NEW del 12 ottobre 2005

 
 
       
 

Terrorismo : UE , dati a Europol obbligatori e scambi alla pari
di red

La Commissione UE ritiene che gli Stati membri dell'Unione debbano comunicare obbligatoriamente le informazioni in materia di criminalita' organizzata e terrorismo ad Europol, e non su base volontaria.

E' uno dei punti della proposta di decisione quadro adottata oggi dalla Commissione per migliorare lo scambio di informazioni utili all'azione repressiva. La decisione intende eliminare l'imprevedibilita' del meccanismo di scambio tradizionale basata sull'applicazione della legge dello Stato membro che riceve la richiesta, con il riconoscimento reciproco e l'uguale accesso alle informazioni.

I tipi di informazioni che possono essere ottenuti grazie a questa decisione includono i profili del DNA, le impronte digitali, le perizie balistiche, le informazioni di immatricolazione dei veicoli, i numeri di telefono ed altri dati delle comunicazioni, nonche' i nomi contenuti nei registri civili.

Il commissario Franco Frattini ha detto che in materia di scambio di informazioni "l'esistenza delle frontiere non deve essere considerata". Prima che lo scambio di informazioni su questa nuova base possa cominciare, le diverse autorita' cercheranno di uniformare le modalita' di gestione e trattamento dei dati.

Ma la Commissione ha considerato anche la collaborazione con i Paesi terzi (USA, Stati balcanici, Russia, Ucraina e Paesi dell'aerea del Mediterraneo) nel documento intitolato "una strategia sulla dimensione esterna in materia di liberta', sicurezza e giustizia".

Fra le prinicipali aree d'azione, quelle attualissime dei diritti umani, la migrazione, l'asilo, la gestione delle frontiere, la lotta al terrorismo e quella al crimine organizzato. Fra gli strumenti utilizzabili allo scopo di implementare la cooperazione nel settore con i Paesi terzi interessati, accordi di cooperazione con Europol ed Eurojust.

Nelle vedute della Commissione, gli aspetti interni ed esterni sono inestricabilmente legati. Frattini ha sottolineato come sia "chiaro che l'area interna di liberta', sicurezza e giustizia possa essere assicurata con successo se, allo stesso tempo, si lavora per stabilire un ambiente esterno sicuro".

Dal canto suo, il ministro della Giustizia italiano Roberto Castelli ha detto da Lussemburgo che contro l'immigrazione illegale e' necessario "guardare le nostre frontiere con grande severita'".

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