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NEW del 02 ottobre
2005
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Palestina
: tempi duri per i duri , la società si apre al dialogo Tempi duri per Hamas, che da un lato perde consensi elettorali, dall'altro vede i suoi leader arrestati, ed infine viene attaccata dalla stampa, mentre gli intellettuali palestinesi aprono al dialogo con Israele. Il gruppo militante estremista islamico ha vinto, secondo i dati ufficiali palestinesi, solo in 13 municipalita' su 104, contro le 51 vinte da Al Fatah. Il resto dei voti sono andati a altri gruppi o coalizioni minori. Hamas ha accusato di conseguenza ieri il Comitato per le elezioni palestinese di aver favorito il movimento del primo ministro Abu Mazen a suo discapito. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas a Gaza, ha affermato che i risultati reali differiscono da quelli proclamati da Jamal Shobaki, presidente del comitato, ed ha annunciato "diremo al popolo la verita'". Non ci si attendeva, invero, un risultato molto favorevole ad Al Fatah, nel mirino per accuse di corruzione a suoi membri nel governo, mentre Hamas era accreditata perche' ritenuta principale autrice del recente ritiro da Gaza di Israele. Probabilmente, pero', i recenti lanci di razzi su Sderot hanno velato la posizione del movimento fondamentalista, mentre Hamas attribuisce il calo al fatto che nelle azioni militari israeliane in reazione ai lanci di missili sono stati arrestati 35 membri di Hamas, fra cui alcuni candidati alle municipali. Anche il presidente dell'ANP, Abu Mazen, ha condannato gli arresti. 17 degli arrestati e' comunque risultato eletto, ha detto Shobaki. Fra gli arrestati vi era Mohammed Hamdan, numero due della lista elettorale di Hamas e figura cenrale che si pensava avrebbe guidato la corsa elettorale nell'area di Ramallah. Anche un'altra figura di spicco del movimento, lo sceicco Hassan Yusef, e' stato arrestato all'inizio della scorsa settimana. I due arresti hanno molto fiaccato l'entusiasmo dei militanti di Hamas per le elezioni, ma secondo parte della stampa palestinese, altre vicende recenti hano pesato sull'esito del voto. Il giornalista Hassan al-Batal, del quotidiano di Ramallah Al-Ayyam, ha scritto un paio di giorni fa un lungo articolo raccontando degli esiti dell'esplosione verificatasi la scorsa settimana al corteo di Hamas. Batal ha commentato duramente l'abitudine del movimento di coinvolgere ragazzini nelle sue adunate armate, dato che molti fra questi sono rimasti feriti, anche in modo grave, dall'esplosione. Inoltre l'editorialista palestinese ha ironizzato sulle immediate accuse a Tev Aviv da parte di uno dei capi di Hamas presenti sul luogo dell'esplosione. Questi avrebbe affermato che vi erano sul posto schegge di missile israeliano, ma le accuse si sono poi rivelate infondate. Non vi e' quindi piu' molta sintonia da parte degli intellettuali e della societa' civile palestinese con chi pensa di risolvere ancora con le armi un confltto che sembra in via di risoluzione pacifica. Piuttosto alcuni cercano il dialogo e le affinita' con gli Israeliani moderati. Lo scrittore e critico Ahmed Harb, professore universitario di Ramallah, richiesto di una indicazione dal comitato svedese per l'assegnazione del premio Nobel, ha segnalato caldamente lo scrittore israeliano Sami Michael, che a suo giudizio ha un ruolo di formazione delle coscienze tanto israeliane che arabe e palestinesi. Harb ha detto che la sua lettera di segnalazione vole essere anche un messaggio di pace per entrambe le parti. Ricambia Michael, secondo cui Harb sta correndo un grosso rischio con la sua segnalazione, e che ritiene il professore palestinese un esempio di come Israeliani e Palestinesi possano collaborare in altri campi. Palestinesi probabilmente in buona parte ormai stanchi di scontri ed attentati e desiderosi solo di pace, ricostruzione ed autodeterminazione. ___________ NB:
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