NOTIZIARIO del 27
settembre 2004
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Traffico
persone : OSCE , rispetto diritti umani e più cooperazione Il congresso OSCE "Assicurare la protezione dei diritti dell'uomo nei Paesi di destinazione: Rompere il ciclo del traffico", ha chiesto agli Stati europei e non maggiore cooperazione e sforzi tanto per quanto riguarda la legislazione quanto per gli aspetti operativi. Il congresso - organizzato dall'ufficio dell'OSCE per le istituzioni democratiche ed i diritti dell'uomo in cooperazione con il Ministero degli esteri della Finlandia - si e' svolto ad Helsinki il 23 e 24 settembre. Esso si e' incentrato sui temi della protezione dei diritti dell'uomo nei Paesi di destinazione, con particolare riferimento all'identificazione, all'accesso all'assistenza medica, psicologica e legale e ai permessi di soggiorno. Si sono discusse le iniziative nazionali e regionali per migliorare la protezione della vittima in paesi della destinazione e i meccanismi nazionali di rimpatrio, la cooperazione fra istituzioni giudiziarie e la societa' civile, gli strumenti europei e globali per rafforzare i diritti delle vittime del traffico. Uno degli obiettivi principali e' stato identificare nuove strategie per richiamare i temi della difesa dei diritti dell'uomo nel campo. Il congresso ha fornito anche un'occasione per confrontare metodi gia' sperimentati allo scopo di identificare le misure pratiche che potrebbero essere approntate nel piano d'azione dell'OSCE nei Paesi di destinazione e per verificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti al congresso "Europa contro il traffico nelle persone", tenutosi nel 2001 a Berlino. Hanno partecipato ai lavori giuristi, esperti di polizia internazionale, politici e rappresentanti di uffici OSCE e ONU, fra cui Rita Süssmuth, presidente del Consiglio tedesco degli esperti per l'immigrazione e l'integrazione e membro della Commissione globale sulla migrazione internazionale, Hanno Hartig, Capodipartimento per i Media, l'uguaglianza e le minoranze del Consiglio d'Europa, Christian Strohal, Direttore OSCE dell'Ufficio per le Istituzioni democratiche e i diritti umani. Per l'Italia hanno partecipato Maria Grazia Giammarinaro, magistrato, e Marco Bufo, coordinatore generale di On the Road. Hanno presieduto Johannes Koskinen, ministro finlandese della Giustizia ed Helga Konrad - gia' ministro federale dell'Austria per i diritti femminili e direttore della Task force sul traffico di persone del patto di stabilita' nell'Europa sudorientale - che da poco ricopre il ruolo di delegato OSCE sul tema e nel suo lavoro si sta concentrando sulla catena di traffico dai Paesi di origine, transito e destinazione con riferimento al lavoro nero minorile forzato piuttosto che sull'impiego nell'industria del sesso. Elisabeth Rehn, presidente della Tavola dei diritti dell'uomo e della democratizzazione nel patto di stabilita', ha detto: "tutte le vittime di traffico hanno la loro storia tragica da raccontare e la chiara speranza di ritrovare la loro dignita' umana. Penso che abbiamo un obbligo di dare loro sia la speranza che l'azione concreta". "E' importante che ci rendiamo conto della realta' dei continui cambiamenti del traffico e che reagiamo di conseguenza ad essi" ha detto invece Madeleine Rees, Capo ufficio sul traffico umano della Commissione per i diritti umani in Bosnia ed Herzegovina. Johanna Suurpaa, direttore dell'ufficio dei diritti dell'uomo al ministero degli esteri finlandese, ha sottolineato che, dalle esperienze fatte nel campo, e' emerso che "non c'e' contraddizione fra applicazione della legge e protezione dei diritti dell'uomo delle vittime del traffico; al contrario, si rafforzano". Per l'Unione Europea e' intervenuto Marjo Crompvoets, Ministro degli esteri olandese e Advisor per le politiche sul traffico degli esseri umani. Nel giugno 2001 e' stata approvata una raccomandazione UE in cui si legge che "le vittime sono totalmente isolate fisicamente ed affettivamente dal mondo esterno, private dei documenti, in una situazione di totale vulnerabilita' di fronte ai loro padroni, picchiate e violentate". Il parlamento europeo ha chiesto anche a suo tempo che i governi degli Stati membri inseriscano come reati nel loro codice penale la tratta degli esseri umani, la schiavitu' ed il matrimonio forzato, nonche' l'abolizione dell’immunita' diplomatica per tutti gli atti relativi alla vita privata, dato che spesso sono proprio i funzionari delle ambasciate a sfruttare la manodopera ottenuta dal traffico di persone. I partecipanti alla conferenza di Helsinki hanno invitato gli Stati a rispettare i loro obblighi di proteggere i diritti delle vittime e di accrescere la cooperazione fra le autorita', le organizzazioni internazionali e la società civile nell'aiutare le vittime del traffico. Inoltre hanno sottolineato la necessita' di sviluppare una metodologia comune sulla compilazione delle informazioni affincha' gli Stati dell'OSCE possano confrontare e coordinare le loro azioni. I partecipanti alla conferenza hanno precisato l'importanza di un miglioramento nei meccanismi di identificazione delle vittime del traffico e dell'esigenza dell'inserimento sociale, della protezione della vittima e del rafforzamento dell'uguaglianza di genere cosi' come della lotta a tutte le forme di pregiudizio. Le raccomandazioni adottate al congresso hanno sottolineato la necessita' di un aumento di coordinamento, in particolare nell'addestramento degli esperti che lottano contro il fenomeno. Nel centro di Tashkent, Uzbekistan, Stato di provenienza di molte vittime del traffico, l'OSCE organizza gia' corsi di formazione mirati per i rappresentanti dei media, gli esponenti delle associazioni non governative ed i componenti degli uffici delle autorita' legali sullo studio del traffico di persone. Il programma di formazione e' infatti una parte del programma dell'OSCE contro il traffico, sviluppato in conformita' al piano d'azione concordato dal Consiglio ministeriale di Maastricht nel mese di dicembre del 2003. I temi di studio dei corsi sono le leggi correnti, l'attuale situazione del traffico, l'identificazione della vittima, i principi investigativi e la valutazione dei rischi, l'approccio mediatico, le tecniche di interruzione del ciclo del traffico, le tecniche di recupero delle vittime nonche' le necessita' particolari dei bambini coinvolti. Una delle principali attivita' chiesta e messa in atto dall'OSCE e' anche quella della prevenzione. Anche in quest'ottica il congresso ha suggerito l'istituzione di un relatore nazionale indipendente in ogni paese dell'OSCE per servire da punto di riferimento e consigliere alle autorita' sulle azioni contro il traffico.
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