NOTIZIARIO del 13 gennaio 2005

 
     

Iraq al voto : i Curdi in politica sono realisti
di Shorsh Surme*

I Curdi in politica sono realisti. Sanno che gli americani, per salvaguardare l'alleanza con la Turchia, non appoggerebbero mai il loro desiderio di indipendenza.

Gli americani con la risoluzione 1546 del Consiglio di Sicurezza si sono schierati contro l'ordinamento federale dello stato voluto dai curdi Se gli si chiede dell'indipendenza, i dirigenti curdi cadono in argomentazioni assurde, dovendo spiegare che addirittura non ne vale la pena. "Uno stato nano", dicono, "senza accesso al mare e circondato da vicini ostili, avrebbe enormi difficoltà".

Ma in realtà, noi Curdi tutti sogniamo un Kurdistan indipendente. Perché abbiamo tutte le caratteristiche che hanno altri popoli indipendenti, si sa per avere uno Stato basta avere una terra, un popolo e una costituzione, cosa che i Curdi dell'Iraq hanno.

Ufficialmente ciò che i Curdi vogliono, è assicurarsi l'autonomia all'interno di un ordinamento statale federale dell'Iraq, ed anche un diritto di codecisione, ossia posti di responsabilità a Baghdad.

"Questa volta non ci nasconderemo nelle montagne, non accetteremo di essere cittadini di serie B, dice Barzani, Presidente del Partito Democratico del Kurdistan (PDK). "La migliore garanzia per la nostra autonomia è se a Baghdad possiamo decidere anche noi".

Ma l'autonomismo curdo ha molti avversari, innanzitutto la Turchia, che teme una simile ambizione presso la sua minoranza curda, ma anche la Siria e l'Iran. Perciò Washington ha consigliato ai Curdi di calmare la paura dei Paesi vicini, con una attiva diplomazia.

L'amministrazione di Bush sa perfettamente che i curdi questa volta sono decisi e hanno già raccolto più di 2 milioni di firme per un referendum per l'indipendenza, a questo punto non rimane altro che appoggiare il progetto per un Iraq democratico e federale che possa garantire i diritto del popolo curdo, indipendentemente del parere dei paesi limitrofi che sono coinvolti nel problema curdo, e che non vogliano in nessun modo che i Curdi abbiano uno stato federale, perché in realtà questi paesi non hanno mai cercato di risolvere democraticamente la questione curda, se mai hanno stretto delle alleanze per combattere il popolo curdo.

Per esempio un paese come la Turchia che si sta accingendo di entrare nel Unione Europea continua a non riconoscere ufficialmente la presenza di 15 milioni di curdi e dare a loro il diritto di vivere in libertà di usare la propria lingua, la propria cultura, ma soprattutto la propria risorsa per sviluppare il Kurdistan della Turchia.

In Iran ci sono 8 milioni di Curdi e Mohammad Khatami, attuale presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, durante la sua campagna elettorale sia 1999 sia quella del 2001 aveva promesso anche ai Curdi di dare una maggiore autonomia, invece i fatti che stanno accadendo nel Kurdistan dell'Iran smentisce tutte quelle promesse che non sono state mantenute non solo nei confronti del popolo curdo ma anche nei confronti di altre etnie presenti in Iran.

I Curdi hanno sempre lottato per la democratizzazione dei paesi dove vivono prima di lottare per la propria libertà.

Speciale pace e diritti


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