NOTIZIARIO del 06 febbraio 2004

 
     

Il diritto a non essere venduti
di Rico Guillermo

Restrizioni all'ingresso di lavoratori che giungeranno dall'Europa dell'est dopo l'allargamento dell'Unione europea sono state annunciate ufficialmente ieri da Germania, Austria, Belgio e Finlandia. Anche la Svezia e la Gran Bretagna stanno ritoccando le loro posizioni sul tema per il timore di non riuscire a gestire il flusso migratorio.

Se un tale atteggiamento si riscontra nei confronti dei futuri cittadini comunitari, a maggior ragione vi e' un irrigidimento dei Paesi europei verso l'immigrazione clandestina. Questa tendenza e' sempre piu' evidente e si e' concretizzata di recente con l'istituzione di una apposita agenzia e di una guardia costiera europea, oltre che con discussioni per limitare il riconoscimento del diritto d'asilo.

Tuttavia quello della clandestinita' e dei provvedimenti conseguenti e' proprio uno dei nodi piu' importanti che impediscono di contrastare un grave fenomeno, quello della tratta degli esseri umani. Infatti le vittime di questo traffico vivono nei Paesi occidentali come clandestini e quindi rifuggono l'aiuto delle forze dell'ordine e degli operatori sociali e non denunciano i propri aguzzini per evitare di essere rimpatriate e magari dover subire la vendetta degli stessi soggetti nel proprio Paese.

Questo nodo e' stato dunque uno dei principali affrontati nella conferenza del Comitato per la lotta contro la tratta di esseri umani iniziata il 3 febbraio e conclusasi proprio ieri al Palazzo dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Il comitato si avvale del contributo dei rappresentanti di tutti gli Stati membri dell'UE, esperti di diritti umani, esponenti di ong per i diritti umani e rappresentanti dell'UNICEF, dell'OSCE e di altri enti sovranazionali.

Sebbene non si abbiano statistiche molto affidabili, il fenomeno della tratta umana e' in costante crescita. Le stime degli organismi sovranazionali e di volontariato e delle polizie dei vari Paesi disegnano comunque un quadro allucinante: centinaia di migliaia di vittime.

L'Unione non poteva assistere passivamente a tale aperta violazione sul suo territorio dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo che proibisce la tortura e i trattamenti degradanti. Pertanto il comitato - giunto ormai al suo terzo incontro - sta elaborando una convenzione europea contro la tratta degli esseri umani, che si spera di poter concludere nel 2005.

La convenzione dovrebbe introdurre diversi strumenti di prevenzione e contrasto del fenomeno, come le misure per la protezione dei diritti delle vittime e le questioni relative alle leggi penali, alle indagini, alle leggi di incriminazione e procedurali, oltre alla cooperazione internazionale in materia, fino ad oggi molto farraginosa e limitata, come del resto nella lotta ad altri settori del crimine.

Per quanto riguarda la condizione di clandestinita', l'idea del Comitato e' riconoscere che le vittime di questo traffico sono in genere raggirate e sotto ricatto e non hanno volontariamente violato le regole relative all'immigrazione dello Stato ospitante. Offrendo loro la protezione di un permesso di soggiorno provvisorio gli si permettera' quindi di denunciare i trafficanti e testimoniare al processo.

by Bollettino Osservatorio

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