NOTIZIARIO del 09 luglio 2004

 
     

Brogli elettorali. E' possibile?

Gentile presidente,

leggendo il suo accorato articolo di commento all'approvazione del maxiemendamento sulla giustizia, che condivido, ho notato un riferimento ai brogli elettorali. A quanto mi sembra di capire, lei pensa che siano possibili. Allora il presidente del Consiglio aveva ragione?

Isabella Carta

In teoria vi sarebbero due modi per incidere sugli esiti elettorali, anche in un Paese ad elezioni democratiche ed anche senza gomme per cancellare. Uno illegale, e l'altro... legale, se così si può dire.

I fatti "illegali" , veri e propri brogli, possono avvenire con la sostituzione delle schede elettorali con altre già votate, o aggiungendo artatamente schede (e quindi elettori) in più', ritoccando le schede esistenti (le cancellature o altri segni causano l'annullamento) o truccando i totali o infine - con il voto elettronico - modificando i numeri. Le azioni "legali" possono consistere nell'annullamento di schede per ogni minima causa.

La legge, infatti, prevede che siano considerate valide schede ad un primo impatto nulle. Ad esempio una scheda con la croce su un simbolo ed il nome del candidato di un'altra lista a fianco non è da considerarsi nulla, ma vale la preferenza di lista. Vi sono poi simboli molto scuri, sui quali non si vede una croce troppo piccola. Queste schede possono essere considerate valide, se qualcuno fa rilevare il problema.

Nell'annullamento delle schede il limite è quello stabilito dagli articoli 64 e 69 del D.P.R. n. 570/60, tesi a garantire il rispetto della volontà espressa dal corpo elettorale e di assicurare la possibilità di effettuare le loro scelte a tutti gli elettori, anche a coloro che non siano in grado di apprendere appieno e di osservare alla lettera le istruzioni per le espressioni del voto. Si tratta quindi di applicare il buon senso, guidati da un principio etico e non da altre considerazioni.

Ovviamente se un criterio restrittivo e finanche selettivo viene applicato solo in alcune sezioni non cambia molto a livello nazionale, ma se viene applicato quasi ovunque allora l'incidenza potrebbe essere anche significativa.

I presidenti di seggio sono iscritti in appositi albi presso le Corti d'Appello, è vero, ma vi vengono inseriti su richiesta, quindi chiunque goda dei diritti politici e non abbia precedenti può fare domanda e quindi essere selezionato. E' immaginabile supporre che al tour de force dei seggi (da molti considerato una seccatura) possano voler partecipare solo tre categorie di persone: chi ha un senso civico molto alto, chi vede come appetibile il compenso dato per il disturbo e chi ha interesse a manipolare i dati. Lo stesso vale per gli scrutatori, iscritti in appositi elenchi, anche qui su richiesta. Inoltre anche i presidenti e gli scrutatori più ligi sono soggetti alle pressioni dei rappresentanti di lista, che hanno un peso non indifferente per contestare le schede.

E' ovvio che ci sono anche veri errori, ma questi devono risultare in percentuale fisiologica. Non è ragionevole che ad una lista vengano riconosciute 100 preferenze valide e vengano invece annullate 1000 schede nella stessa sezione. C'è qualcosa che non va, soprattutto se questo si ripete in decine di sezioni, e non si deve offendere il presidente o lo scrutatore che ha ben operato, per il fatto che si ipotizzino scorrettezze di ignoti in base all'osservazione di dati "strani".

Si hanno due possibilità d'intervento. Per il ricorso amministrativo - che va fatto da aventi diritto, candidati e rappresentanti di partiti - ci sono 30 giorni di tempo dopo la proclamazione degli eletti, ma ci sono costi molto elevati che l'esito non giustifica. Infatti in primo luogo il giudice amministrativo non può esaminare le schede, ma solo i verbali, e quindi non può verificare eventuali falsificazioni e reati, ma solo dirimere le controversie sugli annullamenti o notare vizi di forma. In secondo luogo, recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno ricusato alcuni ricorsi con la motivazione che le differenze riscontrate non ledevano la volontà degli elettori, ovvero erano state effettivamente annullate schede valide, ma non in numero tale da rendere eleggibile il ricorrente. Quindi è una strada non consigliabile nella maggior parte dei casi.

Vi è poi l'esposto in Procura, per brogli veri e propri, che può essere presentato da chiunque sia al corrente del reato, tuttavia occorre avere prove, o almeno indizi, un minimo seri e concreti (numeri, testimonianze dirette, incongruenze gravi e dimostrabili) perchè la denuncia venga presa in considerazione.

Quanto all'intervento del presidente del Consiglio, sembra strano che uno degli uomini più ricchi del mondo non abbia i mezzi per assicurarsi la presenza di agguerriti rappresentanti di lista nei seggi, mentre è vero che i grandi partiti del centrosinistra hanno militanti sempre disponibili ed organizzati sul territorio. Quelli che hanno poche persone disponibili per a presidiare le centinaia di migliaia di seggi in tutta Italia (soprattutto per le Europee, in cui pochi hanno interesse diretto) sono i partitini e le formazioni nuove.

Inoltre chi ha ragioni concrete per fare denunce dovrebbe farle nelle sedi opportune, nell'interesse di tutti e della democrazia, soprattutto se riveste una carica istituzionale. Per quanto riguarda i normali cittadini, ovviamente non si può sembrare un Don Chisciotte, ma se si spara una notizia sui giornali e si ritiene di aver subito un torto....

Tuttavia devo rilevare uno strano atteggiamento nell'opinione pubblica ed anche nella cosiddetta società civile, cioè una levata di scudi che contrasta con il dato, rilevato da più parti, della sfiducia degli Italiani nei partiti e nei politici . I tre quarti degli Italiani, secondo una recente ricerca, ritengono i politici dei corrotti che pensano solo al proprio interesse personale, ed invece l'idea che si possa barare alle elezioni, cioè laddove si conquista concretamente il potere, ha suscitato tanto sconcerto e persino indignazione e neppure un dubbio.

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