NOTIZIARIO del 30 novembre 2004

 
     

Giornata mondiale contro la pena di morte
a cura di Carla Amato

Oggi, giornata mondiale delle citta' contro la pena di morte, 300 citta' del mondo saranno unite per dire NO alla PENA DI MORTE. Gia' nei giorni 27, 28 e 29 i monumenti simbolo di ogni citta' sono stati illuminati, mentre questa sera si terranno alcune manifestazioni di piazza, fra cui quella nazionale nel Colosseo a Roma, alle 19.00.

Negli ultimi trent'anni, la maggior parte dei Paesi del mondo in cui la pena di morte e' ancora in vigore, ha iniziato ad abolire o a non eseguire la pena di morte. Essa e' ancora fortemente praticata in Cina ed in parte in alcuni Paesi che applicano la Sharia. Il rischio aumenta nelle zone colpite dalla guerra, perche' vige la legge militare o provvedimenti speciali, come in quasi tutto l'Iraq.

Problema nel problema e' la pena capitale per i minori. Essa e' proibita dal diritto internazionale, ma vi e' tuttavia un ridotto gruppo di nazioni che la mantiene. Negli ultimi 5 anni 30 persone in eta' inferiore a 18 anni sono state giustiziate in Iran, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Arabia Saudita, Yemen, Cina e Stati Uniti, ma nel frattempo Yemen e Zimbabue nel 1994, Cina nel 1997 e Pakistan nel 2000 hanno elevato il limite minimo per la condanna a morte a 18 anni.

Tuttavia, considerando il profilo sociale, la condanna a morte non risponde all’esigenza di sicurezza della societa', infatti anche le Nazioni Unite riconoscono l'assenza di dati capaci di dimostrare che il suo uso sia un deterrente efficace contro i crimini piu' efferati, mentre e' certo che da anni i reati gravi non hanno subito alcuna riduzione significativa nei Paesi dove la pena di morte e' stata reintrodotta.

Inoltre si e' calcolato che nei paesi democratici, il costo della pena di morte e' piu' alto del costo della detenzione a vita. Da un punto di vista di giustizia, invece, si e' notato che spasso la pena colpisce persone economicamente svantaggiate, quindi non in grado di pagarsi un difensore, con alta probabilita' di difesa inadeguata e di conseguenti errori giudiziari, con tale pena irreversibili e irreparabili.

Fra le associazioni che sono maggiormente impegnate contro la pena di morte, nella speranza di eradicarla dal pianeta durante questo millennio, vi e' a livello internazionale Amnesy International, secondo cui "uccidere e' uccidere" in ogni caso.

In Italia la Comunità di Sant'Egidio da alcuni anni - insieme ad altre entita' interreligiose e laiche, a livello mondiale si e' fatta promotrice dell’Appello per una Moratoria universale, che ha raccolto oltre 5 milioni di adesioni in 150 paesi del mondo. Il gruppo degli organismi mondiali che operano in questa direzione ha assunto il nome di World Coalition Aganist the Death Penalty e nel 2002 e' nata la Prima Giornata Internazionale delle Citta' contro la Pena di Morte, con data 30 novembre, giorno in cui nel 1786, fu abolita per la prima volta la pena capitale.

Lo scorso anno per questa occasione si tenne a Roma il IV summit mondiale dei premi Nobel per la Pace, che hanno sottoscritto un documento nel quale affermavano che "la vita puo' essere difesa solo con la vita, mai dando la morte; la pena di morte umilia chi la subisce e lo Stato che la infligge; il mondo puo' rinunciare alla pena di morte, cosi' come in passato ha saputo rifiutare la tortura e la schiavitu'".

I premi Nobel, fra cui Mikhail Gorbaciov e il Dalai Lama, si appellavano "ai governanti del mondo" perche' fermassero "tutte le esecuzioni capitali" al fine di "lasciare spazio a nuove forme di difesa della giustizia e della dignita' umana".

Lo speciale diritti umani


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