NOTIZIARIO del 14 febbraio 2005

 
     

Iraq : voto , vittoria sciita ma anche vittoria curda
di Shorsh Surme*

Dopo mezzo secolo di massacri e genocidi finalmente i popoli dell'Iraq il 30 di gennaio scorso hanno potuto votare sfidando ogni tipo di violenza praticata da parte dei terroristi. Il risultato di ieri annunciato dall'alta Commissione Elettorale è senza alcun dubbio una prima vittoria per tutti popoli dell'Iraq.

Anche se la strada è ancora in salita - ma la prima prova è stata superata - ora rimane all'intelligenza dei dirigenti di tutti partiti di coinvolgere anche quelli indecisi come i Sunniti per non inasprire un eventuale il conflitto civile di un Paese in balia di criminali e terroristi.

La lista sciita, che fa capo all'Ayatollah Ali al Sistani, ha avuto quasi il 48% degli 8 milioni e mezzo di voti (59 per cento degli aventi diritto). Buona l'affermazione dei Curdi , con il 25,7% dei voti, mentre la lista del primo ministro ad interim Iyad Allawi, sciita laico, ha ottenuto il 13,8% e quella del presidente ad interim Ghazi al Yawar, un sunnita, l'1,7%. A tutti gli altri è andato il 10,8.

In termini di seggi, sui 275 della nuova Assemblea Nazionale, l'Alleanza Unita dovrebbe ottenerne 131, i curdi 72 e la lista Allawi 38: la maggioranza di due terzi, necessaria per ratificare le decisioni più importanti come la nomina del Presidente e dei due vicepresidenti, è di 184 voti.

Come ha spiegato a Reuters Rosemary Hillis, responsabile del programma per il Medio Oriente dell'Istituto Reale per gli Affari Internazionali, dopo che ieri sono stati resi noti i risultati elettorali, "dato che non ha la maggioranza, il blocco sciita deve non soltanto restare unito come gruppo, ma deve anche formare un'alleanza con altri. Il primo possibile alleato sarebbero i Curdi".

Anche Prof. Charles Tripp, studioso di Iraq presso la London's School di studi africani e orientali, in un intervista a Reuters ha detto "La cosa rassicurante per alcuni è che la cosiddetta lista Sistani non ha avuto la maggioranza assoluta che ci si attendeva", e ha aggiunto "L'elemento-chiave sarà quali coalizioni saranno messe insieme su ogni questione. Potrebbe essere un bene che non sia un solo gruppo a dominare, ma ciò potrebbe anche ritardare le decisioni su questioni importanti come il federalismo, la legge islamica e il ritiro degli Usa".

I Curdi per la prima volta nella loro triste storia hanno potuto votare in Iraq ottenendo quasi 26% dei voti: questa vittoria curda viene dedicata a tutti quei martiri di Halbja e a quei 183.000 dispersi con l'operazione Al-Anfal.

* giornalista Kurdo iracheno

Speciale diritti umani


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