aver verificato l'autenticita' di ciascuna firma sottoscritta in sua presenza e la corrispondenza con il documento di identita'. Se ne assume la responsabilita', quindi e - in caso di difformita' non attribuibili ad errori di trascrizione - non puo' invocare ignoranze di sorta.

La legge elettorale e' talmente complessa e confliggente con la politica reale (spesso i nomi dei candidati si decidono all'ultimo momento, quando ormai e' impossibile raccogliere le firme sulle liste, anche ove si possegga una eccezionale organizzazione) da far ragionevolmente pensare che di irregolarita' ce ne siano spesso, almeno nelle modalita' di raccolta.

Cioe' che talora i nominativi siano anche veri e corrispondenti ai numeri dei documenti, ma raccolti per telefono o prima che siano state completate le liste o comunque fuori dalla vista di chi poi le autentica. Anche in quei casi sarebbero commessi dei falsi, ma piu' difficili da scoprire. Una denuncia che in alcune circostanze e' stata fatta dai Radicali Italiani a carico di molti partiti.

Sarebbe opportuno modificare le modalita' di raccolta, ma non nel senso in cui sembra si voglia andare con la legge per le amministrative ora in esame al senato, in cui un emendamento appena presentato vorrebbe eliminare l'obbligo di raccolta delle firme per i partiti presenti in parlamento, costringendo quindi ad un tour de force solo i partiti che non hanno i "muscoli" e i fondi statali per ottemperare ai regolamenti mantenendo la legalita'.

Analogamente non e' stato corretto introdurre una sorta di indulto per chi avesse gia' commesso falsi (e si trovi magari attualmente sotto processo), come e' stato fatto depenalizzando molti reati elettorali o riducendone i tempi di prescrizione.

La questione politica dell'autenticazione delle firme, invece, non sussiste, perche' si tratta di un fatto di democrazia. Qualsiasi partito che non sia stato condannato in sede giudiziaria per tentata ricostituzione del partito fascista o per violenza o incitamento alla violenza ha diritto di competere alle elezioni.

Cio' anche in caso abbia ascendenze culturali totalitarie - come stabilito dalla Corte dei diritti dell'uomo nella sentenza del febbraio 2005 a favore del partito Nepericisti contro la Romania - ed anche ove non abbia fondi o eletti che fungano da autenticatori, dato che la legge stabilsce solo che debbano avere il prescritto numero di firme.

In democrazia devono infatti vincere le persone per bene e capaci e le idee che siano adeguatamente rappresentative, senza un uso escludente di leggi varate invece per garantire il pluralismo.

La nuova legge sui reati elettorali

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