Iraq : membri coalizione fermi su ricatti con ostaggi
di red

Le 32 nazioni che compongono la forza di coalizione multinazionale in Iraq hanno stretto un patto per non cedere alle pressioni dei militanti armati sulla questione degli ostaggi.

Lo hanno comunicato gli Stati Uniti, dopo che qualche giorno fa Colin Powell si era appellato agli alleati chiedendo di non farsi intimidire e l'Australia aveva esplicitamente accusato i quattro Stati che hanno ritirato le proprie truppe (Spagna, Filippine, San Domingo ed Honduras) di aver ceduto alle pressioni dei terroristi e di essere causa di nuovi ricatti.

"Siamo compatti nella nostra risoluzione di non fare nessuna concessione ai terroristi" ha fatto sapere il dipartimento di stato USA precisando che l'idea di una presa di posizione comune e' partita dalla Bulgaria, Paese rimasto fermo nelle sue posizioni nel momento che si e' trovato ad affrontare direttamente l'esperienza.

"C'e' stata una drammatica escalation di rapimenti nelle ultime settimane" ha detto il portavoce del dipartimento USA, Richard Boucher , aggiungendo che cio' si deve all'emozione suscitata in alcuni Paesi dal rapimento di connazionali e concludendo che e' risultato evidente come i cedimenti abbiano danneggiato l'intera coalizione.

In realta' anche alcune ditte private hanno accettato le condizioni dei rapitori, in alcuni casi, per garantire la sicurezza del proprio personale. Sei ostaggi giordani e turchi sono stati rilasciati ieri, ma ci sono ancora 20 stranieri sotto sequestro in Iraq.

I Paesi della coalizione in Iraq sono, oltre ad USA, Gran Bretagna, Italia, Bulgaria e Polonia, Australia, Nuova Zelanda, ottimi alleati degli USA, Azerbaijan, Cecoslovacchia, Danimarca, Olanda, Norvegia, Portogallo, Romania, Estonia, Georgia, Ucraina, Ungheria, Lettonia, Lituania, Albania, Macedonia, Moldova, Slovacchia, El Salvador, Kazakhstan, Giappone, Corea del Sud, Mongolia, Singapore, Tailandia e persino Tonga.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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