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NOTIZIARIO del 18
luglio 2004
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RAI
3 , Chi l' ha visto ? Una questione di equilibrio Mi rincresce dover constatare come un'ottima trasmissione ed una redazione così attenta nel proporre i propri servizi abbia commesso un errore così clamoroso in occasione dell'ultima trasmissione. Non v'è dubbio che Domenico Rettura e Rocco Fedele attualmente si trovino in stato di latitanza in quanto colpiti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale della Libertà di Torino e che sono stati rinviati a giudizio per l'omicidio e l'occultamento di cadavere di Mohamed Sow ma è altresì vero che la conduzione, a senso unico in quanto si è avuta la presenza di una sola parte processuale, rischia di produrre degli effetti nefasti nel giudizio sereno ed equilibrato della Corte. L'equilibrio che si spera avrà l'organo deputato a decidere non si è avuto in occasione della trasmissione televisiva in cui si è inaspettatamente dato voce ad una parte processuale che non solo cerca di trasformare la giustizia in spettacolo mediatico ma addirittura usa dei mezzi subdoli per incidere nel futuro giudizio. Avrebbe fatto bene la redazione, proprio in considerazione del prossimo giudizio, ad astenersi dal consentire il passaggio televisivo al pubblico ministero ed attendere l'esito del giudizio di primo grado. Tuttavia, se le esigenze di spettacolo proprio "imponevano" che venisse mandato in onda il servizio, sarebbe stato opportuno - per par condicio si direbbe nel linguaggio mediatico - ascoltare anche la controparte, ed in questo caso la difesa dei due (rappresentata dal prof. avv. Alessandro Gamberini - del foro di Bologna - e dall'avv. Antonino Napoli - del foro di Palmi -) così la trasmissione sarebbe apparsa meno partigiana ed avrebbe consentito agli ascoltatori di poter formulare un giudizio più sereno. Dire se Rettura e Fedele sono stati due "assassini" spetterà alla Corte d'Assise di Novara ma il Pubblico Ministero sta cercando attraverso i passaggi televisivi e sulle testate giornalistiche locali e nazionali di creare un pregiudizio nei confronti dei futuri giudici popolari che saranno designati a giudicare i due. Anche i Giudici, soprattutto quelli popolari meno avvezzi alle aule di giustizia ed ai codici, leggono i giornali e vedono le trasmissioni televisive. Spero che di questo fatto la redazione di "Chi l'ha visto?" non si sia resa conto perchè altrimenti sarebbe correa di un disegno ben preciso. Quello di falsare l'esito di un processo che si presenta molto incerto. La nostra Costituzione all'art. 27 c. 2 prevede che: "l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva". Nel caso de quo vi è stato, fino ad ora, solamente il rinvio a giudizio all'esito dell'udienza preliminare. In tali casi il rinvio a giudizio è automatico e l'udienza preliminare non assume quasi mai la funzione di udienza filtro che il codice di rito ha voluto assegnarle. Il Pubblico Ministero ha omesso di riferire che la difesa ha compiuto le proprie indagini e l'esito di esse:
Questo scritto non vuole essere un cinico esempio della differenza tra la funzione pubblica rappresentata dal P.M., e quella privata, rappresentata dalla difesa ma è un semplice richiamo "alle regole" che in questa occasione non appaiono essere state osservate. Avv.
Antonino Napoli, Non abbiamo visto la trasmissione, anche se pubblichiamo volentieri la precisazione. Ci corre l'obbligo di dire che - come da codice deontologico dell'ANM e da sentenze della Corte di Cassazione - il magistrato giudicante deve lasciare un processo in caso abbia mostrato pubblicamente pregiudizio per la causa in cui e' coinvolto. Tale scelta non riguarda il pubblico ministero, che e' logico sia convinto della colpevolezza degli indagati, avendone chiesto il rinvio a giudizio. E' poi considerato corretto - ad oggi - che il magistrato dia chiarimenti tramite stampa in quei casi seguiti dalla pubblica opinione che possono generare malintesi o false informazioni. E' invece sempre opportuno in questi casi dare la possibilita' agli avvocati degli imputati di illustrare il punto di vista della difesa, vista anche l'efficacia e l'amplificazione dell'informazione prodotta dal mezzo televisivo, con il conseguente possibile condizionamento della giuria e dell'opinione pubblica qui sottolineato dal legale. _____________ I
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