NOTIZIARIO del 28 giugno 2004

 
     

Decapitazioni. Senza testa anche chi guarda
di Rita Guma

Uno degli aspetti piu' truculenti e non etici ed anche stupidi della vicenda delle decapitazioni e' la diffusione mediatica che si da' a questi eventi.

E' truculento e immorale divulgare gli ultimi momenti di un uomo trattato come un animale e sicuramente ribelle alla morte, e ad una morte tanto dolorosa, anche perche' molti guardano il video in modo morboso, e non vi e' in essi traccia di rispetto o disgusto, ma solo curiosita'.

Solo che quello non e' l'ultimo film dell'orrore, ma la documentazione del momento in cui una persona vera viene uccisa in modo crudele e strumentale, ed anche le famiglie delle vittime si sono ribellate all'idea di quella morbosa curiosita', di qeull'ultimo sfregio fatto ai loro cari .

E' anche stupido divulgare quelle immagini, dato che esse per molti non sortiscono l'effetto voluto dagli autori dell'efferata uccisione, sia per le circostanze che ho esposto sopra, sia perche' la divulgazione delle immagini e' molto spesso accompagnata da ignoranza diffusa e/o da propaganda contraria, per cui il risultato e' solo quello di aumentare l'odio verso gli Islamici in modo indistinto, mentre la Lega Araba ha condannato le uccisioni di civili e la Conferenza islamica ha condannato in particolare le decapitazioni di ostaggi.

Dopo l'uccisione di Nick Berg trasmessa dal TG di Fede mi e' capitato di discutere con giovani dai 17 ai 20 anni, ma anche con qualche adulto. Sono emersi i seguenti fatti sconcertanti:
-secondo i ragazzi Berg e' stato ucciso da islamici solo perche' ebreo,
- nessuno aveva messo in relazione le torture di Abu Ghrab con la decapitazione,
- era ritenuto normale che i prigionieri venissero maltrattati per farli parlare, anche perche'
- se erano in prigione avevano certamente ucciso qualcuno o partecipato ad attentati
- nessuno sapeva dell'esistenza di Guantanamo e delle condizioni fuorilegge in cui i prigionieri vi sono detenuti.

Inoltre nessuno sapeva dell'efferatezza delle torture di Abu Ghraib ne' che alcune di esse avevano prodotto morti, ne' aveva mai visto le immagini delle torture, mentre pochi avevano qualche idea delle questioni petrolifere sottese alla guerra irachena.

I ragazzi, dopo la trasmissione, hanno cercato il video della decapitazione su internet, visionandolo per curiosita'.

Questo accade per persone non preparate, che non leggono i giornali ma guardano molta TV, per le quali internet e' un mezzo per vedere siti porno o scaricare l'ultimo mp3. Persone che subiscono l'informazione, non interagiscono con essa.

Viceversa, la reazione di chi vive internet in modo piu' attivo ma comunque non conosce canali d'informazione alternativa e' quella, negativa, di odio verso tutti i correligionari di chi ha perpetrato quel barbaro delitto.

Ovviamente quei delitti feroci e insensati (nessun governo ha mai ceduto agli ultimatum) sono da condannare: se un po' di rispetto si puo' avere per chi uccide un nemico in una battaglia, anche fanatica, o sacrifica se stesso in un attentato kamikaze, l'azione di quelli che mettono in atto simili gesti e' indegna.

Ne' si puo' pensare che la politica di un Paese possa essere condizionata da quattro fanatici che riescono a rapire una persona e ne minacciano la morte, anche se ovviamente di quella politica ci sarebbe molto altro da criticare.

Tuttavia il dato preoccupante e su vasta scala e' l'impatto che questi video hanno sulle persone disinformate e soprattutto sui giovani.

C'era uno slogan pubblicitario che recitava: "usa la testa, non le gambe!" di cui potremmo continuare a ritenere valida la prima parte anche oggi. In certi casi pero' la testa, quando c'e', e' imbottita di finzioni, bugie e mistificazioni o da vuoti d'informazione di cui la societa' e' piu' o meno colpevole.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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