NOTIZIARIO del 01 luglio 2004

 
     

Iraq : Saddam ritiene illegale il tribunale iracheno
di Rico Guillermo

Saddam Hussein compare oggi davanti al tribunale speciale iracheno, insieme ad 11 suoi gerarchi, per la formalizzazione dell'incriminazione. Dodici i reati contestati a Saddam, tra i quali crimini contro l'umanita', crimini di guerra e genocidio dei Curdi.

I funzionari iracheni del governo ad interim hanno detto mercoledi' che questo che era il primo passo verso la giustizia sui tanti crimini inflitti a migliaia di civili iracheni, ma hanno avvisato che un atto d'accusa reale non si avra' per parecchi mesi. Il processo dovrebbe essere teletrasmesso e diffuso nel mondo.

L'ex dittatore rischia la pena di morte, ma gli avvocati di Saddam Hussein baseranno la loro linea di difesa sul non riconoscimento della legalita' del tribunale iracheno chiamato a giudicarlo.

Il collegio di 20 avvocati dell'ex dittatore ritiene infatti "illegale" l'azione della giustizia irachena, in quanto il tribunale speciale costituito per giudicare il loro assistito basa la sua legittimita' sul governo ad interim, a sua volta legalizzato dagli Stati Uniti.

A loro giudizio, la stessa consegna "virtuale" (di fatto Saddam resta in una prigione USA) del prigioniero agli Iracheni sarebbe illegale.

Mohammad Al Rachdane, capo del gruppo di legali, ha detto che i 20 si sono riuniti per dibattere la questione e decidere come operare di conseguenza.

Al Rachdane, che si e' anche consultato con avvocati statunitensi recandosi in volo negli USA, crede che l'attuale governo iracheno non sia diverso dal Consiglio della coalizione che lo ha preceduto.

Il francese Emmanuel Ludot, un altro dei 20 avvocati, ha precisato che la difesa si basera' "sull'illegalita' di un tribunale speciale iracheno instaurato da un governo illegale frutto di una guerra illegale".

Secondo Ludot, Saddam si considera ancora presidente dell'Iraq e non riconosce il nuovo governo: "e' una linea di difesa simile a quella adottata da Milosevic nel Tribunale Penale Internazionale d L'Aja, sebbene non si possa confrontare la situazione dell'Iraq con quella della Jugoslavia, in cui l'intervento ebbe l'avallo dell'ONU".

Ziad al-Khasawnah, un altro dei legali di Saddam, ha detto ad Amman che i difensori temono anche per la vita di Saddam nonche' per la propria durante il processo: "Come puo' il collegio di difesa andare in un Paese dove non c'e' sicurezza ne' protezione? Potrebbero ucciderci".

Gia' avvocati che lavorano nel sistema giudiziario iracheno hanno ricevuto minacce di morte. Gli avvocati della difesa di Saddam hanno tenuto anche una riunione con il comitato internazionale della Croce Rossa.

Martedi' la Corte europea dei diritti dell'uomo ha rigettato un ricorso dell'ex dittatore iracheno che chiedeva che la Gran Bretagna fosse esclusa dalla sua custodia.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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