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NOTIZIARIO del 05
novembre 2004
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Giustizia
: dopo le riforme , Italia peggiore della Romania ? Mentre si discute degli effetti che la riforma dell'Ordinamento giudiziario italiano potrebbe avere sullo svolgimento dei processi e sull'indipendenza della magistratura dal potere politico, altri Paesi europei, in attesa di antrare nell'Unione, vedono minacciata la propria conferma come membri proprio a causa del loro sistema giudiziario. L'attuale lentezza dei processi e le interferenze del potere politico su quello giudiziario, potrebbero costringerli a correre ai ripari, varando riforme che in parte vanno in senso opposto a quelle italiane. La Romania, infatti, ha un'economia di mercato che funziona e la Commissione Europea gliene da' atto. Tuttavia un sistema giudiziario sgangherato costituisce la minaccia piu' grave alle sue speranze di essere accolta nell'Unione Europea nel 2007. In Romania i Tribunali sono a corto di giudici, i giudici sono impreparati, alcune leggi sono obsolete, altre sono nuove e mai sperimentate. La mancanza di indipendenza dei giudici sarebbe aggravata da un sistema politico afflitto da favoritismi e corruzione. Prima di ammettere la Romania, l'Unione Europea pretende che entrino in funzione riforme giudiziarie di ampio respiro. Secondo l'Economist in edicola oggi, a giudizio del Ministro della Giustizia rumeno, Cristian Diaconescu, piu' di due milioni di casi, alcuni dei quali risalenti all'era comunista, sono ancora in attesa di una soluzione, ma il governo e' in grado di affrontare questa emergenza. Almeno sulla carta, ha gia' dichiarato il suo sostegno all'indipendenza del potere giudiziario, sottraendo al Ministero della Giustizia i poteri di promuovere e punire i magistrati, e attribuendoli ad un "consiglio superiore della magistratura", che rappresenta i magistrati stessi. Verranno istituiti tribunali commerciali specializzati; ad essi seguiranno tribunali per i casi di famiglia. Il Ministro della Giustizia auspica anche un "centro nazionale per l'onesta'", una strana specie di "cane da guardia" che dovrebbe scatenare la pubblica riprovazione, o esigere delle indagini, nel caso individuasse o fosse messo al corrente dell'esistenza di casi di corruzione. L'Unione Europea ha espresso la propria preoccupazione anche per il sistema giudiziario vigente in Bulgaria, un altro paese candidato ad entrare nel 2007 nell'Unione. Il mese scorso ha dichiarato che le indagini preliminari in casi penali molto gravi sono lente, farraginose e soggette a interferenze politiche. Secondo un rappresentante dell'Unione Europea, ascoltato dall'Economist, la situazione di stallo della riforma del sistema giudiziario nei paesi candidati, compresi quelli gia' entrati nell'Unione a maggio, si deve al fatto che l'Unione Europea non e' in grado di fornire un modello standard per l'organizzazione delle forze di polizia, dei tribunali, o per i sistemi giudiziari nazionali. Ogni paese dell'Unione organizza questi aspetti autonomamente. L'unica condizione che viene posta consiste nel fatto che ciascun sistema deve assicurare la fiducia e il rispetto nei confronti degli altri Governi.
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Ma non c'e' la separazione delle carriere nei Paesei anglosassoni |