NEW del 21 novembre 2005

 
     

Bosnia : anniversario accordi di pace di Dayton , ma ...
di Mauro Giannini

La Bosnia ricorda oggi il decimo anniversario degli accordi di pace di Dayton (USA) che posero fine a tre anni e mezzo di guerra interetnica. Il 21 novembre 1995 si chiuse ufficialmente il conflitto nell'ex Jugoslavia, che aveva provocato nel Paese 200.000 morti, oltre due milioni di rifugiati (piu' della meta' della popolazione della Bosnia) e migliaia di violenze e stupri.

Nessuna cerimonia importante e' prevista a Serajevo - dove la celebrazione e' rimandata al 14 dicembre, data della firma dell'accordo a Parigi - mentre una delegazione bosniaca composta da una quarantina fra ministri, parlamentari e altri esponenti delle tre principali comunita', serba, musulmana e croata, si sono recati negli USA per discutere dei cambiamenti ormai necessari alla Costituzione scaturita dagli accordi di dieci anni fa.

Alla fine del trattato di pace, infatti, - con quello che fu considerato un grande risultato politico - il Paese fu caratterizzato con due entita' politiche di superficie confrontabile, la repubblica Srpska (a maggioranza serba cristiana-ortodossa) e la federazione croato-musulmana, unite da alcune istituzioni centrali. La presidenza della repubblica fu progettata collegiale multietnica a rotazione e governo e parlamento suddivisi equamente in base alle etnie.

Ma l'attuale assetto costituzionale non ha raggiunto i risultati voluti, cioe' quelli della piena integrazione e la generazione emergente rivendica la propria appartenenza etnica ed e' talora nostalgica della guerra, mentre la componente musulmana e' sempre meno laica.

Sembra che gli esperti del dipartimento di Stato USA abbiano gia' preparato un progetto di nuova Costituzione bosniaca mantenendo le due entita' distinte ma riducendo la loro autonomia a favore del potere centrale, in contraddizione con quella che appare l'esigenza della popolazione locale.

La realta' dei due blocchi, quello cristiano e quello islamico e' infatti sempre piu' divergente nella politica, nei comportamenti, nell'economia, ma sicuramente la principale preoccupazione degli USA e' evitare la palpabile deriva islamica del 50% del Paese.

Nel frattempo in Croazia e' stato recentemente condannato a cinque anni di reclusione un grande vecchio della letteratura, Predrag Matvejevic, per aver scritto sul giornale Jutarnji List l'articolo, "Noi Talebani", nel quale denunciava le responsabilita' di giornalisti ed intellettuali croati nell'odio razziale che genero' la guerra dell'ex Jugoslavia.

Il tribunale di Zagabria ha condannato Matvejevic, pluripremiato docente alla Sapienza di Roma, per calunnia e offese su istanza di alcuni degli obiettivi dei suoi strali.

Speciale pace

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