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NEW del 27 ottobre
2005
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ONU
: Hariri , Consiglio sicurezza pensa a sanzioni alla Siria La minaccia di sanzioni alla Siria nell'indagine sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafik Hariri e' stata al centro del dibattito del Consiglio di sicurezza dell'ONU ieri sera a New York. Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti - rappresentati dal neoambasciatore John Bolton - hanno premuto, durante la prima sessione dedicata alla questione, perche' fosse approvata la loro proposta di risoluzione contenente le minacce di sanzioni. Secondo Bolton i membri del Consiglio ritengono unanimemente che la Siria debba collaborare con la commissione d'indagine guidata dal magistrato tedesco Detlev Mehlis ed intendono inviare un messaggio forte in tal senso. Per questo il progetto di risoluzione contiene l'intimazione a Damasco di cooperare in modo totale con la commissione d'inchiesta internazionale e prevede sanzioni individuali contro persone sospettate di implicazione nell'assassinio. Tali misure consistono nel congelamento dei beni all'estero e della interdizione a viaggiare. Vi e' pero' nella bozza di risoluzione anche una minaccia implicita di sanzioni economiche e diplomatiche se la Siria non dovesse ottemperare alla richiesta. E' proprio quest'ultimo punto a suscitare divisioni nel Consiglio, con Algeria, Cina e Russia (queste ultime con diritto di veto) contrarie. Ma gli USA minimizzano queste aperte opposizioni. Per essere approvata, una risoluzione deve ottenere almeno 9 voti su 15, senza veti da parte di un membro permanente del Consiglio, che si riunira' di nuovo oggi. Intanto il capo della commissione delle Nazioni Unite che ha scoperto il coinvolgimento della Siria e del Libano nell'omicidio dell'ex primo ministro libanese Rafik Hariri ha detto al Consiglio di sicurezza che il suo gruppo di lavoro di 15 membri ha ricevuto minacce nel Libano del sud e che i rischi connessi all'indagine stanno progressivamente aumentando. Inoltre nel suo rapporto provvisorio, la commissione ONU rilevava che inizialmente le autorita' siriane avevano contrastato il lavoro d'indagine, negando peraltro di avere documenti interessanti per l'inchiesta, e che in un secondo tempo sono state invece fornite agli inquirenti informazioni false o inesatte chiaramente fuorvianti. La Siria ha negato le accuse. In vista del prolungamento della missione fno al 15 dicembre, Mehlis ha detto che l'estensione del mandato della commissione offrirebbe "ancora un'altra occasione delle autorita' siriane di mostrare una maggior cooperazione" e "fornire tutte le prove relative all'assassinio", ma che "la sicurezza dei membri della Commissione deve essere una priorita'". ___________ NB:
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