NOTIZIARIO del 26 settembre 2004

 
     

Terrorismo: la cultura della morte
di Shorsh Surme

Pubblichiamo volentieri il brano che segue, un messaggio di esortazione fiduciosa inviatoci dal giornalista kurdo Surme, nato nel Kurdistan iracheno e quindi con una profonda conoscenza dei problemi e dei fatti storici, nonche' della recente cronaca in Iraq. L'articolo scaturisce dalla notizia dell'uccisione per decapitazione, la scorsa settimana, di tre giovani kurdi incolpevoli che si recavano a Baghdad per iscriversi all'universita'.

Nei prossimi giorni Shorsh Surme chiarira' sul nostro sito il suo pensiero, sfatando alcuni luoghi comuni e fornendo una chiave di lettura non di parte sul delicato e complesso tema dell'Iraq.

Per poter sgozzare bisogna avere la cultura della morte, e solo con questa cultura orribile si può ciò a cui stiamo assistendo in Iraq.

La cultura di ogni individuo o di ogni popolo determina i suoi comportamenti. Ci sono dei popoli che hanno subito e continuano a subire le ingiustizie e i massacri più feroci ma non hanno mai praticato atti di terrorismo per far conoscere la propria sofferenza o sostenere la propria causa.

Per esempio i curdi che sono stati suddivisi arbitrariamente tra quattro stati Iran, Turchia, Siria e Iraq in quest'ultimo hanno subito dei veri i propri genocidi: 5 mila morti gasati, 182 mila desaparecidos, 8 mila maschi dai 8 anni ai 18 anni prelevati del villaggio di Barzan e uccisi colpevoli solo di essere figli di partigiani, 5 mila villaggi rasi al suolo e migliaia arrestati e condannati a morte, ma a nessuno dei familiari di questi caduti è passato per la mente di compiere un atto terroristico, magari farsi saltare ad una fermata dell'autobus, o far saltare un'autobomba per uccidere degli innocenti, o ancora prendere in ostaggio donne e bambini per poi ucciderli in nome della propria libertà o per la propria indipendenza!

Io credo che in questo momento si è in discussione il mondo arabo, questo mondo così complesso ed impenetrabile ha il dovere di interrogarsi sulla sua cultura e suoi figli che si chiamano Ben Laden, Al Zarqawi o Al Zuahery, finché non è troppo tardi, e soprattutto aprirsi al mondo esterno è farsi conoscere, perché l'Islam non è solo arabo o viceversa.

Speciale terrorismo globale


by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

Saddam e la strage di Al Anfal

La tortura sotto Saddam

Iraq: mondo arabo in tensione