NEW del 3 agosto 2005

 
     

Intercettazioni : rivelazioni su Fazio scatenano indagini
di Rita Guma

Tutti a caccia del magistrato colpevole di aver scoperchiato gli altarini di Antonio Fazio, governatore di Bankitalia, con un polverone che copre lo scandalo dell'irregolarita' commessa.

Alcuni atti ovviamente sono dovuti. Il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di avviare accertamenti sulle intercettazioni telefoniche disposte dalla Magistratura, mentre il vicepresidente del CSM Virginio Rognoni investira' l'organo di autogoverno dei magistrati del problema, ''anche tenendo conto dell'invito espressamente rivoltomi dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi'' per conoscere, fra l'altro, i ''criteri di ammissibilita' delle intercettazioni".

Secondo l'Eurispes, negli ultimi dieci anni sono state intercettate telefonate di 30 milioni di persone, cioe' 3 Italiani su 4, riguardando "almeno una volta" ogni famiglia italiana. La maggior parte delle intercettazioni avrebbe riguardato utenze siciliane, in particolare Palermo, ma anche Roma, Milano, Bologna e Napoli sono ai primi posti. L'istituto d'indagini demoscopiche e' giunto a tali conclusioni utilizzando fra l'altro i dati ufficiali del ministero della Giustizia.

L'autorita' garante della privacy, guidata da Francesco Pizzetti e composta da Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato, ha chiesto ai principali gestori telefonici interessati all'esecuzione di intercettazioni autorizzate dall'autoritā giudiziaria di conoscere le "modalitā con le quali vengono svolte, a qualunque titolo, attivitā connesse con le intercettazioni di comunicazioni sia telefoniche, sia informatiche, telematiche o ambientali. Ai gestori č stato chiesto anche di fornire dati numerici utili a comprendere l'entitā del fenomeno". Il garante ha chiesto anche "se, e con quali concrete modalitā, si procede ad una conservazione organizzata anche temporanea di flussi di dati, dati, o trascrizioni, a livello locale o centrale".

Ma il problema non sembra essere tanto la quantita' di intercettazioni (certo utile a suscitare il caso e far sentire vittima potenziale ogni italiano") ma una specifica intercettazione, quella che ha visto indirettamente coinvolto Antonio Fazio, governatore di Bankitalia. E' infatti sulla segretezza dell'indagine e dei contenuti intercettati che si appuntano la maggior parte degli attacchi. Oltre al Garante, che chiede ai gestori "quali misure di sicurezza siano state adottate a garanzia della segretezza" nei vari casi e quali siano "i soggetti, anche esterni, aventi a qualunque titolo legittimo accesso a dati", anche Rognoni vuole conoscere "i limiti alla divulgazione del loro contenuto''.

Tuttavia Rognoni considera ''giusta la richiesta di ogni chiarezza'', ma parla di possibili pregiudizi ed afferma che non gli sembra giusto "che tutte le volte che sulla stampa vanno dichiarazioni o passi o stralci di conversazione, oggetto di intercettazioni telefoniche, si rovesci subito sulla magistratura l'indice accusatore. Il quadro normativo deve essere chiaro e chiara e trasparente la sua gestione''.

"Non e' possibile che un magistrato autorizzi delle intercettazioni e poi non controlli che non finiscano sui giornali" dichiara infatti alla stampa il ministro del Welfare Roberto Maroni, che aggiunge "e' gravissimo che di questo nessuno venga chiamato a rispondere". "Dopodiche' - continua Maroni - che il Governo si metta a discutere di Banca d'Italia sulla base di un resoconto di chi ha guardato dal buco della serratura, cioe' di un guardone, di un voyeur, mi sembra l'ultima delle cose da fare. Se il Governo avalla un'operazione che si basa sulla pubblicazione di intercettazioni, violando le regole, e' chiaro che avalla un principio che puo' essere usato indiscriminatamente contro tutti, in primo luogo contro il premier Silvio Berlusconi".

Ma secondo Marco Travaglio - che parla da tecnico del giornalismo - "...le telefonate finite sui giornali sono depositate nell'atto di sequestro delle azioni Antonveneta notificato a una quarantina di destinatari (indagati e avvocati), dunque pubbliche e pubblicabili...".

Il problema sembra essere quindi tutto qui: attaccare chi si e' permesso di rendere noto che il presidente di Bankitalia (l'arbitro), stava accordandosi con una delle squadre (Fiorani), quindi e' stato grave far conoscere ai cittadini - la cui privacy si sta dicendo di voler proteggere - che i loro risparmi - della cui effettiva protezione non interessa quindi a nessuno - erano investiti in un contesto bancario viziato, in cui il controllore parteggiava per gli amici.

Infatti secondo Maroni, "la cosa piu' scandalosa non e' l'intervento di Bankitalia, ma l'intervento di chi ha garantito che un socio di minoranza, l'Abn Amro, che lancia un'offerta di pubblico acquisto che il mercato ha respinto..., si trova, con l'intervento della Consob e della magistratura, ad avere il controllo pieno e totale della banca che ha tentato inutilmente di scalare". 'Inutilmente' perche' qualcuno aveva truccato le carte...

Insomma, non si deve discutere di questo. E improvvisamente emergono voci di intercettazioni di utenze parlamentari, da cui puo' derivare una bella inchiesta parlamentare con imputati sempre loro, i magistrati. "Se e' vero che hanno intercettato le utenze del Senato allora questi magistrati hanno violato la Costituzione - afferma Maroni - Loro non hanno smentito, hanno risposto ambiguamente. Di tutto questo parleremo in Consiglio dei Ministri, perche' il ministro della Giustizia arrivera' gia' con una relazione in proposito. Chiederemo che qualcuno alla Procura di Milano sia chiamato a rispondere".

Il presidente della giunta per le immunita' del Senato Giovanni Crema, ha detto intanto di aver avuto la lettera del presidente Pera che chiede chiarimenti ai magistrati che indagano, ed ha aggiunto: "potremo ricevere o una piena soddisfazione, cioe' un chiarimento formale ed esaustivo sulle linee che sono state intercettate e la verifica che non esiste una questione che riguardi un parlamentare, oppure il magistrato potra' rispondere, credo, inviando degli atti e a quel punto tocchera' a noi trarre da questi una risposta chiara ed univoca sull'intera vicenda''.

Ma il senatore Grillo - molto vicino a Fazio - deve aver gia' svolto la sua personale indagine (non autorizzata) ed infatti ha detto al Corriere della sera che "tutti i telefonini sono intercettati" e che si tratta di "un abuso, una bestialitā. E' illegale, per questo parlo di colpo di Stato della magistratura".

Che milioni di Italiani possano essere stati involontariamente intercettati (basta essere interlocutori di chi abbia il telefono sotto controllo perche' brani della propria conversazione vengano registrati) fino a ieri non interessava a nessuno. Eppure il ministero della Giustizia, aveva i dati, quelli usati dall'Eurispes per le sue statistiche. Quindi Roberto Castelli sapeva, quindi Maroni sapeva.

Ma degli Italiani non interessa molto a nessuno. Il problema e' stato intercettare quell'uno.

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Intercettazioni telefoniche di parlamentari: sentenza