NEW 16 dicembre 2005

 
     

TAV : Pisanu si scusa con i Valsusini e paventa nuove violenze
di Rita Guma*

Il ministro Giuseppe Pisanu si e' scusato con i Valsusini.

Il ministro ha detto: "io non ho alcuna difficoltà a scusarmi con i cittadini pacifici della Val di Susa che hanno subito danni fisici in occasione dello sgombero del cantiere di Venaus. Ma scuse egualmente sentite mi attendo da quanti hanno costretto gli uomini della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri ad affrontare massacranti turni di lavoro e subire ogni sorta di aggressione verbale e fisica. Quei poliziotti e quei carabinieri sono gli stessi che negli ultimi due anni e mezzo hanno garantito, a prezzo di molti sacrifici, il diritto costituzionale di esprimere pacificamente le proprie opinioni in ben ventimila manifestazioni di piazza. Essi meritano non solo scuse, ma solidarietà e gratitudine".

In primo luogo, ci sembra che le scuse - ancorche' costituenti un'autorevole ammissione - non bastino, in uno Stato di diritto. In secondo luogo i massacranti turni di lavoro sono stati stabiliti da funzionari del ministero dell'interno, locale o centrale, non dai cittadini, che infatti - per ammissione stessa del ministro - a Venaus erano 200, per circa 2000 poliziotti. Certo ci rendiamo conto che gli agenti - mal equipaggiati per sopportare temperature polari e orari prolungati - fossero nervosi e stanchi, ed attribuissero ai Valsusini dei presidi la responsabilita' della loro presenza li', ma sia tale responsabilita', sia l'impostazione dell'organizzazione sono da attribuirsi al ministro stesso.

Egli ammette infatti che "il rischio che la protesta della Val di Susa potesse degenerare da un momento all’altro mi è apparso chiaro già a fine novembre". Pisanu ritiene che i Valsusini potessero subire infiltrazioni, ma tali infiltrazioni vi possono sempre essere in pacifiche manifestazioni organizzate. Si vuole dunque arrivare a limitare o abolire il legittimo diritto di riunione e manifestazione? Mi rivolgo in primis ai lettori cittadini, e poi al ministro, dato che uno puo' per ideologia o convenienza a mantenere l'ordine pubblico avere le sue convinzioni. Ma i cittadini non debbono accettare di vedersi sottrarre i propri diritti, anche quando non riguardano personalmente e direttamente loro (oggi, ma domani?).

Il ministro dice di aver rappresentato "al Consiglio dei Ministri l’esigenza di rispondere positivamente alle forti e diffuse preoccupazioni dei cittadini della Val di Susa". In primo dobbiamo credere sulla parola al ministro sulle denunce di questi cittadini. Ci chiediamo poi se e' per questo che ha militarizzato la valle, impedendo la libera circolazione dei cittadini non residenti nei singoli comuni, altra lesione di un diritto.

Ma il ministro dichiara fondata la sua preoccupazione, poiche' dice di aver temuto l’esistenza di "una miscela preoccupante di legittima protesta popolare, speculazione politica ed intrusioni eversive che rischia di esplodere da un giorno all’altro". Delle intrusioni abbiamo detto. La speculazione politica, poi, e' presente quasi ovunque, nella vita civile, dove c'e' un gruppo che protesta per qualcosa. E qui entra in gioco l'opposizione, che, come tutte le opposizioni, specula sempre sulla protesta, ma in questo caso non vi aveva interesse, poiche' cointeressata dalla TAV sia politicamente che tramite imprese di amici, e quindi ha protestato in modo blando e non si e' opposta efficacemente alla militarizzazione della valle.

Il ministro cita a riprova dai suoi sospetti "la creazione dei Comitati NO TAV, manifestazioni di protesta, presidi" e iniziative di protesta e di solidarietà al movimento Anti-Tav che si sono svolte anche a Roma, Venezia, Trieste, Udine, Pordenone, Brescia, Siena, Arezzo, Grosseto, L’Aquila, Chieti e Napoli. Cioe' tutte cose permesse dalla Costituzione, diritto di manifestazione e associazione, liberta' di espressione e diritto di critica politica. La Costituzione evidentemente e' eversiva.

"Tra il 6 e l’8 dicembre, inoltre, ambienti antagonisti hanno lanciato via internet numerosi messaggi a sostegno delle proteste", dice il ministro. Ma il ministro non fa nomi e cognomi, quindi occorre chiedersi che cosa sia un "ambiente antagonista". Io difendo per statuto i diritti civili, e quindi il diritto degli Italiani ad essere correttamente informati sulla TAV e il diritto dei Valsusini alla salute ed a manifestare. Sono dunque antagonista? Antagonista a cosa? Non certo allo Stato o alla legge, visto che mi richiamo alla Costituzione, alla Carta Europea dei diritti ed alla Carta ONU dei diritti dell'uomo. Cosa significa, allora? Che non puo' esservi opposizione o critica politica?

Quanto ai blocchi stradali e ferroviari, alle citate "ripetute aggressioni alle Forze di Polizia e danneggiamenti dei loro mezzi", sono certo illegali, ma mi sembra che per legge non debba rispondere di cio' un'intera popolazione. Se i fatti raggiungono lo stato di allarme, spetta al parlamento varare una legge straordinaria che stabilisca mezzi e metodi e limiti temporali dell'azione straordinaria. Ma se i fatti non raggiungono tale livello, devono essere i singoli responsabili ad essere fermati e perseguiti, non bloccata e monitorata una intera valle.

Sulle vicende dell'eventuale carica o delle manganellate (cosi' come per le violenze dei presunti No Tav) dovrebbe a mio giudizio esprimersi la magistratura con una inchiesta. Non e' giusto accusare nessuno senza prove, e le testimonianze, seppur numerose, non costituiscono una prova senza contraddittorio fra le parti, specifici accusati e avvocati difensori.

Il ministro parla poi di "falsi pacchi bomba, atti intimidatori", minacce e telefonate anonime, ma non dice - ancora una volta - chi ne era l'autore... Visto che c'e' un contenzioso in atto, in assenza di prove possiamo legittimamente pensare che l'autore fosse di segno opposto a quello che si vuol cercare di indurre a credere, e che il suo fine fosse screditare la protesta... Infine Pisanu conferma che nel corteo dell'8 dicembre su 30.000 partecipanti solo 1.000 erano 'eversivi' o 'estremisti', ma i 29.000 contrari alla Tav non eversivi passano subito in secondo piano per evidenziare le violenze di quei 1.000.

Ieri il presidente della Repubblica, rivolto ai Prefetti italiani, ha detto alcune sagge cose, che a mio avviso molto hanno a che fare con la Val di Susa, anche se pochi hanno colto il nesso (un caso?). Vorrei percio' ricordarle qui: "l'istituto prefettizio è diventato anche l'interlocutore naturale della società civile, quando si tratti di affrontare problematiche di forte impatto, suscettibili di provocare contrapposizioni profonde - ha detto il capo dello Stato - .... In tali occasioni, il costante e paziente lavoro di mediazione del Prefetto, oltre a raffreddare le tensioni e favorire la convergenza di idee su punti comuni, consente agli organi centrali di governo di acquisire una piena ed oggettiva conoscenza di fatti e situazioni sui quali modulare i propri comportamenti".

"E' un'attività, questa - ha sottolineato Ciampi - strettamente correlata al ruolo tradizionale di garantire la sicurezza nella legalità, in ogni Provincia. Garantire la sicurezza dei cittadini rappresenta una condizione fondamentale per l'esercizio dei diritti di libertà. Lo Stato è tenuto ad assicurarla in egual misura a tutti e dappertutto. Ma una gestione efficace e intelligente di essa non si risolve esclusivamente nelle azioni di contrasto della criminalità di ogni tipo. Essa esige anche l'impegno per la prevenzione e per la immediata individuazione delle condizioni del malessere sociale.... In questo modo possono essere progressivamente ridotti gli spazi di sfruttamento da parte delle organizzazioni malavitose e di strumentalizzazione da parte dei gruppi eversivi".

Quando Ciampi ha parlato, Pisanu c'era. Chissa' se almeno lui ha colto qualche elemento di ispirazione.

NOTA, dalla Costituzione della Repubblica italiana: Art. 16 - Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
Art. 17. I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Art. 18. I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Art. 27. La responsabilità penale è personale.
Art. 28. I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.

*presidente Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus

Interventi e articoli sul No Tav

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