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NOTIZIARIO del 07
dicembre 2004
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Francia
: governo vuole Imam francesi che parlino Francese "Non e' accettabile" che un terzo degli Imam che operano in Francia non parli Francese. Lo ha affermato ieri il ministro degli Interni Dominique de Villepin. "Oggi, su circa 1.200 imam che operano nel nostro Paese, il 75% non sono Francesi ed un terzo non parla la nostra lingua", ha spiegato il ministro ai giornalisti, aggiungendo "dobbiamo avere in Francia Imam che parlino Francese". Per raggiungere tale obiettivo, egli chiede che ogni candidato imam segua una formazione "insieme teologica, sotto la responsabilita' degli Istituti esistenti, e profana (sotto la responsabilita' dell'Universita')". La richiesta di parlare la lingua dello Stato era stata fatta lo scorso anno (ed imposta ai leader religiosi in ingresso) dalla Gran Bretagna. Per la Francia, si tratta di una riforma che avra' inizio dalla ripresa dell'anno accademico 2005, "ma occorre organizzare una formazione continua degli Iamm che gia' esercitano", a giudizio del ministro, che rassicura sul fatto che gia' sono state impartite direttive in tale direzione. Il ministro ha pero' escluso che venga rimessa in discussione la legge del 1905 sulla separazione fra Stato e Chiesa, dato che "essa ha permesso di trovare il giusto equilibrio fra la liberta' di culto e la neutralita' dello Stato; toccare tale equilibrio sarebbe pericoloso". Ma, aggiunge de Villepin, "nel 1905, l'Islam non era alla tavola della Repubblica. Oggi l'Islam deve trovare la sua collocazione in Francia". A giudizio del ministro "la stragrande maggioranza dei musulmani di Francia e' moderata. Su 1.685 luoghi di culto censiti al primo ottobre, meno di 50 possono essere considerati come legati ad un moviemnto radicale... l'Islam in Francia e' tollerante e piu' sereno di quanto si immagini". Sul finanziamento ai Musulmani, il ministro ha detto di scartare un contributo dello Stato, ma ha anche aggiunto che oggi vi e' una circolazione poco trasparente di denaro e che egli vorrebbe creare una Fondazione che si faccia garante della provenienza e dell'utilizzo dei finanziamenti al culto. Quest'ultima proposta, cui si oppone l'unione delle organizzazioni islamiche di Francia, dovrebbe entrare in funzione nell'aprile 2005 e, secondo de Villepin, che si riferisce alla situazione ideale parlando di "bricolage", "permettera' di canalizzare i flussi finanziari, che si tratti di donazioni private, di legati o di finanziamenti stranieri". Speciale liberta' di espressione
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Dialogo fra culture contro l'intolleranza
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