NOTIZIARIO del 04 settembre 2004

 
     

Donne kamikaze : perchè inventare pretesti ?
di Carla Amato

Ho letto e sentito in questi giorni tante considerazioni sulle donne kamikaze come quella che si e' fatta saltare nella metropolitana di Mosca o quelle che, munite di cintura esplosiva, hanno attaccato la scuola in Ossezia, facendosi anche saltare in aria in alcuni casi.

Quesi tutte le tesi che ho letto erano finalizzate a scagionare donne che compiono cosi' gravi atti contro la loro stessa natura di portatrici di vita, sia con civili innocenti, sia con se stesse: si tratta di donne drogate, ricattate, minacciate o picchiate, etc etc.

Non credo affatto si tratti di questo nella maggior parte dei casi. Credo invece che le donne siano capaci di crudelta' e sangue freddo come e in alcuni casi piu' degli uomini, come pure sono spesso capaci di grandi sacrifici, come portare in grembo il figlio di violentatori etnici, come accaduto in Bosnia e come accade oggi per tante in Sudan, nel Darfur.

Un primo gruppo che prenderei in considerazione sono le donne che hanno subito un torto grave, come violenze a familiari o perdita cruenta di persone care. In molti casi, anche nella civilta' occidentale, una perdita fa sembrare inutile e crudele la sopravvivenza ad alcuni, che divengono abulici, rifiutano i contatti umani ed a volte si tolgono persino la vita. A maggior ragione puo' essere estremizzato il discorso in popoli che vedono la donna solo come funzione della famiglia.

Un secondo gruppo sono le giovanissime. Costoro sono notoriamente, in tutte le civilta', preda di grandi passioni a volte incontrollabili, e che spesso riguardano motivazioni ideali, politiche, sociali, e simili. Subire o assistere a violenze puo' in tal caso solo indirizzare ed acuire quella che e' solo una propensione dello spirito.

Queste donne sono quelle che hanno una pulsione emotiva od una motivazione ideale per compiere atti che normalmente sarebbero ripugnanti. Vi sono poi anche donne dallo stomaco forte (Linndie England puo' essere fra queste, ma anche la nostra Mambro), che riescono a fare cose per altri orribili anche a sangue freddo.

Ritengo insomma che come donne possiamo rivendicare la nostra parte di disumanita' e di colpe. Se la donna e' meno presente negli annali della criminologia occidentali e quasi assente in quelli orientali e' perche' la storia e la cultura l'ha posta in genere lontano dal centro degli avvenimenti politici e bellici, conferendole un ruolo "non belligerante", di conforto del guerriero, di presidio del focolare o tuttalpiu' di cortigiana capace di intervenire nelle vicende politiche grazie alle sue arti di maliarda.

Ma a cominciare dalla biblica Yael, che con un punteruolo uccise il nemico del suo popolo Sisara dopo averlo ingannato, le donne, ed anche le donne mediorientali, hanno dato il loro contributo di sangue e di spada alle cause che ritenevano giuste, che fosse per convinzione, per disperazione o per un tragico errore.

by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

Una strada per diventare terrorista

Cecenia: un programma da censurare