NEW del 14 ottobre 2005

 
 
       
 

Iraq : al referendum sulla Costituzione con ampio accordo
di Shorsh Surme *

Martedì sera durante una seduta straordinaria del Parlamento Iracheno i leader politici hanno raggiunto un accordo sulla modifica del contenuto degli articoli della Costituzione, in cambio del sostegno degli Arabi sunniti al referendum costituzionale che si terrà sabato 15 ottobre prossimo.

Attraverso l'attivo intervento degli Usa, dell'Onu e della Lega araba, a due giorni dal referendum costituzionale, i leader politici delle varie etnie e delle varie confessioni religiose irachene hanno messo da parte i contrasti, raggiungendo l'identità di vedute, il che ha dimostrato la determinazione delle varie fazioni nell'ambito del processo di ricostruzione della politica irachena. Se sarà approvata la nuova Costituzione, si eviterà la retrocessione del processo di ricostruzione della politica irachena.

Secondo una stime del ministero degli Interni circa 15 milioni di elettori iracheni parteciperanno al referendum costituzionale. In primis i Curdi, e secondo il maggior quotidiano curdo, Khebat, un 87% dei curdi voterà "SI" alla costituzione.

"La nuova costituzione è la sola garanzia di unità per l'Iraq" avverte il presidente della regione del Kurdistan dell'Iraq Barzani: "Adesso curdi, arabi, musulmani, cristiani e tutte le comunità sono giunte a un consenso, che non soddisfa in pieno nessuna delle parti, ma risponde alla maggioranza delle aspirazioni di ciascuno".

Barzani ricorda che "è la prima volta nella storia dei Paesi del Medio Oriente che una costituzione è redatta con la consultazione di tutte le tendenze politiche, etniche e religiose del Paese". Gli Arabi sciiti e gli Arabi sunniti sperano che con questa consultazione si possa cancellare il rancore tra le due confessioni che dura da tanti anni.

Componenti sunniti del comitato di redazione della nuova costituzione hanno già criticato diverse parti del documento causando così un certo ritardo quando esso è stato sottoposto all'esame del parlamento. Le loro obiezioni riguardano il federalismo, i riferimenti al partito Baath di Saddam Hussein e la definizione dell'Iraq come stato islamico, e non arabo.

* giornalista curdo iracheno

Speciale pace

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