NOTIZIARIO del 4 maggio 2004

 
     

Dichiarazione sulle detenzioni illegali di prigionieri e sull'uso della tortura
di Medel (associazione magistrati europei)

A Povoa do Varzim si è tenuto un seminario congiunto sulla formazione dei magistrati.

Medel, nel corso del suo consiglio di amministrazione tenutosi a Povoa do Varzim (Portogallo) nei giorni 28 e 29 maggio, ha approvato una Dichiarazione sulle detenzioni illegali di prigionieri e sull'uso della tortura; trascrivo qui di seguito il testo tradotto in italiano; trascrivo qui di seguito il testo tradotto in italiano.

La Dichiarazione assume un valore ancora più alto se si considera che essa è stata fatta propria anche dalla Federacion de Jueces para la democracia de Latinoamerica y del Caribe, con la quale ho avuto il piacere e l'onore, quale presidente di Medel, di sottoscrivere un accordo volto a stabilire contatti duraturi e intensi tra le due organizzazioni.

Ignazio Juan Patrone, presidente di Medel

Dichiarazione di MEDEL sulla tortura in Iraq e sulla detenzione illegale di prigionieri.

Durante il processo di Norimberga, il Procuratore americano che sostenne l’accusa dichiarò che il processo e la sanzione per i crimini di guerra non rappresentavano la giustizia dei vincitori contro i vinti, bensì l’affermazione della necessità che crimini intollerabili contro l’umanità non dovevano più rimanere impuniti; aggiunse che la stessa regola avrebbe dovuto valere per sempre nei confronti di chiunque avesse violato i diritti umani.

Su quel “mai più” fu costruito un progetto per una convivenza internazionale, fondata sul principio che tutti gli esseri umani hanno uguali diritti originari e uguale valore, senza distinzioni fondate sul luogo di nascita, sulla cittadinanza, sullo status, così come sull’inaccettabilità dei crimini contro l’umanità e dell’impunità dei responsabili.

La detenzione inumana ed illegale di prigionieri in Afganistan e a Guantanamo, così come la recente rivelazione delle torture praticate in Iraq sono la smentita più tragica di quell’impegno solenne.

Le orrende torture e l’umiliazione cui sono stati sottoposti detenuti e prigionieri non rappresentano un fenomeno isolato e neppure inaspettato; esse sono il risultato del disprezzo sistematico per il diritto che si è manifestato in questi ultimi anni con la violazione sia delle regole di diritto internazionale sia dei principi più elementari de lle nostre democrazie: habeas corpus, diritto al giudice, diritto al difensore e alla sua presenza nel procedimento, termini di carcerazione preventiva, uguaglianza di trattamento tra persone.

L’esperienza insegna che questi orrori si producono inevitabilmente quando prevale la legge del più forte e si rifiuta il vincolo del diritto come criterio di legittimazione dell’uso della forza. I giudici e i pubblici ministeri aderenti a Medel (Magistrats européens pour la democratie et les libertés) riaffermano il valore permanente del diritto internazionale e dei diritti dell’uomo come unica alternativa all’uso violento della forza e come unica risposta credibile ed efficace per combattere il terrorismo e per mantenere la pace e la sicurezza per tutti.

Si rivolgono ai propri governi, all’Unione Europea e alla comunità internazionale affinché chiedano all’amministrazione degli Stati Uniti di ratificare Il Trattato che ha istituito la Corte penale internazionale, come segno della concreta volontà di porre fine a questi orrori e di mantenere la parola del Procuratore di Norimberga.

Medel chiede inoltre a tutti i Governi di rifiutare ogni eccezione concernente i responsabili o chi opera per un Stato contribuente, che non sia parte dello Statuto di Roma, in ragione di atti o di omissioni legati ad operazioni stabiliti o autorizzati dalle Nazioni Unite.

Il Consiglio di amministrazione di Medel Povoa do Varzim (Portogallo) 29 maggio 2004

La Federacion de Jueces para la democracia de Latinoamerica y del Caribe ha dichiarato di condividere la presente dichiarazione.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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