NEW del 17 novembre 2005

 
 
       
 

Unione Europea e diamanti insanguinati
di Carla Amato

L'Unione Europea e' stata appena designata alla presidenza del progetto contro "i diamanti dei conflitti" per il 2007, in qualita' di primo centro commerciale del mondo per l'industria diamantifera. Per questo scorcio di 2006 la UE, rappresentata dalla Commissione europea, fungera' da vicepresidente dell'attuale Stato leader, il Botswana.

Il "processo" di Kimberley (in Sudafrica) e' una iniziativa internazionale nata nel 2000 e diventata operativa nel 2003 per eliminare il commercio illegale di diamanti ad opera di movimenti ribelli che li usano per finanziare guerre contro Stati legittimi, soprattutto in Africa.

Esso vede schierati diversi Stati del mondo, dalla Repubblica centrafricana all'Armenia, dalla Costa D'Avorio al Brasile, dalla Cina all'Australia, da Israele al Canada e, appunto, all'Unione Europea, ma anche alcune industrie dei diamanti e ONG.

All'interno dell'Unione il processo di Kimberley e' stato tradotto in una direttiva del Consiglio che si applica in tutti gli stati membri. Il commissario europeo per le relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, ha detto che l'obiettivo primario della presidenza UE sara' promuovere l'applicazione il piu' possibile completa del progetto a tutti i partecipanti, cioe' 69 soggetti, fra cui i 25 Stati UE.

Il metodo principale seguito e' quello del controllo delle esportazioni e delle importazioni con una certificazione che deve seguire il prodotto dall'estrazione alla lavorazione e che le industrie dei gioielli devono chiedere all'atto d'acquisto della merce. Ma controllare le fonti e' spesso difficilissimo, in quanto le stesse industrie diamantifere hanno talora come prassi l'anonimato e la riservatezza.

Uno degli scopi del processo e' poi quello di garantire ai consumatori finali che il prodotto acquistato non sia servito a generare conflitti nel Paese d'origine e non sia frutto di violazione dei diritti umani, ma quest'ultima ambizione viene contraddetta dal fatto che i controllati coincidono spesso con il controllore.

Infatti, se la lega di organizzazioni internazionali e Stati del processo di Kimberley mira a tagliar fuori dal flusso dei diamanti i gruppi ribelli, le violazioni dei diritti sono talvolta commesse dagli stessi governi partecipanti al progetto.

Proprio il Botswana - per ora maggior produttore mondiale di diamanti e attuale presidente del progetto - ha cacciato dalle loro terre ataviche e quindi privato del sostentamento naturale i Boscimani per consentire alla De Beers (con partecipazione statale) di estrarre il prezioso minerale, in violazione del diritto internazionale.

Si spera che la presidenza UE sappia sanare queste contraddizioni, e - forte dei 25 Stati membri e del ruolo di maggiore mercato mondiale del settore - riesca ad evitare un ruolo solo di facciata.

Speciale pace e diritti umani

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