NOTIZIARIO del 12 settembre 2004

 
     

Terrorismo: profilo del terrorista , lotta al terrorismo
di Rico Guillermo

I terroristi sono persone normali, come noi, e non vi e' mai stato alcun legame fra Saddam Hussein e Al Qaida. Lo specialista dell'antiterrorismo Marc Sageman, medico psichiatra e gia' agente della CIA in Afghanistan, ne e' sicuro.

Il profilo del terrorista e la situazione dell'antiterrorismo europeo e mondiale, sono aspetti che diventano sempre piu' importanti con l'aumento degli attentati sanguinosi in tutto il mondo occidentale e non. In particolare Sageman ha condotto uno studio sul profilo dei terroristi dell'11 settembre, individuando la loro appartenenza al terrorismo internazionale, distinto da quello locale.

Dallo studio e' emerso che i terroristi di questa tipologia non provengono da famiglie povere, ma benestanti e unite, e spesso sono padri di famiglia che giungono alla Jihad verso i 26 anni. Non sono incolti, ne' criminali, sono spesso laureati all'estero, e poco piu' del 10% ha studiato nelle scuole musulmane da molti occidentali messe sotto accusa. Essi sono un prodotto dell'emigrazione, ma in particolare dell'isolamento che segue l'emigrazione, a giudizio del professore, ed i legami sociali prevalgono per loro rispetto a quelli ideologici. Il fenomeno diventa quindi di gruppo ed il fine e' creare uno Stato islamista salafista unico in Medio Oriente.

Vi sono invece altri terroristi - i combattenti locali - che sono diseredati che si battono contro la situazione economica o politica del proprio Paese. Fra questi i Ceceni e i Palestinesi. Ed infatti e' stata rilevata da piu' parti la separazione netta fra Al Qaeda ed Hamas.

Secondo Sageman l'antica Al Qaida di Bin Laden - che non ha mai avuto alcun nesso con Saddam Hussein - e' finita e non controlla piu' nulla, mentre invece c'e' la Jihad salafista globale, in cui non c'e' un unico leader. I capi locali sono il giordano Zarkaui in Iraq, il saudita Abu Walid e Al Mouqrin in Arabia Saudita.

A giudizio dell'esperto non vi sara' piu' un 11 settembre, operazione terroristica realizzata nell'arco di tre-quattro anni, anche perche' gli USA hanno alzato le difese. Gli attentati sono invece ora piu' frequenti, piu' agressivi, piu' insensati, anche perche' di rapida organizzazione.

Sul metodo di lotta a questo tipo di terrorismo, Sageman ritiene che non si possa negoziare, dato che lo scopo principale di costoro e' il ritiro dell'Occidente dal Medio Oriente. Il metodo e' culturale, cioe' screditare l'ideologia salafista che e' una distorsione del Corano, in modo da tagliare le fonti di reclutamento del terrorismo. Un'opera che possono fare le comunita' musulmane, a partire da quelle piu' illuminate, al Cairo e a Londra, mostrando la possibilita' di creare una realta' musulmana moderata ed in grado di dialogare e convivere con l'occidente.

Il segretario generale dell'Interpol (la piu' grande organizzazione mondiale di polizia con la quale i singoli Paesi collaborano su base volontaria), Ronald K. Noble, ritiene che non esistano solo i terroristi fondamentalisti. Noble pensa che il terrorismo stia cambiando rapidamente ma che le attivita' dell'antiterrorismo mondiale abbiano fatto enormi progressi. Tuttavia conferma l'impossibilita' di prevenire ogni singolo attentato.

Per presentare nuove idee per rendere piu' efficiente la risposta europea alle minacce terroristiche, si e' tenuto a Parigi alla vigilia dell'11 settembre 2004 un dibattito sul terrorismo presso l'Istituto europeo per gli studi sulla sicurezza. Nel corso del convegno e' stato confermato che il terrorismo si modifica rapidamente, costringendo gli investigatori ad adeguarsi e che gli aspetti interni ed esterni della sicurezza stanno rapidamente fondendosi.

Fra i partecipanti, l'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Javier Solana, che ha tracciato un bilancio dei primi cinque anni della politica di difesa comune. Solana si e' detto convinto che siano fondamentali la collaborazione tra i servizi segreti e lo scambio di informazioni nonche' il controllo delle fonti di finanziamento dei terroristi.

Ma la collaborazione fra Stati membri dell'Unione sara' ora assicurata da Mister Terrorismo, il belga Gijs De Vries, che rileva gia' una maggior sinergia fra le polizie e i servizi segreti europei. De Vries ritiene che l'esigenza della lotta al terrorismo sia condivisa sia dalla comunita' musulmana che da quella non musulmana.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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