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NEW del 13 settembre
2005
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Famiglia
, pacs e gay : un diritto , e chi e' senza peccato... Il terremoto della discussione sui PACS ha dato la scossa al mondo politico e clericale italiano, con dichiarazioni rivolte ai cosiddetti "moderati" - di cui tutti vogliono dirsi rappresentanti - ed attacchi diretti fra politici, talora usando argomenti di sicura presa elettorale ma di altrettanto sicura mistificazione, come nel caso di Marco Follini versus Franco Grillini. Pur essendo esponente della classica famiglia italiana, da tempo condivido la proposta alla quale ieri Romano Prodi si e' dichiarato favorevole. Peraltro alcuni esponenti della maggioranza, da Pierferdinando Casini a Francesco Storace hanno mostrato aperture in tutto o in parte su questo istituto giuridico. Ignorando gli aspetti del consenso elettorale e guardando solo alla tutela dei diritti, occorre precisare innanzitutto che il PAC non e' il matrimonio fra gay alla Zapatero, e prescinde dai rapporti sessuali delle persone che desiderano contrarlo, in quanto puo' riguardare soggetti - dello stesso sesso o di sesso diverso - che decidono di vivere insieme per le ragioni piu' diverse, unendo talora solitudini che invece tali restano oggi per la legge, la sanita' e gli altri aspetti del sociale, cioe' nel momento del bisogno. La liberta' di ciascuno dovrebbe cessare laddove comincia la liberta' dell'altro, laddove comincia il danno per l'altro, pertanto non ci dovrebbe spaventare - e nemmeno interessare - cosa fanno due persone maggiorenni e consenzienti in camera da letto. Dobbiamo invece tener presente che: 1- per la Costituzione tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e se si puo' discutere sulle adozioni - dato che in quel caso va considerato il superiore interesse del minore, sempre tutelato dalla Costituzione - non si puo' discriminare nessuno per il suo orientamento sessuale (vedi anche Carta dei diritti dell'Unione Europea); 2 - tante persone, per i diversi casi del destino, si trovano a dover vivere da sole e possono decidere - per dividere le spese e/o per dividere gli affanni della vita - di vivere insieme, senza per questo voler condividere anche il letto. A queste due categorie va data una risposta giusta sulle aspettative umanamente e costituzionalmente giustificate di quali diritti possono far valere quando uno dei due e' ricoverato, incarcerato o morto. Oggi, infatti, dopo anni di condivisione, il compagno di una vita diventa improvvisamente nessuno davanti alla legge, e cio' non e' giusto (peraltro e' dimostrato che la convivenza riduce drasticamente la degenerazione di malattie mortali e la spesa sanitaria per lo Stato). Non e' giusto e non si puo' impedire a queste persone di avere giustizia (che non e' solo giustizia sociale, ma giustizia costituzionale) solo per le fissazioni sessuofobiche o omofobiche di alcuni o per timori di effetti elettorali negativi o per un riduttivo senso di famiglia (basti pensare alle tante casa-famiglia o all'esperienza di Nomadelfia per un significato piu' alto, ampio e diverso di tale termine). L'intervento nel privato delle persone e' proprio cio' che rimproveriamo ai fondamentalisti islamici ed agli Stati islamici che adottano i tribunali della sharìa. A proposito invece di etica e politica, sarebbe opportuno che gli extracattolici, gli ultraconservatori e la Chiesa cattolica (che non dovrebbe comunque interferire con le scelte legislative di uno Stato laico) guardassero prima in casa propria, in sintonia con il Vangelo, guardando la trave nel proprio occhio e non la pagliuzza in quello del fratello, e non scagliando pietre metaforiche a fini elettorali senza aver verificato di essere 'senza peccato'. Lo stesso dovrebbe valere per gli elettori, che prima di ascoltare i proclami clericali o moralisti dei propri rappresentanti sarebbe opportuno verificassero come li mette in pratica chi hanno votato. Se facessimo sempre cosi' (anche per altri aspetti) non avremmo la classe politica (destra e sinistra) che ci ritroviamo. Fra le fila della maggioranza parlamentare vi sono esponenti di primo piano con famiglie doppie e triple, di divorziati risposati o conviventi, con figli e non, a cominciare dai leader di FI, AN, Lega e UdC. Come ben si sa, poi, sono centinaia gli scandali che hanno coinvolto sacerdoti - recenti quello viennese e ancor prima quello americano - che abusavano di fanciulli del proprio stesso sesso e non, sfruttando la propria posizione di autorevolezza e nascosti dagli abiti talari (propri e di altri piu' o meno consapevoli). C'e' da riflettere. ___________ NB:
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