NEW del 17 aprile 2005

 
     

Falso in bilancio alla Corte di Giustizia europea il 3 maggio
di G. A. ed R. G.

La Corte di Giustizia europea ha inserito ufficialmente in calendario per il 3 maggio prossimo il pronunciamento della sentenza sulla compatibilita' della legge italiana sul falso in bilancio con il diritto comunitario. Gli effetti di tale giudizio saranno significativi non solo per i processi in corso, uno dei quali vede imputato Silvio Berlusconi, ma per la Corte Costituzionale e per la giurisprudenza italiana in generale.

L'art.1 del d. lgs. 11 aprile 2002, n. 61 ha infatti modificato la figura del reato di false comunicazioni sociali in senso nettamente piu' favorevole agli imputati, depenalizzando di fatto il reato di falso in bilancio. Cio' aveva comportato la chiusura con il proscioglimento per prescrizione il processo Lentini in cui era imputato il premier Silvio Berlusconi e la cui sentenza fu pronunciata (coincidenza annunciata) poche ore dopo l'approvazione.

In Italia la novita' legislativa e' stata pero' impugnata dai magistrati di diversi tribunali davanti alla Corte Costituzionale per violazione indiretta degli articoli 10, 11 e 117, 1° comma, della Costituzione, in quanto ritenuta in contrasto con l'articolo 6 della direttiva 68/151/CEE 9 marzo 1968, che impone agli Stati membri di prevedere 'adeguate sanzioni' per il reato di falso in bilancio. Questo articolo e' copyright osservatorio sulla legalita'.

Poiche' la nuova legge ha effetti sullo stralcio del processo SME che vede imputato Berlusconi, il PM Colombo, nel corso del dibattimento aveva sollevato la questione davanti al collegio giudicante della prima sezione del Tribunale di Milano. I giudici hanno quindi ritenuto opportuno chiedere un parere pregiudiziale alla Corte Europea, e il presidente del collegio, Luisa Ponti, ha spedito la richiesta, articolata in diversi punti, e corredata della necessaria documentazione, alla Corte Europea. Un altro processo interessato dalla questione vede imputato Marcello Dell'Utri.

Il procuratore generale della Corte Europea di Giustizia aveva depositato il 14 ottobre 2004 le sue conclusioni con un parere negativo nei confronti della legge. Dopo quasi tre anni, giungera' il 3 maggio la sentenza della Corte. In caso la sentenza ritenesse la nostra legge in contrasto con le direttive comunitarie prima e quarta sul diritto societario, si aprirebbe una grossa discussione. Questo articolo e' copyright osservatorio sulla legalita'.

Infatti l'effetto della pronuncia comunitaria sul giudizio di costituzionalita' apre interrogativi qualora la decisione della Corte di giustizia entrasse in rotta di collisione con principi supremi dell'ordinamento, quali la legalita' delle pene e dei reati e il divieto di retroattivita' penale. Vi e' infatti la possibilita' che la Corte costituzionale sia costretta a ritornare sui suoi orientamenti pił consolidati, in tema di rilevanza di questioni su norme penali di favore, di divieto di interventi manipolativi, fino alla possibilita' di agire essa stessa quale giudice di rinvio alla Corte di giustizia.

In tale contesto ben s'inserisce un seminario gia' programmato precedentemente per il 6 maggio dalla facolta' di giurisprudenza dell'universita' di Ferrara, dal titolo "Ai confini del 'favor rei': il falso in bilancio davanti alle Corti costituzionale e di giustizia" e che si propone appunto di studiare gli effetti della sentenza europea.

Speciale giustizia


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