NOTIZIARIO del 2 luglio 2003

 
   

4 LUGLIO ALLE h.20,30
IN PIAZZA DEL DUOMO A MILANO
(il raduno inizia alle ore 20.00)
DICIAMO NO TUTTI INSIEME AL SITO IN SARDEGNA PER LO SMALTIMENTO DELLE SCORIE NUCLEARI
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Perche' l'Osservatorio sulla legalita' Onlus si interessa di questa vicenda?

Sembra che (notizia non confermata) il 28 giugno in parlamento si sia svolta una seduta (segreta) sull'ipotesi di individuazione della Sardegna, per le sue caratteristiche, quale deposito per le scorie nucleari con il generale dell'esercito Carlo Jean (che ha ricevuto con decreto del Presidente del Consiglio ampi poteri decisionali in merito alla scorie "permette di violare norme di tutela dell'ambiente, di controllo delle acque, di licenze edilizie e di trasporto su strada, in mare e in ferrovia di rifiuti pericolosi", come spiega la rivista "Diritto e ambiente"). Il generale Jean ha richiesto, per ragioni di sicurezza, di sospendere le immagini e l'audio che veniva trasmesso durante la seduta.

Potrebbero essere depositate in Sardegna le scorie attualmente sigillate a Caorso, Latina, Trino Vercellese e Garigliano. L'incarico di scegliere il sito è stato affidato alla società Sogin spa, presieduta dal generale Jean. L'ipotesi è quella di portare le scorie nucleari (via mare) nell'isola e poi nelle miniere abbandonate del Sulcis, dell'Inglesiente, del Sassarese nonché dei poligoni di tiro di Quirra, Perdasdefogu, Capo Teulada. Ma sulla effettiva destinazione finale delle scorie nucleari vi è ancora molta riservatezza.

"Abbiamo di fronte il solito muro di gomma istituzionale. I siti militari - come i poligoni di tiro sardi - attorno ai quali c'è già una forte incidenza di tumori rischiano di essere caricati di altre pericolose sostanze cancerogeni", afferma Antonello Repetto, militante di Pax Christi. Nella discarica nucleare sarda andrebbero a finire anche scorie radoattive della Francia, dell'impianto di Creys Malville.

Il sottosegretario Cicu ha dichiarato "a titolo personale e non a nome del governo" di essere contrario ai residui radioattivi in Sardegna.

L'Osservatorio Onlus si chiede se effettivamente le cose sono andate come descritto e se tutta la procedura sia regolare.

COSA FARE

A nostro avviso andrebbero fatte delle interrogazioni parlamentari a livello italiano ed europeo, nonche', qualora ne esistano i presupposti, una segnalazione alla commissione europea (possono farla anche cittadini e/o associazioni).

Altra proposta e' quella proveninete dal Comitato per la raccolta delle firme contro questa ipotesi, cui hanno aderito: Giulia Crespi, Licia Colò, Francesco Petretti, Mario Tozzi, Gigi Riva, Claudio Abbado, Marta Marzotto, Pinuccio Sciola, Fulco Pratesi, Nicola Pietrangeli, Francesco Cossiga, Giorgio Mazzella, Ermete Realacci, Ermanno Olmi e tanti altri.

E' stato lanciato un appello al Presidente della Repubblica.

Per aderire all'appello attraverso una e-mail:

1. copia l'appello che trovi qui sotto in un nuovo messaggio di posta elettronica;

2. firma l'appello con il tuo nome, indirizzo e-mail ed indirizzo tradizionale;

3. invia la mail all'indirizzo presidenza.repubblica@quirinale.it;

4. il messaggio non deve superare i 50 KB e NON deve contenere allegati

Signor Presidente, Da settimane la Sardegna vive una situazione di tensione, paura, preoccupazione. Assume, infatti, sempre più consistenza l'ipotesi che la Sardegna possadiventare il sito unico o principale per lo smaltimento delle scorie nucleari. La notizia, avanzata da accurate inchieste della stampa locale, ci pare trovi conferma nel silenzio incomprensibile del Governo che, nonostante le crescenti preoccupazioni della popolazione e delle organizzazioni economiche e sociali, non ha pronunciato, sinora, neppure una parola di rassicurazione. Ma la conferma maggiore deriva dall'ordinanza emessa dal Presidente del Consiglio, che avvalendosi di poteri speciali propri di periodi di guerra o di grande emergenza, ha nominato un Commissario, il Generale Jean, al quale sono stati attribuiti poteri straordinari anche in deroga a molte norme ordinarie e persino costituzionali. Ciò avalla la preoccupazione che il Governo vogliaaffrontare il problema con atti che, se confermati, sarebbero intollerabili.

A questo si aggiunga che il profilo dei territori più indicati fornito dallo stesso Commissario in occasione di un'audizione in Commissione parlamentare, (dovrebbe trattarsi di territori geologicamente stabili, isolati, poco popolati, in cui siano presenti basi militari) fa pensare che la Sardegna, da prima esclusa dagli studi dell'ENEA, vengaoggi esplicitamente inclusa nel novero delle regioni più titolate ad accogliere i rifiuti nucleari. Ciò è paradossale anche perché la Sardegna, che non ha mai beneficiato e ancora oggi non beneficia delle fonti energetiche alternative al petrolio, dovrebbepagare il costo ambientale, sanitario, economico e sociale dello sviluppo altrui. Mentre nell'isola chiudono le fabbriche, in ragione anche dei differenziali di costo nell'approvvigionamento energetico rispetto ai competitori del "continente", si aprono le discariche di rifiuti tossici e radioattivi.

Tutto ciò è intollerabile. Sarebbe come essere privati di un futuro vivibile: le scorie radioattive comprometterebbero lo stesso nostro patrimonio genetico e ogni ipotesi di sviluppo sarebbe impraticabile con il deterioramento dell'ambiente. Una decisione in tal senso sarebbe senza dubbio forieradi tensioni sociali. Già nel passato la nostra regione ha vissuto situazioni del genere che solo la speranza di una concreta autonomia e di un possibile sviluppo ha, nel corso degli ultimi decenni, ricondotto nei canoni del confronto civile e democratico. Al contrario, l'ostinato silenzio con cui il Governo risponde alle preoccupazioni della Sardegna, alimenta un clima di sfiducia e di tensione che non bisogna sottovalutare.

Signor Presidente, Lei che rappresenta l'unità del Paese ed è il sommo garante dei valori della Costituzione sia interprete delle nostre preoccupazioni e difensore della nostra Autonomia. Essa rappresenta il patto di unità nazionale che lega la Sardegna all'Italia e che nessuno può violare.

La preghiamo, Sig. Presidente, di dare alla Sardegna notizie certe e rassicuranti che escludano ogni ipotesi di insediamento nell'isola di scorie radioattive. Rafforzi la nostra volontà di credere nell'equità e trasparenza delle nostre istituzioni.

Certo del Suo sostegno

La salutocon profonda stima

nome, cognome, indirizzo postale

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