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NOTIZIARIO del 15
novembre 2004
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Commissione
Barroso al centro delle polemiche per caso Barrot OIeri, primo giorno di vita ufficiale per la Commissione Barroso, e' stato disturbato dalle polemiche per i precedenti penali amnistiati di un suo componente per i Trasporti e vicepresidente, il francese Jacques Barrot. Dopo il voto dell'europarlamento e l'approvazione del Consiglio Europeo, proprio nel giorno dell'investitura a Strasburgo giovedi' scorso, un deputato britannico euroscettico, Nigel Farage, ha rivelato che Barrot era stato condannato nel 2000 per finanziamento illecito ai partiti. La condanna di Barrot, ignota in realta' allo stesso Barroso, e' stata cancellata da una legge di amnistia del '95. Secondo la legge francese, come secondo quella italiana, quando una condanna viene amnistiata essa non esiste piu' e non viene riportata nel certificato penale. Ma gli eurodeputati verdi, socialisti e liberali condannano il fatto che Barrot - peraltro commissario da aprile in sostituzione di Michel Barnier, nominato ministro degli esteri francese - abbia sempre taciuto questo suo trascorso. Il capo gruppo dei liberali Graham Watson ha chiesto le dimissioni di Barrot e i socialisti chiedono spiegazioni. Anche la commissaria lettone Ingrida Udre era stata rimossa nella revisione che ha visto il recedere di Rocco Buttiglione, proprio perche' coinvolta in uno scandalo di finanziamenti illeciti, mentre la precedente commissione sta ancora perseguendo la francese Edith Cresson, il cui scandalo di favoritismi e conflitti d'interesse aveva determinato la fine della commissione di Jacques Santer. Non si sono sopite nemmeno le polemiche riguardanti l'olandese Neelie Kroes, commissario alla concorrenza, gią consulente di grandi aziende private. Questa volta e' Francis Wurtz, presidente della sinistra unitaria, a lanciare l'allarme per due casi in discuzzione in questi giorni, che riguardano un gruppo di telecomunicazione britannico e una compagnia olandese di navigazione. Josč Manuel Durao Barroso ha per adesso imposto alla Kroes di astenersi dal rattare i casi a rischio di critiche ed ha confermato la fiducia a Barrot, il quale ha prima minacciato querele, poi - in una lettera al parlamento europeo - si e' detto disponibile ad un confronto.
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