NOTIZIARIO del 12 febbraio 2004

 
     

12/2 Pah Christi scrive ai parlamentari: no alla missione in Iraq, no alla propaganda tv

(di red) In una lettera aperta indirizzata ai parlamentari, Pax Christi, sezione italiana del movimento cattolico internazionale per la pace, prende posizione sul dibattito che si apre nei prossimi giorni al Senato sulla proposta di rifinanziare la missione militare italiana in Iraq.

"E' scorretto - ha fatto notare Tonio Dell'Olio, coordinatore del movimento - che a pochi giorni dall'avvio del dibattito in Senato, vi sia una propaganda mediatica orchestrata a favore della presenza militare italiana in Iraq. Al silenzio che copre l'azione di tanti volontari e missionari che, in situazioni precarie lavorano a favore della pace, fa da contrappeso la presenza dei militari che si affacciano in casa nostra a tifare durante la Domenica Sportiva e sono la meta preferita di ministri e politici italiani!".

Nella lettera si legge: " Noi riteniamo che oggi sia urgente ristabilire il primato assoluto del diritto internazionale e che a governare la difficile situazione in Iraq vi siano le Nazioni Unite, la cui centralità va ristabilita e consolidata. In questo senso crediamo che ritirare le truppe italiane dal suolo iracheno possa costituire un segnale importante per accelerare tale decisione in seno alla comunità internazionale. La presenza di militari italiani nell'ambito di operazioni di guerra non può essere in alcun modo giustificata dalla volontà di pace perché obbedisce al comando e agli ordini della potenza statunitense che, con decisione palesemente unilaterale, ha invaso quei territori."

I responsabili del movimento per la pace ricordano l'impegno del Papa sull'argomento ed aggiungono: "Siamo consapevoli che il dibattito che si apre in Senato circa il rinnovo dell'impegno economico a sostegno delle missioni militari italiane non è un semplice passaggio amministrativo. Quella che le armi riescono a garantire è molto più simile ad una tregua che ad una pace vera e propria. Nel caso specifico dell'Iraq si tratta del prosieguo della guerra stessa."

La lettera continua ricordando l'obbligo dei parlamentari di difendere la Costituzione e sottolinea il punto dolente della comunicazione in Italia che ha fatto precedere questo voto con "una sovraesposizione mediatica del contingente italiano a Nassirya che di fatto condiziona pesantemente l' orientamento dell'opinione pubblica e il voto in Parlamento."

Infine l'invito a votare contro il rifinanziamento della missione italiana in Iraq e la conclusione: " Sarebbe questa una scelta che rafforza la pace fondata nell'osservanza del diritto internazionale."

by Bollettino Osservatorio

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